ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

«Parole Parole Parole»: messaggi anti-violenza

L’artista Elena Mazzi ha incontrato le classi III C e D per presentare il progetto della sua carta da parati per dire no agli abusi sulle donne

L’artista reggiana Elena Mazzi ha incontrato le classi III C e III D della scuola Manzoni ai Musei Civici, in due diverse giornate, per presentare il progetto della sua carta da parati «Parole Parole Parole».

Il primo incontro si è svolto il 25 Marzo, alla presenza di Chiara Pellicciari (responsabile dei servizi educativi dei Musei) e di due collaboratrici di NonDaSola, associazione che si pone come obiettivo quello di cambiare la cultura che legittima e giustifica la violenza sulle donne. Una parete dei Musei ospita la carta da parati «Parole Parole Parole», che si trova anche alla Biblioteca Panizzi. Sulla carta ci sono forme fatte da frasi e parole riferite dalle donne vittime di violenza: «Mi controllava tutto», «Non ti serve nessuna metà, sei nata intera», «Diceva tutto lui» sono alcune delle parole che ci sono rimaste impresse. Le collaboratrici di NonDaSola ci hanno spiegato che esistono vari tipi di violenza: sessuale, verbale e psicologica. Su questo abbiamo cominciato la prima attività. Divisi in coppie abbiamo ricreato delle conversazioni tra due personaggi di fantasia che comunicavano, scrivendo alcune frasi sulla violenza e ispirandoci a quelle lette in precedenza sulla carta.

È seguito poi un momento di condivisione. In un’altra attività siamo stati divisi in gruppi, ci sono state date delle parole e abbiamo dovuto scegliere in che categoria inserirle, le possibilità erano tre: parole che fanno stare male, che fanno stare bene e parole che mettono in dubbio. Non è stato facile, a volte tra noi stessi abbiamo visto che alcune parole non erano intese nello stesso modo. Questo ci fa capire quanto sia importante comunicare con parole chiare. La mattinata dell’8 aprile è cominciata con la conoscenza dell’artista che ci ha spiegato come era nata la carta da parati, dove sia le forme che le frasi e le parole presenti le erano state proposte dalle donne che avevano subito violenza, ospiti della casa delle donne e che quindi avevano avuto la forza di sottrarsi agli abusi e di denunciarli. Dopo ciò, l’artista ha pescato una parola dalla scatola sulla quale abbiamo lavorato tutto il giorno. La parola era: «stai zitt*».

Così, sempre divisi a coppie, c’é stata proposta la seguente attività: realizzare con diversi cartoncini, forme e disegni le sensazioni che questa parola provocava in noi. Noi abbiamo però pensato che il messaggio fosse così importante da dovere essere tradotto nelle diverse lingue, così abbiamo fatto. Alla fine abbiamo portato tutte le nostre creazioni su un grande foglio bianco.

Tutti hanno spiegato ciò che avevano realizzato e poi, dopo vari spostamenti, abbiamo creato un’unica opera, una nostra carta da parati, che per noi è un importante messaggio di sensibilizzazione su un tema che non tutti ancora comprendono.

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