ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Quirico Filopanti di Budrio (BO) - 2G, 2I

I libri: la ‘patria’ di Fedora Servetti Donati

La storia della scrittrice e ricercatrice budriese. La sua vita è un invito a scoprire il mondo e non arrendersi mai, superando le difficoltà

Fedora Servetti Donati nacque a Budrio il 6 aprile 1912 da una famiglia di modeste condizioni, in cui si parlava solo il dialetto.

Frequentò la scuola elementare di Budrio, ma per i primi mesi non parlò e di questo le sue maestre erano molto preoccupate, non sapendo che il suo silenzio era dovuto al fatto che non conoscesse la lingua italiana. Ben presto però diventò un’alunna modello, curiosa di tutto ciò che la circondava. In quegli anni nacque la sua passione per i libri. Continuò a scrivere fino a pochi giorni prima della sua morte e sulla sua lapide volle incisa la frase «La mia patria sono stati i libri». Frequentò anche la sesta, la settima e l’ottava, classi che corrispondono alle medie di oggi, ma per un lungo periodo dovette restare a casa per assistere la mamma gravemente malata. Nonostante questo, conseguì eccellenti risultati scolastici.

Dopo quegli anni avvenne una cosa importante; alcuni cittadini di Budrio fecero una colletta per permetterle di frequentare il Liceo, prima a Budrio e poi a Bologna. Dopo la maturità classica, si laureò in Lettere e poi iniziò a insegnare alle scuole me-die. Per lei era importante instaurare un buon rapporto con i suoi alunni, come conferma la lettera che la mamma di un suo studente scrisse a un settimanale, lodando le sue doti di insegnante. La sua passione per le ricerche storiche iniziò quando aiutò sua figlia Lorenza a svolge-re una ricerca scolastica su Budrio. A quel tempo c’erano pochissimi testi sulla storia del nostro paese, così Fedora iniziò a frequentare gli archivi locali e quelli di Bologna facendo molte scoperte; in questo modo iniziò la sua vita di storica. Sosteneva che anche un sasso possa raccontare una storia e così, meticolosamente, annotava tutto ciò che proveniva dalle fonti e le confrontava. Fedora donò al Comune di Budrio tutti i libri che aveva scritto per ringraziare la comunità di averle offerto una grandissima possibilità: quella di studiare. Nel 2005 le è stata intitolata la scuola primaria di Budrio, che tanti di noi hanno frequentato.

In redazione le studentesse egli studenti della classe 2I: M.  Accursi, J. Arawore, M. Binassi, R. Clericò, S. Dalfiume, E. Domenicali, A. Ettabai, T. Fatima , L. Ferlisi, B. Fortuzzi, A. Khay, E. Leggio, C. Magosso, V. Massarenti, W. Mohy, D. Oftici, G. Poma, L. Poli, A. Scarnà, L. Tozzi, E. Vita, L. Zandi. 2G: Hait H.A., Amoroso A. , Ansaloni A., Arif A., Bertoul V., Brunelli L., Coiro D., Gatti L., Generali A., Gorgoni V., Gorini A., Guzzinati N., Longhi M., Luongo M., Marchegiano N., Mingoni S., Mohamed M.M., Napodano L., Padoan L., Sarti G.C., Silletta M., Testoni S. Professoresse Gironi M. e Valentini M.

 

Lorenza, che rapporto aveva sua madre con la scuola? Era timida e riservata perché non conosceva l’italiano. In seguito, si appassionò allo studio.

Quando poi divenne insegnante, tentò sempre di trasmettere le informazioni in modo semplice, cercando di appassionare gli alunni allo studio. Si dedicò poi alle ricerche storiche su Budrio. È proprio grazie a questi studi che il Comune di Budrio le ha intitolato la Scuola Primaria.

Quali erano le sue grandi passioni? I libri e la poesia, in particolare il poeta Pascoli. Era una grande lettrice: trascorreva le giornate alla Biblioteca dell’Archiginnasio, dove copiava interi libri per poterli poi rileggere poiché non aveva la possibilità di comprarli.

Qual era il suo metodo di lavoro come storica? Mia madre voleva dare voce alle ’storie di gente che non ha storia’, dietro ogni persona, ogni luogo, ogni parola, c’era un pezzo di storia da scoprire. Per questo ricercava, osservava e intervistava persone comuni. Agiva con rigore scientifico, ma an-che con grande intuito. Possiamo considerarla un’antesignana della Public History. Da ogni ricerca ne nascevano altre ed ogni volta donava ai budriesi il frutto del suo lavoro.

Se Fedora potesse parlare ai giovani di oggi, cosa direbbe loro? Raccomanderebbe loro di amare, rispettare e conservare la propria terra, la propria cultura e le proprie tradizioni, perché «Nella gente, nelle piante, nella terra, c’è qualcosa di tuo».

Ringraziamo di cuore Lorenza Servetti per averci fatto conoscere il grande lavoro e la grande personalità della madre: Fedora Servetti Donati.

 

A chi chiedeva a Fedora quali fossero gli ingredienti necessari per una buona ricerca, lei rispondeva: «Calda passione per la ricerca storica, base culturale di seri studi storici, un rapporto intenso e vitale con i luoghi della ricerca, cura delle immagini, senso critico vigile e intendimento scientifico, infine una scrittura semplice e chiara, in uno stile lontano da ogni astrattezza». Utilizzando questi preziosi ingredienti, Fedora scrisse 18 libri, oltre ad una vastissima produzione di saggi e articoli pubblicati. Il tema fondamentale delle sue ricerche era la storia locale, vista come elemento unificatore di una comunità. Ricordiamo in particolare ’Budrio casa nostra’, che ebbe ben 3 edizioni, crescendo nel tempo grazie agli studi di Fedora sul patrimonio storico artistico e ambientale di Budrio e frazioni. E poi ’Budrio: le strade e i luoghi. Toponomastica’, saggio in cui l’autrice, partendo dai nomi delle strade, racconta la storia della trasformazione di un paese. A vent’anni dalla sua scomparsa, il Comune di Budrio, in collaborazione con la figlia Lorenza e la storica Luisa Cigognetti, le ha dedicato un mostra presso le Torri dell’Acqua, aperta fino al 7 Aprile. Siete tutti invitati! 

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