ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Pedalata fino alla Baviera per non dimenticare

Mombaroccio: la storia dei Sarano, salvati dalla furia nazista grazie al comandante tedesco Erich Eder. Il viaggio della memoria

Noi alunni della classe prima della scuola secondaria di Mombaroccio, in occasione della Giornata della Memoria abbiamo approfondito la storia dei Sarano, una famiglia sopravvissuta alla Shoah. Siamo a Milano nel periodo della Seconda guerra mondiale e della persecuzione degli ebrei da parte dei nazisti. Alfredo Sarano, segretario della comunità israelitica di Milano, possedeva indirizzi e nomi degli ebrei, quindi è costretto insieme alla sua famiglia a scappare a Pesaro. Da Pesaro i Sarano arrivano a Mombaroccio dove per un anno trovano riparo nella cascina della famiglia Ciaffoni.

Aumentando il pericolo di essere scoperti, devono nascondersi in un luogo più sicuro: il santuario del Beato Sante. Proprio qui, però, nella primavera del 1944, i tedeschi in ritirata stabiliscono il loro quartier generale.

Il comandante della divisione tedesca è un giovane ufficiale cattolico della Baviera: Erich Eder.

Egli viene a conoscenza della presenza di ebrei all’interno del convento, ma decide di non rivelare nulla. Tra il 25 e il 26 agosto del 1944 il convento del Beato Sante viene bombardato da-gli alleati. Molti soldati tedeschi muoiono, Erich Eder riesce a sopravvivere, così come Padre Raffaelli, il priore, a cui promette di tornare, un giorno.

Proprio nove anni dopo, Erich Eder torna per sciogliere il voto fatto al Beato Sante, compiendo il tragitto in parte in treno, in parte in bicicletta. A questo proposito, qualche giorno fa abbiamo avuto il piacere di ascoltare il sindaco di Mombaroccio, Emanuele Petrucci, che ci ha raccontato il suo viaggio sulle tracce di Eder, un po’ in bici, un po’ in tre-no, però in senso opposto, la “pedalata della memoria” da Mombaroccio a Pfarrkirchen, la città di origine di Eder. Ci ha colpito molto l’entusiasmo con cui il sindaco descriveva la sua esperienza, la sua felicità nell’essere riuscito a compiere questo percorso, ricco di significato, e nell’aver incontrato i parenti di Eder, la tristezza provata nel ricordare le persone che in quel periodo hanno sofferto. Al giorno d’oggi viene spontaneo dire: «I tedeschi erano proprio cattivi! Perseguitavano gli ebrei soloperché erano di una religione diversa». Infatti era proprio così.

Ma il sindaco ci ha fatto capire che i tedeschi di oggi provano vergogna per ciò che hanno fatto i nazisti tempo fa e si impegnano per cancellare la macchia che ha disonorato il passato della Germania.

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