ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Conero di Ancona (AN) - 3B

Stellantis è anche mobilità sostenibile

Una costellazione di 14 brand con due rami che puntano a migliorare il mondo che ci circonda

Stellantis è una costellazione di 14 iconici brand automobilistici e di due rami dedicati alla mobilità che puntano a migliorare il modo in cui le persone si muovono e creano connessioni. Il suo obbiettivo è dar forma al futuro della mobilità offrendo soluzioni innovative e prodotti sostenibili in grado di soddisfare le necessità in continua evoluzione dei clienti e del Pianeta seguendo un piano strategico, Dare Forward 2030, che porterà ad azzerare le emissioni di carbonio entro il 2038. Stellantis utilizza tecnologie diverse, ma complementari per garantire a chi guida i veicoli una soluzione adatta ad ogni esigenza di trasporto, con veicoli all’avanguardia e accessibili, capaci di ridurre le emissioni globali di CO2.

Gli impegni principali dell’azienda nell’ambito ambientale sostenibile sono: contribuire alla de-carbonizzazione dell’economia azzerando le emissioni di carbonio delle sue attività industriali; impegnarsi per azzerare le emissioni di composti organici volatili attraverso il miglioramento dei processi di trattamento; studiare processi industriali che consentano un uso ridotto di materie prime; garantire lo sviluppo della biodiversità nei nostri siti attraverso la preservazione degli habitat naturali; assumere un ruolo di leadership nella decarbonizzazione attraverso la creazione di una Business Unit dedicata all’economia circolare e infine promuovere una gestione responsabile dell’acqua. Bisogna specificare però che le macchine elettriche hanno dei problemi che fanno riflettere sulla loro efficacia. Sebbene le auto elettriche non siano responsabili di emissioni di monossido di carbonio nel corso del loro utilizzo, la loro Carbon Footprint è comunque elevata.

Occorre infatti considerare la somma delle emissioni prodotte dalla fabbricazione e per tutto il ciclo di vita dei veicoli, compreso il loro smaltimento. Le auto elettriche, poi, presentano il problema delle batterie. Problema da non sottovalutare. Le batterie a piombo acido delle auto con motore a combustione interna sebbene tossiche, sono ormai soggette ad un efficiente percorso di riciclo. Non altrettanto si può dire per le nuove batterie al litio delle auto elettriche, infatti, ancora non hanno un valido processo di smaltimento e recupero. Secondo una stima, entro il 2030 ci si aspetta lo smaltimento di circa dodici mila tonnellate di batterie al litio. Una montagna di materiali da smaltire che possono arrecare notevoli danni ambientali e per questo bisogna trovare una soluzione rapidamente.

Agnese Maniscalco 3B

 

Ormai da giorni sappiamo che le proteste degli agricoltori si stanno sempre più facendo sentire in tutta Europa soprattutto in Italia, Francia e Germania e oggi noi andremo a scoprire il perché di tutte queste proteste. Alla base di tutto c’è il gasolio (che in Italia però non è uno dei principali problemi, proprio perché il gasolio agricolo è detassato quindi esente da qualsiasi tipo di tasse), che a causa della crisi energetica è stato aumentato il prezzo. Poi c’è il problema relativo all’ambiente: i governi europei hanno approvato che il 4% dei terreni delle imprese agricole deve essere lasciato a riposo per favorire la rigenerazione dei nutrienti naturalmente, un altro dei problemi è quello della decisione presa di destinare il 25% dei terreni, all’agricoltura biologica, abolendo così gran parte dei pesticidi usati. E infine l’ultimo problema è quello legato alla concorrenza dei prodotti non comunitari. Come sappiamo anche in Italia anche se con qualche settimana di ritardo la protesta è arrivata e anche loro chiedono tutto quello che chiedono gli agricoltori europei ma, soprattutto l’equa remunerazione fra tutti gli attori della filiera e questo cosa significa: che se l’agricoltore produce un quintale di grano e lo vende a 40 euro e poi l’azienda che produce la pasta fa pagare un chilo di pasta due euro possiamo capire che c’è qualcosa che non va; perché se la pasta che è fatta quasi interamente di grano costa due euro significa che l’agricoltore, dal grano prodotto per quel chilo di pasta, deve prendersi almeno un euro di ricavo cosa che però non avviene. E infine ricordiamolo alle persone che comprano la pasta fatta con il grano che viene dal Canada che quel grano per essere fatto essiccare deve essere trattato con numerosi diserbanti perché là è troppo freddo per farlo essiccare senza l’uso di questi prodotti. E’ per questo che io sono totalmente d’accordo con questa protesta perché non è possibile che le persone che tutti i giorni lavorano per sfamarci debbano lavorare sodo e per un ricavo così misero anche perché ricordiamoci che l’Italia è il paese con una coltura culinaria migliore al mondo e non è il caso di sminuire questo. Con questo è tutto spero che il messaggio sia arrivato e che agli agricoltori venga dato quel che gli spetta.

Gabriele Abate classe 3B

 

Di recente Milano è entrata a far parte delle cinque città più inquinate del mondo. Le città, infatti, sono classificate dalla più pulita alla più inquinata in base ai livelli di particolato (insieme ai biossidi di azoto è l’inquinante più dannoso per ambiente) derivante da scorie create da auto, agricoltura e riscaldamento delle abitazioni. Di conseguenza, i fattori che contribuiscono all’elevato inquinamento nel milanese sono la grande densità abitativa, le Alpi che impediscono l’incombere di venti trattenendo la contaminazione dell’aria e la grande industrializzazione che caratterizza la metropoli.

In questo modo Milano è diventata una città non salubre, con un clima che non giova alla salute; del resto, solo in Italia 60000 persone muoiono prematuramente per l’inquinamento dell’aria, mentre 300000 in tutta Europa. Il livello di inquinamento, tuttora in crescita, è da tempo un dato preoccupante e ha raggiunto un punto di non ritorno non solo per Milano, ma per la Pianura Padana in generale. Solo ora la nuvola rossa di smog, comparsa dall’inizio dell’anno sulla città meneghina ha alzato i livelli di allerta.

Sicuramente non si rallenterà la produzione industriale al fine di preservare l’ambiente perché sfavorirebbe l’economia, però, andando avanti in questo modo, le persone in un futuro non troppo lontano dovranno chiudersi dentro casa o emigrare verso paesi dove il tasso di morti per malattie respiratorie date dall’inquinamento sono minori e allora favorire l’industria non sarà servito.

Veronica Migliarini 3B Conero

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