Le tecnologie sono ’amiche’ dell’educazione
Gli alunni della 5^A Rodari raccontano il progetto Byod, con cui hanno imparato a usare il pc e le app utili a far lezione in tempi di Covid
Per noi alunni della 5^A della scuola Rodari, il progetto Byod è stata un’esperienza che ci ha dato la possibilità di trarre qualcosa di buono dalla realtà che stiamo vivendo da due anni.
L’acronimo Byod sta per Bring your own device, ovvero ’porta il tuo dispositivo’. Nell’ambiente educativo, questo progetto è stato promosso dal Piano nazionale scuola digitale del ministero dell’Istruzione per cercare un rinnovo delle scuole italiane e del sistema educativo nell’era digitale.
La nostra esperienza con il mondo dell’informatica è cominciata, in realtà, quando frequentavamo la classe prima, con le attività di ’coding unplugged’. Abbiamo imparato prima ad eseguire una serie di istruzioni e poi a ’programmare’, cioè a utilizzarle per realizzare un disegno. Abbiamo quindi avuto un primo approccio agli algoritmi che stanno alla base dell’informatica.
In terza abbiamo fatto la prima attività col pc, partecipando al concorso Bebras, ma una conoscenza più approfondita del mondo digitale l’abbiamo maturata solo in quarta, quando è cominciato il progetto Byod. L’idea di iniziare questo progetto l’ha avuta la nostra maestra Paola Gambino quando, a causa dell’emergenza Covid-19, il lockdown ci ha impedito improvvisamente di andare a scuola.
Era il 2020, eravamo in terza e abbiamo continuato a imparare da casa grazie a Meet e Appbook, un’app che ci permetteva di fare esercizi in digitale a casa. Abbiamo quindi scoperto che i nostri libri, da sempre cartacei, si possono sfogliare anche attraverso il pc, utilizzando un’app che offre tutte le possibilità di un libro cartaceo: scrivere, evidenziare e, addirittura, leggere e svolgere sul dispositivo esercitazioni e verifiche. In quarta abbiamo firmato un vero e proprio contratto, con cui ci siamo impegnati a non maltrattare il pc e a non giocare o visitare siti se non erano le maestre a richiederlo. Quindi, questa esperienza ci ha anche resi più responsabili.
Il nostro percorso di apprendimento del mondo digitale è stato supportato anche da un esperto, Emanuele Ricci, papà di una nostra compagna, che ci ha insegnato le app di Google workspace (fogli, presentazioni, drive e documenti) e il linguaggio di programmazione con Scratch e Code.org. Quando, nel marzo 2021, siamo passati di nuovo alla dad, eravamo così preparati che abbiamo fatto anche noi i maestri. Abbiamo progettato la nostra lezione che abbiamo esposto in videochiamata ai nostri compagni, utilizzando ’presentazioni’ di Google.
Tutto ciò ci ha permesso di andare oltre il semplice ascolto delle spiegazioni delle maestre e il loro studio, dimostrando la reale comprensione degli argomenti e la capacità di metterli in atto davanti a un pc. Il progetto ha riscosso tanti consensi. Infatti quest’anno, che siamo in quinta, è stato avviato anche in altre classi del nostro plesso. Tuttavia, non mancano ostacoli alla sua realizzazione: in primis, la qualità della connessione che ci impedisce di portare il pc a scuola tutti i giorni per non sovraccaricare la rete.
Desideriamo tanto continuare il progetto perché, oltre a essere stato molto divertente, è stato anche educativo poiché ci ha guidato alla scoperta del futuro digitale. Inoltre, se si potesse allargare a più scuole, si ridurrebbe l’utilizzo della carta per la stampa di libri e quaderni e si salverebbero molti alberi, permettendo uno sviluppo sostenibile, cioè in pieno rispetto della nostra Terra.