ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado G. Marconi di Casalecchio di Reno (BO) - 3B - 2C - 2B - 2E - 1A - 1C

«La democrazia inizi sui banchi di scuola»

Il 23 maggio, al teatro comunale Laura Betti, una festa per celebrare gli insegnamenti dello scrittore Mario Lodi

Festeggiamo Mario Lodi! Ci ritroveremo il 23 maggio al teatro Laura Betti di Casalecchio con i compagni dei vari ordini di scuola del nostro istituto, per celebrare il centenario della nascita di Mario Lodi. Ogni classe porterà un contributo per ricordare questo grande maestro che ha cambiato il metodo di insegnamento.

Quindi, chi è Mario Lodi? Mario Lodi (1922-2014) è una figura molto importante per l’Italia, è stato un insegnante con un’idea di scuola diversa rispetto a quella dell’epoca. Era stato ispirato dalle teorie di Célestin Freinet, punto di riferimento della pedagogia attiva e cooperativa. Un maestro che ha puntato sull’apprendimento delle abilità tecniche, lasciando un’importante eredità per la scuola. Secondo Freinet uscire dall’aula è il primo passo da compiere per dare ossigeno all’apprendimento: entrare in classe senza smettere di guardare fuori, proprio come facevano Mario Lodi e i suoi alunni.

Mettere al centro dell’azione didattica l’esperienza diretta degli studenti e la loro riflessione sui dati che l’osservazione della realtà ha permesso di raccogliere. Durante la sua carriera da insegnante, ha scritto vari libri insieme ai suoi alunni, come Cipì, ’Il passero coraggioso’, nato dall’osservazione del mondo fuori dalla propria finestra con curiosità, partecipazione e creatività. Creatività che stava alla base del cambiamento didattico portato da Lodi e da altri maestri ispirati dalle sue idee: dare la parola ai bambini, fare un giornale scolastico, dipingere, dare voce alle immagini, scrivere insieme libri, tenere la contabilità della cassa comune. Costruire sui banchi di scuola quella società democratica in cui tutti sarebbero stati allo stesso livello e in grado di esprimere la propria opinione.

Se un bambino, passa da un docente all’altro eseguendo esercizi noiosi prefissati, che non liberano la propria fantasia e le sue capacità logiche, la sua esperienza non ha valore. E con ciò, non c’è tempo per il divertimento, gioco e creatività: cose fondamentali per la crescita di un bambino. A volte, ci sono progetti interessanti che meriterebbero di essere divulgati: esperienze collaborative alternative alla solita lezione.

3B: Calzolari, Venturi 2C: Hoxha, Balista, Sebastiano, Antonioli, Finelli 2B: Vecchia, Messaoudi, Dangelo, Giordani. 2E: Orefice, Passini, Adam. 1A: Serravalle, Zandi. 1C: Mattei, Sabbi Prof: Foresta, Bonadei, Semeghini.

 

Abbiamo avuto la possibilità di intervistare Cira Santoro, direttrice del teatro Laura Betti che ha ospitato la proiezione di un film su Mario Lodi. Ci ha raccontato di come Lodi rivoluzionò la scuola, utilizzando la natura, il teatro, la scrittura e le arti in generale. Lodi infatti aveva capito che la chiave per un completo apprendimento era ascoltare gli alunni e metterli in condizione esprimersi, in modo che sviluppassero un animo critico. Il suo scopo era di formare ragazzi preparati ad affrontare la vita e con conoscenze in tutti i campi, in modo da avere più possibilità di scegliere ciò che avrebbero voluto fare per il futuro. Utilizzava moltissimo il teatro; affermava, infatti, che esso doveva essere al centro dell’esperienza dei bambini, in modo che imparassero a essere empatici e a riconoscere le proprie emozioni, immedesimandosi nei personaggi. Secondo lui era anche molto utile per imparare a relazionarsi con le altre persone e soprattutto con lo spazio, in quanto entrambi sono due elementi fondamentali nel teatro. Secondo la direttrice Santoro, il modo di fare scuola di oggi è profondamente influenzato dai suoi metodi di insegnamento, ma con tempi di apprendimento più veloci. Ai tempi di Lodi c’era lo stesso insegnante per tutte le materie e si passava anche una giornata sullo stesso argomento; invece oggi, ci sono tanti professori che si alternano durante la mattinata scolastica.

Questa è solo una delle tante dimostrazioni del fatto che sia gli studenti che gli adulti, vivono delle realtà con ritmi frenetici e stressanti senza possibilità di prendersi momenti riflessivi come invece sosteneva Lodi.

 

Scrivendo l’articolo su Mario Lodi, ci siamo domandati: «Come si sentono gli studenti rispetto al metodo educativo dei nostri insegnanti?». Per rispondere abbiamo condiviso un sondaggio all’interno nostro istituto. La prima domanda chiedeva agli studenti se la scuola di oggi fosse autoritaria o autorevole e il 59,7% ha votato «autoritaria». Poi, abbiamo chiesto come vorrebbero fosse la scuola e l’opzione più votata è stata «avere delle aule legate a materie specifiche, come l’aula di arte o di disegno». Gli alunni hanno affermato di preferire una disposizione di banchi dove poter lavorare in piccoli gruppi. Risultano scontenti in molti campi: il 40,3% conferma che non viene incitato alla scoperta. Il 59,7% dice che l’istruzione moderna non è incentrata sui bisogni dello studente e che non si ha del tempo libero. Mario Lodi affermava che l’alunno doveva essere al centro del processo educativo e, secondo gli studenti, manca nella scuola di oggi: il 44,8% afferma di non sentirsi al centro del processo scolastico, il 37,3% invece si sente ai margini e il restante 17,9% è incerto. Per gli alunni si dovrebbe tornare al metodo di Lodi.

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