ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

IC Giacomo Leopardi di Grottammare (AP) - 2A, 2E, 2G

I grandi misteri dell’adolescenza

E’ immaginata come una fase impegnativa nella vita di ciascuno. Ci si sente un po’ come nell’Inferno dantesco

L’adolescenza è immaginata come una fase impegnativa nella vita di ciascuno… ed in effetti lo è! Ci si sente un po’ come nell’Inferno dantesco, percossi dal mostruoso Caronte. La crescita accelera, si iniziano ad assumere responsabilità e si vuole più autonomia; ci si prepara ad essere adulti. Cominciano a crescere baffi e peli, spuntano brufoli e nuove forme, si modificano odori, voce, gusti, interessi e abitudini. I cambiamenti incidono anche dal punto di vista relazionale e affettivo: ci si allontana dalla famiglia per approdare su terre più o meno sconosciute. Con i genitori sembra si parlino addirittura lingue diverse: da un lato, nabbo, cringe, bro’, fra’; dall’altro, espressioni quali stai in campana, chi ha tempo non aspetti tempo, non dire gatto se non ce l’hai nel sacco ecc. Si fa forte poi il bisogno di spiccare il volo e di conquistare libertà, molte volte anche sfidando l’autorità e infrangendo le regole, fino a meritare pene degne del contrappasso. Gli stravolgimenti causano però anche tanta confusione e svariate paure come l’incubo di non essere apprezzati; ed ecco che di frequente ci si attacca alle apparenze, sperando che queste ci facciano brillare. E allora, possedere oggetti di valore e vestire capi costosi ci convince di avere un’identità, di essere inclusi e non degli «scarti». È così forte il potere dei «giudici della strada e del web» che si è disposti anche a cambiare, con il rischio di non riconoscerci più, sentendoci smarriti e senza segnali ad indicarci la diritta via. Oggi più che mai poi non è facile vivere il rap-porto con la propria immagine.

Nella nostra classe la maggior parte di noi non è contenta della propria fisicità, una buona parte la vive con imbarazzo e solo un piccolo gruppo accetta il proprio corpo.

Nella nostra società molti subiscono body shaming, da cui non si esce indenni, anzi nasce la paura di guardarsi e di essere giudicati. Affilati sono infatti i termini dell’hate speech che rumoreggiano soprattutto sui social, portando i ragazzi più fragili a frantumarsi in mille pezzi difficili da ricomporre. Proprio sui social, inoltre, siamo raggiunti dai canoni di bellezza mostrati da influencer pieni di followers.

«Scrollando», può capitare di percepirsi inadeguati e di non vedersi belli. E come ci si comporta se alla nostra età ci si accorge di non corrispondere a modelli così desiderati? In questo è necessario il ruolo degli adulti che ci guidano nel viaggio della vita e ci aiutano ad affrontare le «tre fiere» che tanto ci spaventano: l’ansia di «non essere in grado», di essere esclusi e la paura della perdita.

Classe 2A – Plesso Toscanini

 

In questi giorni abbiamo riflettuto sul futuro e ci siamo chiesti come cambierà la nostra vita tra dieci anni. Per approfondire l’argomento abbiamo analizzato anche delle fonti ufficiali (Consultazione del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza) e intervistato alcuni coetanei. Dal confronto dei dati è emerso che l’avvenire mette a tutti un po’ di paura, ma la maggior parte di noi ragazzi è convinta che un giorno realizzerà i propri sogni. Sappiamo bene che per raggiungere degli obiettivi lo studio è fondamentale, per questo chiediamo una scuola che sfrutti al massimo le potenzialità degli alunni. La speranza, quindi, è di trasformare le nostre passioni in un mestiere e quelli più ambiti sono: medico, calciatore, atleta, ballerina/o, farmacista e imprenditore. Tra dieci anni, inoltre, molti di noi vorrebbero una buona condizione sociale (essere ricco, avere un lavoro stabile, essere indipendente) e la vita privata desiderata (formare una famiglia, diventare genitore, avere tanti animali). A nostro avviso, le qualità più importanti per di-ventare grandi sono quelle interiori e professionali (laureato, competente). I difetti che invece non ci aiuteranno a realizzarci riguardano la relazione con l’altro e il poco amore per se stessi.

Classe 2G – Plesso Ascolani

 

Il 28 novembre nel plesso Ascolani è venuta a trovarci Eva Maria Capriotti, una raggiante poetessa grottammarese, che ci ha spiegato come è riuscita a trasformare il suo sogno nel cassetto in realtà. L’autrice, con sincerità ed ironia, ci ha rivelato che già da bambina aveva l’abitudine di scrivere un diario emozionale, che l’ha accompagnata per molto tempo. Sebbene non abbia mai intrapreso degli studi letterari, Eva ha sempre continuato ad appuntare gli infiniti versi che misteriosamente prendevano forma nella sua testa. Alcuni anni fa, ormai mamma ed agente immobiliare, una cliente l’ha spinta a realizzare il suo sogno: pubblicare. Nonostante i molti dubbi, la poetessa ha deciso di provarci e, quando ha ricevuto il calore e l’affetto del pubblico, ha capito di aver fatto la scelta giusta. Per avvicinare i più giovani alla poesia, l’autrice ha iniziato a scrivere i suoi versi sul portone che possiede vicino ad un liceo di Ripatransone. Da quel momento, anche gli studenti hanno iniziato a condividere i loro pensieri più profondi, come un’eco di tante storie desiderose di essere ascoltate.

Classe 2E – Plesso Ascolani

 

La pagina dei Campionati di giornalismo di oggi è stata realizzata dagli studenti dell’IC Leopardi di Grottammare.

Coordinati dalle professoresse Elisa Paolini e Diana De Angelis, i giovani cronisti hanno trattato i temi dell’adolescenza e del passaggio all’età adulta, mettendo in rilievo dubbi, pensieri e aspettative sul futuro. Hanno anche realizzato un’intervista alla poetessa Eva Maria Capriotti sull’importanza di coltivare sempre i propri sogni.

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