ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria I grado Panizzi di Brescello (RE) - 3A - 3B

Ricordiamo le tragedie perché non si ripetano

La III A della media Antonio Panizzi di Brescello racconta l’emozione della visita al monumento del Deportato di Carpi e a Fossoli

E se fosse successo a voi ? Molte persone non pensano alle situazioni in cui gli innocenti sono stati vittime di maltrattamenti, oppressione e ingiustizie. Noi siamo riusciti a capirlo grazie alla visita al museo monumento al Deportato di Carpi. All’esterno c’è un giardino con lapidi, volute dai parenti delle vittime per ricordarli, che riportano i nomi dei campi di concentramento.
Inaugurato nel 1973 e realizzato negli anni Sessanta, è frutto dell’impegno di artisti che furono testimoni diretti degli avvenimenti. Il Museo mostra, in tredici sale, il dramma della deportazione. Molte erano adornate da graffiti e dipinti: in uno di essi era rappresentato lo smistamento dei deportati; in un altro, invece, il loro trasporto in un campo di concentramento. Sulle pareti si trovano, in ordine sparso, alcune frasi scritte dai condannati a morte, insieme a piccoli cerchi con i loro nomi e il paese natale.
Una delle sale più importanti del museo è «la stanza dei nomi», dove sono stati incisi i nomi delle vittime morte nel campo di Fossoli; altri, come quello di Anne Frank, sono stati aggiunti in modo simbolico perché importanti. Molti bambini sono stati privati della loro infanzia e dei diritti che spettavano loro ed è stata dedicata loro un’ intera ala del museo. Anche gli altri venivano sfruttati lavorando a ritmi disumani. Per uccidere le persone senza usare armi, i nazisti utilizzavano delle pastiglie o metodi alternativi come le camere a gas. Ci siamo poi recati a Fossoli, frazione di Carpi, dove nel1942 sorse il campo di concentramento, dopo che il 14 novembre 1943 la Repubblica Sociale Italiana aveva approvato il Manifesto di Verona. Dal 5 dicembre 1943 il campo fu utilizzato prima dalla Rsi e alcuni mesi dopo direttamente dalle SS come principale campo di concentramento e transito di oppositori politici, principalmente verso Auschwitz. Dopo la guerra, il campo fu utilizzato per internare prigionieri del regime fascista. Il campo era diviso in due settori: uno per i politici, l’altro riservato ad ebrei, omosessuali e zingari, divisi per colori diversi. È stato costruito in pianura, così da non avere la possibilità di nascondersi in caso di fuga.
Abbiamo visitato una baracca dove era esposto un modellino che rappresentava il campo di smistamento che poteva contenere più di 8000 persone ed era ulteriormente diviso in campo nuovo e vecchio. Per dare omaggio ai caduti abbiamo voluto lasciare dei fiori in loro memoria. Ci è sembrato un gesto doveroso nei loro confronti, perché andare in visita con indifferenza in un luogo della memoria sarebbe meschino, dato che lì sono morte almeno 67 persone e molte altre hanno vissuto momenti drammatici per poi subire una tragica fine nei lager nazisti.
Anna Bondavalli, Linda Conforti, Chiara De Falco, Salvatore Guaragna, Gaia Perna, Leonardo Sanzone

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