ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Lelio Orsi di Novellara (RE) - 3A, 3C

Educazione alla sessualità nelle scuole

In Italia il 31,5% delle 16-17enni ha subito qualche forma di violenza. Parlarne non significa indurre alla pratica sessuale precocemente

L’educazione sessuale nelle scuole. Violenze sessuali e molestie sono all’ordine del giorno e le ragazze violentate sono spesso minorenni colpite da gruppi.

Secondo l’Istat, in Italia il 31,5% delle 16-17enni, nel corso della propria vita, ha subito qualche forma di violenza sessuale, a cui possono seguire, oltre a disturbi psicologici importanti, anche malattie sessualmente trasmissibili.

Cosa si è fatto è cosa si può fare per arginare il fenomeno? Negli anni ‘50 la Svezia è il primo Paese a rendere l’educazione sessuale obbligatoria nelle scuole e così ha fatto, nei decenni a seguire, la maggior parte dei paesi europei, organizzando programmi per le diverse fasce di età, da cui gli studenti non potessero chiedere esoneri.

Di recente, anche nelle sale del governo italiano si è ricominciato a parlare di educazione sessuale: un progetto improntato sulla parità di genere, che prevede che in classe si facciano lezioni di «educazione alla sessualità», intese come formazione sulla parità di genere.

L’idea è quella di tentare come nazione l’avvicinamento alle leggi della maggior parte degli stati europei. Il primo tentativo di approvazione di una legge che introducesse lezioni di educazione sessuale fu nel 1975, ma da allora si contano ben 16 proposte parlamentari fallite. In Emilia Romagna, dal 2013 è attivo il progetto «W l’amore», rivolto agli studenti delle classi terze della Scuola secondaria di primo grado, con lo scopo di favorire benessere e competenze nella sfera affettiva e sessuale.

Più di 1600 scuole sono state coinvolte in tutta Italia, inclusi i genitori, tuttavia rimane a discrezione dei docenti la decisione di trattare questa tematica nelle classi.

Anche il Papa si è detto favorevoli che negli istituti sia necessaria un’educazione sessuale e non ci siano motivazione valide per far rimanere nell’ignoranza i ragazzi.

Secondo gli specialisti, si è restii ad insegnare educazione sessuale per il timore di indurre gli studenti a praticarla precocemente, eppure è riscontrato il contrario: fare educazione sessuale nelle scuole può diminuirne la pratica, ritardarne l’inizio e aumentare l’adozione di comportamenti più sicuri tra i giovani. Inoltre, molti sono convinti che parlare di questi argomenti spetti alla famiglia, nonostante nel contesto familiare difficilmente si parli di sessualità e contraccezione.

Noi per primi confermiamo questa difficoltà e pensiamo sia necessario che l’educazione sessuale diventi obbligatoria nelle scuole per fornire risposte a domande che in ogni caso ci poniamo.

Classe III C

 

La città ideale. Prima delle vacanze di Natale, ci è stato proposto un interessante progetto sull’ecologia, che si è sviluppato all’interno della classe III A: la professoressa di lettere ci ha guidati nella costruzione della nostra città ideale ed eco-sostenibile.

Abbiamo iniziato col dividerci in gruppi, che avrebbero dovuto creare un modellino da presentare e realizzato con materiali riciclati, assieme ad una presentazione; in questo modo abbiamo esercitato le nostre capacità di collaborare, di prendere decisioni ecologiche e di applicare quanto imparato nelle lezioni di educazione civica tenute da diversi docenti.

Il modellino si è sviluppato non solo in classe, ma anche a casa, dove ci siamo impegnati per dare vita alle nostre idee usando scatole, sassi, sabbia, muschio o mattoncini da costruzione e sorpresine degli ovetti di cioccolato.

Abbiamo basato la nostra idea su una città ideale, senza barriere e discriminazioni; siamo partiti unendo tutte le idee dei membri del gruppo.

Questo ci è servito anche per creare una nostra idea di comunità di gruppo e delle leggi uguali per tutti.

Dopo le presentazioni, possiamo dire che i gruppi hanno avuto idee simili; ad esempio le nostre città ideali erano molto verdi, ricche di parchi (qualcuno si è ispirato a Central Park), condomini con giardini verticali, orti urbani dove coltivare verdure a km 0 e dare lavoro a chi non ce l’ha, piste ciclabili e marciapiedi per spostarsi senza inquinare.

Qualcuno ha avuto idee quasi futuristiche, con veicoli alimentati a idrogeno, a elettricità o a levitazione magnetica e fabbricati con materiali riciclabili infinite volte, come l’alluminio.

Abbiamo inoltre notato che le nostre città sono state immaginate vicino al mare, così da poter sfruttare due fonti rinnovabili di energia: sole e vento. Infatti i nostri edifici sono ricoperti da pannelli solari e non mancano le pale eoliche.

Un gruppo, inoltre, ha utilizzato anche un famosissimo videogioco con biomi e cubi, per rendere più reale la propria città. Insomma, anche giocando si impara.

Classe III A

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