ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola secondaria di I grado Padre Matteo Ricci di Montecosaro (MC) - 1A

Sul monte Conero un tuffo nella natura

Gli studenti raccontano l’uscita didattica dove sono stati a contatto con una flora molto varia a due passi dal mare

Il Monte Conero è stata la destinazione dell’uscita didattica che ha coinvolto le classi 1ª A e 1ª B della scuola di Montecosaro. La visita ha avuto diversi obiettivi, è stata l’occasione per favorire per un approccio al problem solving, ha inoltre contribuito a favorire la socializzazione fra i compagni, la consapevolezza di un profondo rapporto tra uomo e natura e di conseguenza del rispetto del territorio.

Durante l’escursione a supporto dei ragazzi c’erano due guide esperte e brillanti che attraverso sentieri tortuosi li hanno messi a contatto con una flora varia e ricca di lecci, olmi, corbezzoli, biancospini, pungitopo e allori.

Dal paesaggio aspro del Parco Naturale si è passati, attraverso un percorso segnalato, a quello più curato e turistico della splendida cittadina di Sirolo che dall’alto domina il mare Adriatico.

Il programma prevedeva lo svolgimento di una gara di orienteering: le guide hanno illustrato al gruppo il regolamento e fornito spiegazioni per agevolare questa attività che per tutti nuovi era completamente nuova.

E così fra preoccupazione e soprattutto tanta curiosità, i partecipanti, muniti di una mappa, sono riusciti a raggiungere i vari punti di riferimento di una determinata area da esplorare. Si è conclusa verso le 17 la giornata dedicata all’uscita didattica sul Monte Conero. Gli studenti sono tornati stanchi a casa, ma anche molto soddisfatti e soprattutto consapevoli di quanto sia bella la loro regione.

Cecilia Cervellini, Ilenia Venditti 1ªA

 

Abbiamo parlato con il professore Dino Gazzani, che ha avuto l’idea di portarci sul Monte Conero e gli abbiamo rivolto alcune domande.

Perché ha scelto il Monte Conero come destinazione? «Ho cominciato a pensare a questo itinerario – ha risposto il professor Gazzani – quando mi è stato chiesto di fare una gita per il Progetto Accoglienza delle classi prime. In particolare mi era stato chiesto di fare un’uscita con passeggiate semplici in mezzo alla natura, allora ho scelto il Conero perché è molto sicuro».

Cosa pensa sia rimasto maggiormente impresso ai ragazzi di questa gita? «Secondo me, ascoltando anche i loro commenti, è stata l’attività di l’Orienteering perché è divertente ed ha un aspetto educativo molto particolare».

Cosa non ha gradito molto della gita? «Non ci sono aspetti che non mi sono piaciuti con i ragazzi mi diverto sempre».

Rifarebbe in futuro una gita simile, magari per un’altra classe prima? «Certamente, perché–conclude il professor Gazzani – il posto è sempre lo stesso, ma ogni volta, grazie alla presenza di alunni diversi, si possono fare esperienze particolari, accorgersi di nuove cose, vedere lo stesso panorama con occhi diversi».

Leonardo Lazzarini, Vanessa Sgariglia 1ª A

 

Le classi prime del plesso Padre Matteo Ricci di Montecosaro sono andate alle pendici del parco naturale del monte Conero, nei giardini pubblici di Sirolo dove hanno svolto l’attività di orienteering. Scopo di questa attività è completare nel minor tempo possibile un percorso nel quale sono presenti un numero di punti di controllo, chiamati lanterne, alle quali ogni atleta testimonia il proprio passaggio grazie a tecniche di punzonatura. Per praticare al meglio l’orienteering, gli strumenti indispensabili sono la bussola e la mappa. Questo sport è stato inventato alla fine del XIX secolo dall’ufficiale dell’esercito svedese Ernst Killander come esercizio di addestramento per ufficiali militari. L’orienteering è stato definito per la prima volta nel 1886 come un viaggio attraverso un terreno sconosciuto con una bussola e una mappa. Si è diffuso rapidamente diventando un’attività competitiva all’interno delle forze armate. Nel 1897 è stato aperto anche ai civili. Le competenze più importanti consistono in: capacità di leggere e  creare mappe; comprendere il proprio ritmo e le proprie capacità fisiche; capacità di pensiero critico e buon senso.

L’orienteering è diventato popolare negli anni ’30 del Novecento e negli anni ’40 è stato ampiamente adottato in Finlandia, Ungheria e Unione Sovietica. Si è diffuso anche in Asia e Nord America.

Questa attività può essere svolta nei boschi, in montagna ma anche nei parchi pubblici, nei centri storici e nelle campagne.

L’orienteering è uno sport adatto a chiunque voglia divertirsi e mettersi alla prova sfidando le proprie capacità di corsa e orientamento. È un’attività che promuove la capacità di valutare, a scegliere e a prendere delle decisioni. L’orienteering promuove anche la conoscenza del territorio ed è adatto a qualsiasi età.

Eleonora Cerolini e Lorenzo Fares, 1ªA 

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