ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado G. Pascoli di Cento (FE) - 2B

«Vi racconto gli anni di piombo in Italia»

Il magistrato Francesco Caleca illustra agli studenti i difficili momenti vissuti dal nostro paese tra il 1960 e il 1980

LA GIUSTIZIA ADOTTA LA SCUOLA La classe 2ª B della scuola secondaria di primo grado, I. C. “Giovanni Pascoli” di Cento partecipa al progetto “La giustizia adotta la scuola”. Tale attività, fortemente voluta e supportata dalla dirigente Laura Riviello, prevede un approfondimento, attraverso percorsi interdisciplinari, sugli Anni di Piombo, per ricordare gli attentati, le vittime, la risposta dello Stato e della Magistratura. Il progetto è proposto dalla Fondazione Vittorio Occorsio, nata per onorare la memoria del magistrato Vittorio Occorsio, ucciso in un attentato nel 1976 a Roma. La nostra classe ha avuto l’opportunità di conoscere Francesco Caleca, Procuratore Aggiunto del Tribunale di Bologna. Il Magistrato, con simpatia e competenza, ha delineato le caratteristiche di quei difficili anni che vanno dal 1969 al 1982; ha, poi, approfondito l’argomento, soffermandosi sull’attentato di Bologna del 13 marzo 1979. Fu un’epoca storica in cui si verificarono atti di terrorismo, lotte armate e violenza nelle piazze. Il fenomeno si diffuse in tutta Europa, però in Italia durò più a lungo e causò un maggior numero di morti. Tutto ha avuto origine dalle conseguenze della Seconda Guerra Mondiale: le frange di estrema Sinistra sentivano che la lotta partigiana era stata tradita e miravano a portare avanti una rivoluzione per stabilire un governo comunista; la Destra auspicava un ritorno al regime fascista.

Il primo attentato colpì Milano, a piazza Fontana. Un’altra strage è quella a Bologna, il 2 agosto 1980. Un ordigno fu piazzato nella sala di attesa della Stazione Centrale, dove i villeggianti stavano immaginando le sospirate ferie. Alle 10.25 scoppiò l’inferno: l’orologio della stazione è fermo a quell’ora, a ricordo dell’evento. Ottantacinque morti e duecento feriti. Mai un attentato aveva causato tanti morti.

Il terrorismo di quegli anni ha avuto caratteristiche diverse.

La Sinistra realizzava attentati mirati a colpire un obiettivo particolare; la Destra voleva creare un clima di paura. Unico è stato il risultato: morte, terrore, insicurezza. Nostro compito è ricordare quei fatti e onorare, attraverso la memoria, le vittime. Vittime che ricoprivano cariche pubbliche, come Aldo Moro, e vittime sconosciute, ma non meno importanti, come Graziella Fava.

 

PER NON DIMENTICARE LE VITTIME INNOCENTI DEL TERRORISMO Barbara Azzaroni era una insegnante. Aveva una figlia, ma questo non le impedì di entrare in clandestinità. Abbandonò lavoro e famiglia, si trasferì a Torino, sotto falsa identità. Il 28 febbraio 1979, si trovò in un bar con altri terroristi per organizzare un attentato; erano armati e portavano il giubbotto antiproiettile. Uno dei complici, che aveva il compito di fare da palo, entrò in un negozio e comprò una maschera di Carnevale. Il commesso si insospettì dato che proprio quel giorno era cominciata la Quaresima; chiamò la polizia, che arrivò immediatamente, facendo irruzione nel locale. Barbara e il suo complice iniziarono a sparare; i poliziotti risposero al fuoco, uccidendoli entrambi. Il 6 marzo si svolse il funerale della Azzaroni: più di duemila persone parteciparono a volto coperto, sfidando i controlli. Nei giorni successivi la stampa si scagliò contro il terrorismo e contro Barbara, attirando la vendetta dei militanti armati. Il 13 marzo i terroristi entrarono nella sede dell’Associazione Stampa dell’Emilia-Romagna, intrappolarono gli impiegati nello sgabuzzino, presero i pochi soldi che trovarono, si impossessarono dell’elenco dei giornalisti, poi appiccarono il fuoco. Le forze dell’ordine intervennero e fecero evacuare l’edificio. Purtroppo, nessuno pensò a Graziella Fava, collaboratrice domestica di una signora che aveva l’appartamento vicino alla sede dei giornalisti. Il corpo fu trovato presso l’ascensore, dopo che l’incendio fu spento: era morta soffocata a causa delle esalazioni di fumo.

 

La redazione della classe 2ª B della Scuola Secondaria di Primo Grado, I. C. “Giovanni Pascoli” di Cento.

Ecco i giovani cronisti Ismail Agmar, Abdul Qadeer Ahmad, Leonardo Albani, Ali Razah, Andrea Amato, Amir Arshid, Noor Azam, Bogdan Baboi, Imran Bouchamia, Veronica Bragazzi, Roberta Cannatà, Mattia Cicotti, Penelope Estrada Cruz, Ciro Cucurachi, Ilary Diaco, Alessio Finotelli, Alviya Hussain, Kashaf Ishtiaq, Michael Mark Kotei, Matilda Manservisi, Uzair Naveed, Saif Sayari, Ahmad Ali Shabbir, Ikram Soudi, Ilaria Viaggi.

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