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Scuola Secondaria di I grado Zappa di Bologna (BO) - Redazione

Cucine popolari, tra diritti e solidarietà

Il presidente Morgantini: «Abbiamo ricreato il focolare di casa, con 280 volontari e 600 pasti, includendo ogni alimentazione»

L’articolo 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani stabilisce che tutti hanno diritto a un letto e al cibo, alla salute e al benessere proprio e della propria famiglia. Si può insegnare la solidarietà? In città vivono molto persone che hanno bisogno di un pasto e di compagnia, di un aiuto concreto per superare un momento difficile. Noi alunni delle scuole Zappa da quest’anno collaboriamo con le Cucine Popolari per imparare l’abc della solidarietà, sotto la guida di Roberto Morgantini, presidente e fondatore della storica associazione di volontariato bolognese.

Chi è Roberto Morgantini? «Penso di essere una persona normale, come tante, che crede fermamente che la solidarietà sia un valore».

Cosa sono le Cucine Popolari? «Cucine Popolari è un’associazione fondata da un gruppo di amici che ha sentito la necessità di aiutare chi aveva bisogno,chi non aveva un pasto. L’abbiamo chiamata cucina, e non mensa, perché la mensa è quella della fabbrica, frettolosa nei modi, dove chi entra non vede nessuno e non è visto, mangia guardando il piatto e se ne va. Abbiamo voluto ricreare la cucina familiare di casa, dove il momento del pranzo è un momento di scambio. Abbiamo riunito 280 volontari e ogni giorno mettiamo insieme 600 pasti, per persone che vengono qui a soddisfare un bisogno che credo sia anche un diritto. Le Cucine Popolari sono aperte a tutti: è aperta anche a chi non è povero. Chi ha la possibilità economica si ferma a mangiare e lascia ciò che può. Soprattutto può entrare in contatto con persone che difficilmente si vedono, si incontrano. Il povero nel nostro immaginario è spesso anche solo, lo si vede da lontano, per strada.

Guardare negli occhi il povero e mangiare insieme alla stessa tavola crea necessariamente relazioni.

Come varia il vostro menu: ogni settimana, ogni giorno? «Il menù cambia sulla base diquello che riceviamo: viviamo di solidarietà, di quello che ci viene donato dai supermercati, dalle aziende e dalle famiglie.

Inoltre teniamo conto delle richieste e dei bisogni di chi viene a trovarci: dolce, salato, vegano, vegetariano, stiamo attenti ai bisogni dei musulmani».

Considerato che cucinate gratis, avete dei risparmi, vi rimangono dei soldi? «Essendo tutto basato sul volontariato non si spendono soldi, non è un lavoro e nessuno è pagato. All’inizio eravamo bloccati, perché non ricevevamo sufficienti fondi, nonostante tutti ci facessero i complimenti per il progetto. Poi ho trovato una soluzione creativa. Insieme alla mia compagna, con la quale convivevamo da 38 anni, con due figli grandi, abbiamo deciso di sposarci. Abbiamo voluto che i regali diventassero un finanziamento per le Cucine Popolari: abbiamoraccolto70.000 euro e siamo partiti.

Questa soluzione originale è stata poi da esempio anche per altri».

Diego Potenza, MichelleNeghina, Mame Ndoye Diarrae, Martina Salvi, Iyare Collins, Muhammad Awais

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