ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria I grado Orsini di Imola (BO) - 3B

Gli studenti intervistano l’ex funzionario Onu

L’incontro con l’imolese Paolo Balladelli che ha raccontato il suo lavoro e il funzionamento delle Nazioni Unite

Agenda 2030, diritto di veto, Assemblea Generale… sono tante le parole legate all’ONU che sentiamo negli ultimi tempi, ma l’impressione è che in pochi sappiano veramente cosa siano davvero e cosa stia dietro a questi concetti. Per capirlo il modo migliorare è andare all’interno dell’Onu ‘accompagnati’ da qualcuno che vi ha lavorato per 37 anni.

Paolo Balladelli è un medico chirurgo imolese, specialista in Igiene e Medicina preventiva, ex dirigente Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) e per tanti anni Dirigente di grado 2 e Responsabile di Paese dell’Onu.

La sua interfaccia era il Ministero della Salute o direttamente i vari Presidenti della Repubblica.

Giovedì 7 dicembre ha onorato la 3ªB Orsini della sua presenza e ha risposto alle varie domande. Questa intervista è il primo passo di un percorso che porterà le varie terze dell’Istituto comprensivo 7 a dar vita alla simulazione di una riunione dell’Assemblea Generale.

Partiamo proprio da qui… come funziona un incontro dell’Assemblea Generale? Quanto dura? «Durante le Assemblee Generali (assemblea che riunisce tutti i rappresentanti degli Stati membri) c’è un piano di interventi programmato e su alcune tematiche difficili si discute anche per anni, ma le riunioni durano solitamente due-tre settimane.

Dopo questo periodo le Commissioni lavorano fino alla successiva riunione dell’Assemblea Generale».

Come si prende una decisione? «Le prende soprattutto il Consiglio di Sicurezza. Il problema è che basta che uno dei cinque Stati Membri Permanenti sia in disaccordo e la risoluzione viene bloccata. Gli altri Paesi vorrebbero una riforma del sistema, ma questa è ovviamente bloccata dai cinque Stati Membri Permanenti. La situazione potrebbe essere modificata solo se ci fosse una coalizione tra Stati, ma non è facile. Esistono da sempre blocchi di Stati alleati».

Quante lingue bisogna sapere per lavorare all’ONU? «Un lavoratore deve obbligatoriamente sapere almeno una delle sei lingue ufficiali dell’Onu che sono spagnolo, russo, cinese, francese, inglese e arabo, ma è meglio che ne conosca più d’una, anche se nelle riunioni ci sono le traduzioni simultanee».

Bisogna frequentare una scuola specifica per lavorare all’Onu? «Per entrare a far parte dell’ONU, non c’è una scuola specifica, però i buoni voti e la competenza nel proprio settore sono fondamentali. Importante anche l’esperienza e la capacità di saper prendere decisioni. Si è ammessi solitamente dai 25 anni in poi».

È difficile lavorare all’Onu? «Come tutte le occupazioni anche lavorare all’ONU può essere difficile. Io ho sempre lavorato in situazione impegnative, come per esempio in Paesi vittime di guerre o con povertà dilaganti, penso all’Angola».

La curiosità ci spinge a farle anche questa domanda: quanto guadagna un funzionario dell’ONU? «Lo stipendio può variare da 1.000 a 15.000 euro, in base a tantissimi fattori. Dall’esperienza e competenza del funzionario alle condizioni e alla lontananza dello Stato in cui vai a lavorare rispetto al proprio Paese natale».

Un’ultima domanda… quanto è grande il Palazzo di vetro? «È alto circa 150 metri e sono ben 36 stanze le stanze nelle quali avvengono le riunioni dell’Onu».

Emma Gallina, Gioia Visciano e Rayen El Gana 3ªB delle Orsini

 

Il Mercatino dei Cappuccini a Imola è un’istituzione: vi si può trovare tutto ciò di cui si ha bisogno: da giocattoli usati in ottime condizioni a mobili, fino ai libri! Infatti, all’ingresso del Mercatino ci sono stanze con un’infinità di volumi, quasi tutti venduti a un sesto del prezzo originale di copertina. È un esempio perfetto di economia circolare, la dimostrazione che ciò che non è più utile per qualcuno lo può diventare per altri. Qualche settimana fa il Mercatino è stato studiato sotto questo punto di vista dalla 3ªB della scuola secondaria di primo grado ‘Orsini’, che dividendosi in gruppi ha catalogato molti dei libri del Mercatino e li ha inseriti online, rendendo il mercatino più fruibile ai giovani e in tutta Italia.

L’idea era quella di aiutare a raggiungerel’obiettivo12dell’Agenda 2030 dedicato al Consumo e produzione responsabili, tra i punti del quale si legge: «Entro il 2030, ridurre in modo sostanziale la produzione di rifiuti attraverso la prevenzione, la riduzione, il riciclaggio e il riutilizzo». I ragazzi hanno usato le loro competenze informatiche anche per realizzare volantini e diffondere la conoscenza del Mercatino dei Cappuccini e la nuova possibilità di acquisto di libri online. Per comprare quest’ultimi bisogna andare sul sito www.comprovendolibri.it dove si trovano molti dei libri presenti nel mercatino. Il prezzo rimane lo stesso. Inoltre nel sito si trovano tutte le informazioni sul libro, tra cui le condizioni. La spedizione viene poi fatta materialmente da volontari.

Il Mercatino dei Cappuccini è un mercatino del riuso, al quale tutti possono donare del materiale, che va portato nella portineria di via Fontanelle, dal lunedì al venerdì dalle14,30 alle 17,30 e il sabato mattina dalle 9 alle 12, dandogli così una nuova vita. Si possono trovare molti libri usati classificati per genere e in ordine alfabetico, ma anche altri oggetti. Il Mercatino dell’Usato ad Imola ha ormai una lunga storia, ma si è sempre sviluppato nel Convento dei Frati Cappuccini di Imola, in via Villa Clelia. Tantissimi negli anni i progetti sostenuti, molti dei quali legati alle missioni. Il ricavato delle vendite viene utilizzato per finanziare bellissime opere di beneficenza.

Giulia Bertuzzi, Julia Santoro, Bianca Zanelli 3ªB delle Orsini

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