ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Valsalva di Imola (BO) - 1B

«I social e la paura di essere tagliati fuori»

Studenti e studentesse riflettono su usi e disusi delle piattaforme online: «Comodità e sicurezza, ma ci sono anche ansia e depressione»

È ormai innegabile che non possiamo più fare a meno della rete. Tutto il mondo è connesso e ci serviamo del cellulare o del pc per ogni cosa: prenotare un aereo, ascoltare musica, giocare, effettuare ricerche, svolgere compiti. Siamo tanto abituati che quando per caso il nostro device è scarico ci sentiamo perduti e ci domandiamo: «Ma come sono riusciti a vivere senza connessione nei tempi passati?». I nostri genitori e i nostri nonni ci hanno raccontato che quando erano scolari e avevano bisogno di parlare con un loro compagno, usavano il telefono fisso. Essi dunque si rapportavano con un genitore che rispondeva alla telefonata e a cui bisognava chiedere di chiamare il proprio figlio o figlia al ricevitore. Era impensabile telefonare più volte, perciò prima di contattare il compagno bisognava avere chiaro in mente cosa dire e anche come dirlo.

Oggi invece possiamo dire che, tramite i social, siamo sempre in costante comunicazione con i nostri amici. Diciamo e disdiciamo con un frasario gergale per tutto il giorno e tutti i giorni. Eppure i social, se da un lato ci offrono comodità e sicurezza dall’altro possono generare diversi problemi legati soprattutto a un uso prolungato e non corretto.

Infatti da diversi studi è emersa una stretta correlazione tra l’uso eccessivo dei social e problemi psicologici come ansia, depressione, stress e riduzione della propria autostima. La dipendenza dai social viene generalmente definita ‘Fomo’, acronimo di Fear of missing out (paura di essere tagliati fuori).

L’individuo avverte la necessità di essere sempre informato sulle attività altrui e teme di esser escluso dal «gruppo». Secondo alcuni esperti la necessità di appartenenza e di inclusione è una istanza atavica che nei tempi antichi, però, garantiva la sopravvivenza. A essere maggiormente colpiti sono i giovani, in particolare gli adolescenti, per i quali sentirsi parte di un gruppo è estremamente importante. Sono più inclini rispetto agli adulti alla cosiddetta «validazione sociale» vale a dire alla lusinga di cercare l’approvazione attraverso i «mi piace». In tal modo, però, essi rischiano di invalidare il senso di autostima, subordinandola al compiacimento altrui. Dalle statistiche emerge che mediamente gli adolescenti trascorrono più di tre ore al giorno sui social media.

Le conseguenze di tali abitudini portano tra l’altro – dicono gli studiosi – a una drastica riduzione della capacità empatica perché i giovani, abituati a un’interazione virtuale, faticherebbero, a contatto con un interlocutore fisico, a riconoscerne le emozioni dall’espressione facciale e dalla prossemica.

Classe 1ªB scuola Valsalva

 

Ci sono tre principali sintomi di dipendenza dai social: tolleranza, astinenza e conflitto. La tolleranza è l’esigenza impellente di rimanere online sempre di più; l’astinenza è la sensazione di stress causata dall’impossibilità di accedere ai social; il conflitto consiste nel fenomeno di dedicare ai social così tanto tempo fino da compromettere le attività sociali. Ultimamente si parla molto di cyberbullismo, atto aggressivo o molesto compiuto tramite strumenti telematici da persone che si sentono più forti e sicure perché agiscono nell’anonimato. Ci sono varie tipologie: il flaming, sequela di offese sui social pubblici; l’harassment, costituito da messaggi molesti sui social visibili solo al destinatario; la denigration, consistente nel diffondere fake news denigratorie sulla vittima; il cyberstalking, vale a dire atti di stalking per spaventare le vittime; l’impersonation , cioè furto o imitazione di identità per mettere in imbarazzo la vittima; outing and trickery, diffusioni di informazioni private ottenute dalla vittima ma senza il consenso di quest’ultima; l’exclusion, consistente nell’esclusione sistematica di una persona dai gruppi con il fine di farla sentire isolata e non voluta. Purtroppo il numero di persone che si tolgono la vita perché vittime di cyberbullismo è elevato. Motivo di morte è anche il ’gioco’ noto come «balena blu». Si tratta di un sito di sfide mortali a cui partecipano molti adolescenti, che arrivano a suicidarsi. Il nome deriva dal fatto che le balene sono esseri che a un certo punto si spostano sulla spiaggia e muoiono.

Il fenomeno è nato in Russia nel 2016.

Classe 1ªB Valsalva

 

Interviste, articoli e ricerche. Gli studenti e le studentesse delle numerose scuole che aderiscono al progetto ‘Cronisti in Classe’, campionato di giornalismo organizzato delle nostre testate rivolto alle classi delle elementari e delle medie, stanno lavorando a pieno ritmo per portare a termine l’iniziativa, che sta accompagnando gli alunni e i loro docenti da febbraio.

Un’esperienza immersiva nel mondo della cronaca, che vede gli allievi e le allieve mettersi nei panni dei giornalisti per una giornata: una volta a settimana, infatti, i cronisti in erba propongono uno o più elaborati, pubblicati sulla cronaca locale del Carlino e sul portale online, che trattano di tematiche attuali e che coinvolgono – da lontano o da vicino – le nuove generazioni. Attenzione all’ambiente, conflitti geopolitici, violenza di genere e prossimità territoriale. E poi ancora scienze, economia e lavoro e sicurezza stradale. Gli studenti ce la stanno mettendo tutta per raccontare ai lettori la loro visione del mondo, analizzando ciò che più sta loro a cuore.

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