ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Calamandrei di Sogliano al Rubicone (FC) - 3A

Una colonia nata per ospitare 500 bambini

A Riccione nel 1934 fu creato il complesso, che si trova a ridosso del mare, denominato ’Amos Maramotti’ e ideato dall’ingegner Costantini

Tutta la comunità di Riccione si adoperò per la realizzazione del progetto della Colonia Amos Maramotti, perché, oltre a rappresentare un evento di fama e di prestigio per l’intera città, significava anche opportunità di lavoro, con l’impiego di manodopera, e una possibilità di sviluppo in termini di servizi correlati alla presenza della colonia.

Fu in quel periodo che iniziarono a sorgere lungo le coste romagnole le colonie marine destinate ai bambini che, inquadrati nelle organizzazioni giovanili del regime totalitario, avevano la possibilità di trascorrere un periodo di vacanze estive al mare. Nate per motivi di tutela e promozione della salute per i giovani, le colonie rientravano nel più ampio programma di regime finalizzato alla creazione di un italiano nuovo, votato alla cura del proprio corpo, ma anche obbediente, inquadrato e fanatico, così come dimostra l’intitolazione della colonia ad Amos Maramotti, martire della rivoluzione fascista, morto a Torino durante una spedizione punitiva contro la Camera del Lavoro.

Il complesso ideato dall’ing. Costantini risente dello stile razionalista nella versione elaborata da Cesare Valle, sposando quindi uno stile più sobrio, rispetto al monumentalismo teorizzato e messo in pratica da Marcello Piacentini. La colonia presenta un’architettura semplice e funzionale in cemento armato antisismico. È composta da tre corpi di fabbrica, sfalsati e disposti in diagonale rispetto all’andamento della costa. I padiglioni, che si sviluppano su tre piani, sono collegati da due corridoi. I dormitori hanno ampie finestre orizzontali e balconi affacciati verso il mare.

Gli ambienti di servizio che si trovano sui lati corti hanno le finestre circolari dal gusto navale. Costruita in soli 90 giorni e ospitava fino a 500 bambini alla volta.

Alunne Gemma Angelini e Alessia Maria Fintina della classe 3^A dell’I.C. Sogliano al Rubicone – plesso «Calamandrei»

 

Passeggiando per viale Gabriele D’Annunzio a Riccione, possiamo osservare un ampio edificio che si ritrova a ridosso del mare, intaccando, nel suo stato di totale abbandono, la bellezza naturale del luogo. Si tratta dell’ex Colonia Reggiana, conosciuta anche col nome di Colonia «Amos Maramotti», che dismessa da oltre dieci anni, è oggi preda di un lento processo di erosione da parte della natura, con la salsedine che ne ha totalmente intaccato gli intonaci, e di degrado a causa degli uomini. La colonia è stata costruita nel 1934 su progetto dell’ingegner Costantini. Erano gli anni Trenta, la Grande Depressione faceva sentire ancora le sue conseguenze sull’economia di tutto il mondo, e il regime fascista cercava di contrastarla.

 

La colonia Amos Maramotti che abbiamo visitato a Riccione è rimasta in funzione fino agli anni ’80 del Novecento. Una parte degli edifici ha ospitato associazioni di sport acquatici fino al 2012, anno dal quale è vietato l’accesso a causa degli evidenti segni di cedimento delle strutture conseguenti al terremoto che, nel maggio di quell’anno, colpì l’Emilia Romagna.

Da un paio di anni la Giunta comunale di Riccione ha ideato un progetto di riqualificazione, che dovrebbe trasformare l’edificio in un punto di riferimento per gli sport nautici e acquatici: vela, surf, kite surf, kayaking, sci d’acqua, snorkeling.

Da questo punto di vista, la Colonia potrebbe essere riportata a uno spazio di aggregazione e di integrazione, dove lo sport può essere vissuto come momento di educazione ad una competizione sana. Inoltre la colonia Reggiana ai giorni nostri potrebbe essere molte cose, da un hotel a un centro commerciale, ad uno store di un’azienda famosa.

Noi due ce la immaginiamo come un centro commerciale, così i turisti dopo aver trascorso una giornata al mare, possono passarci del tempo, facendo la spesa, comprando giocattoli ai bambini o mangiando qualcosa.

Alunne Gemma Angelini e Alessia Maria Fintina della classe III A dell’I.C. Sogliano al Rubicone – plesso «Calamandrei»

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