ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado B. Croce di Forlì (FC) - 2L

Sordità, sfidare il silenzio con la musica

I ragazzi hanno imparato la lingua dei segni italiana e scoperto alcune tecniche con cui le persone non udenti possono sentire i suoni

Il 15 settembre 2022 abbiamo conosciuto una persona che ha segnato il nostro percorso scolastico dal punto di vista didattico e umano. Noi siamo la 2L della scuola secondaria di primo grado ’Benedetto Croce’ di Forlì.

Nella nostra classe è presente una compagna sorda profonda segnante. Dall’anno scorso abbiamo avuto l’opportunità di apprendere la lingua dei segni italiana (Lis) e di conoscere la cultura dei sordi. Oltre a imparare la Lis, abbiamo scoperto come una persona sorda possa imparare, emozionarsi, esprimersi con la musica. Sembra impossibile, invece non è così. Quest’anno abbiamo affrontato il tema della relazione tra musica e sordità.

Esistono molte persone in grado di testimoniare che tale relazione è possibile. Una di queste è Davide Santacolomba, un pianista che, riuscendo a sentire solo i suoni gravi, studia i brani nel registro più basso e poi li tra-sporta nelle tonalità originali, riuscendo a immaginare i suoni più acuti. Un altro esempio è Evelyn Glennie, una percussionista che suona scalza per riuscire a sentire le vibrazioni emesse dallo strumento; in questo modo rende al meglio le dinamiche dei brani proposti. Nonostante si pensi che le persone sorde non riescano a cantare, ciò non è vero perché esistono cantanti sordi che scrivono e interpretano canzoni. Un rapper che ci ha stupito è Brazzo; lui canta e allo stesso tempo segna in Lis, in questo modo può farsi ascoltare da udenti e sordi. Un suo testo ci ha colpito in particolare: egli esprime con amarezza come ancora sia difficile l’inclusione di cantanti sordi nel contesto musicale nazionale.

Durante questo percorso abbiamo incontrato Giulia Mazza, una violoncellista udinese di 38 anni sorda profonda. I suoi genitori si sono accorti della sua sordità quando aveva 3 mesi. A 8 mesi ha messo l’apparecchio acustico e ha cominciato un percorso logopedico. Una musicoterapeuta, Giulia Cremaschi Trovesi, insegnante di pianoforte, ha iniziato a seguirla sin da piccola. A 6/7 anni, Giulia ha cominciato a suonare il violoncello. È stata proprio la musicoterapeuta a consigliarle di suonare questo strumento, perché ha suoni simili a quelli della voce umana e ciò l’avrebbe aiutata nell’acquisizione della parola. Si è così appassionata tanto da essersi inventata un sistema a rilievo sulla tastiera dello strumento, per facilitarne l’utilizzo, chiamato ’braillecello’. Giulia ci ha detto: «Ho cominciato ad esercitarmi osservando le mie dita sulla corda, ascoltando la sensazione che mi arrivava al collo, al torace, alle spalle, alle braccia, al cuore».

Grazie a lei abbiamo capito che non bisogna interrompere mai la ricerca di soluzioni e strategie per superare gli ostacoli che la vita ci pone. Giulia ci ha dato l’impressione che, se lo si vuole veramente, si può raggiungere un obiettivo nonostante tutte le difficoltà; l’importante è avere forza di volontà, passione e pazienza, non perdendo tuttavia mai il sorriso. Giulia infatti, nonostante tutto, ha continuato a combattere per inseguire il suo sogno.

Nel nostro percorso abbiamo scoperto, con non poca sorpresa, anche come la tecnologia permetta ai sordi di percepire e ascoltare la musica. Vibes Tunes, ad esempio, è un’app che trasforma le canzoni in vibrazioni che si alternano in base alle note e alla loro combinazione dando così la possibilità a una persona sorda, tramite la percezione tattile, di ’ascoltare’ la musica. Esiste poi la pedana sensoriale, una pedana rettangolare in legno in grado di trasformare i segnali audio sonori in vibrazioni, permettendo al corpo di sperimentare rumori e suoni. Dunque i sordi possono apprezzare, anche se in modo diverso, una forma d’arte così preziosa. Nonostante questo percorso interessante, ancora facciamo fatica a comprendere come tutte queste persone sorde siano in grado di riuscire a suonare o cantare senza potersi ascoltare.

Abbiamo quindi preso consapevolezza del fatto che la musica completa tutti noi, sordi e udenti, ci fa stare bene e ci accompagna nel nostro percorso di vita.

Classe 2ªL 

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