ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Betti di Fermo (FM) - 3D

Antropocene, sfida per la letteratura

Questo concetto è utile per riflettere sulle azioni della creatura più invasiva del pianeta e sul futuro

Sarà il caso di imparare a rincorrere i dinosauri? I ragazzi della Betti raccontano l’antropocene e la scoperta di un nuovo umanesimo. Vedere con il cuore e prevedere: la risposta creativa alle sfide della complessità.

Siamo entrati in una nuova era? Se ne sono accorti gli scrittori o solo gli scienziati? Antropocene è un termine utilizzato da Crutzen (NobelChimica1995), per indicare una nuova era geologica, che si distingue per l’impatto determinante della specie umana sul clima e sull’ambiente: l’era dell’uomo, che in poco tempo ha compromesso gli ecosistemi terrestri.

La scienza non ha provato che quella umana possa considerarsi una forza geologica, ma il concetto di antropocene è utile per riflettere sulle azioni della creatura più invasiva del pianeta e sul futuro. Con la nostra classe abbiamo così partecipato a un progetto dal titolo ‘L’Antropocene: una sfida per la letteratura’, insieme alle scuole della rete Compita Marche, presentando lo scorso 2 maggio il nostro lavoro alla giornata finale organizzata dal Liceo di Recanati. Siamo partiti dall’affermazione di Schweitzer (Nobel Pace 1952): «L’uomo ha perduto la capacità di prevenire e prevedere. Andrà a finire che distruggerà la Terra» e abbiamo provato a rovesciare il punto di vista, scrivendo una risposta della stessa Madre-Terra all’Homo Sapiens, sul modello della Lettera dal Pianeta Terra del climatologo Mercalli (da Non c’è più tempo 2018), che si ispirava al chimico e scrittore Levi. Abbiamo valorizzato le espressioni letterarie attente all’ambiente, leggendo alcune pagine di autori capaci di vedere oltre, come Calvino e Buzzati, che in alcuni suoi racconti ci mostra l’uomo visto dagli animali.

Ma soprattutto, ad averci ispirato è stata la sensibilità di Leopardi, che con l’Operetta Morale ‘Dialogo di un folletto e di uno gnomo’ ridimensionava il ruolo di protagonista assoluto che l’uomo da sempre si attribuisce.

E così, fondendo suggestioni leopardiane e racconti fantascientifici come ‘La sentinella’ di Brown, abbiamo sperimentato un laboratorio di scrittura creativa attraverso qualche modesta ma per noi divertente ‘operetta ambientale’ intitolata ‘Dialogo della Terra e di un extraterrestre’, che è stata l’occasione per spostare il punto di vista su tematiche importanti nell’attualità, sulle quali proprio la letteratura può offrire un contributo. L’antropocene lo aveva già visto il poeta recanatese, che non smetterà di parlarci finché ci sarà vita umana sulla Terra.

Quali sono le ‘magnifiche sorti e progressive’? Risponde Mauriac (Nobel Letteratura 1952): «È inutile per l’uomo conquistare la Luna, se poi finisce per perdere la Terra».

Classe III D

 

«Chiusi gli occhi e provai a vedere quello che vedeva lui: e a un certo punto, accadde. Eccolo lì: il mesozoico. Un diplodoco mangiava i fiori della mamma.

Uno pterodattilo volava sopra le nostre teste. Uno stegosauro si nascondeva dietro il sofà». Il 15 aprile con le seconde e le altre terze della scuola abbiamo avuto la fortuna di conoscere dal vivo G. Mazzariol, il giovane autore del libro ‘Mio fratello rincorre i dinosauri’ (2016), il romanzo di formazione nato dalla sua storia autobiografica che abbiamo letto con le insegnanti. L’incontro ha costituito per tutti noi un momento molto toccante, in cui confrontarci con lo scrittore in carne e ossa sulle pagine lette e sulle tematiche trattate: disabilità, inclusione, famiglia, amicizia, affetti, pregiudizi. Giacomo ci ha raccontato come sia stato difficile per lui accettare la ‘diversità’ del fratellino speciale, soprattutto durante l’adolescenza, fino a quando non ha cominciato a guardare il mondo con gli occhi di Giovanni, che è diventato così il supereroe che lui da piccolo si era sempre immaginato. L’esperienza ci ha trasmesso molti insegnamenti: la più preziosa è questa, che sforzarsi di guardare con gli occhi degli altri, entrando nel loro mondo è il primo passo per cambiare la visione della realtà.

Classe III D

 

Una strategia educativa e divertente per imparare a guardare con gli occhi degli altri è il ‘debate’: si tratta di un confronto orale regolamentato tra due squadre che rispettivamente sostengono e controbattono un’affermazione avendo come scopo finale non la vittoria ma il miglioramento; è un esercizio alla tolleranza, che consente di comprendere e rispettare idee diverse dalle proprie, ma anche di acquisire una visione globale. Poiché bisogna essere capaci di una visuale sempre più ampia e di una messa a fuoco sempre più profonda dei complessi problemi dell’attualità, attraverso le esperienze di quest’anno, abbiamo provato a studiare l’antropocene nella letteratura guardando l’uomo dal di fuori: spostare il punto di vista è una scuola per crescere, promuovendo il pensiero critico. Ma abbiamo anche imparato a ‘vedere i dinosauri’, cioè a distinguere quello che è visibile, ma anche a scorgere quello che è invisibile, a prevedere e prevenire. Per questo occorre un cuore capace di andare oltre le apparenze, l’esteriorità, i luoghi comuni, i pregiudizi, la miopia. Un cuore intelligente. Perché non si vede bene che col cuore.

Classe III D

 

Ecco gli studenti della classe III D della scuola media Betti di Fermo, coordinati dalla prof Ilenia Achilli.

Classe III D: Samindi Bamunusinghe, Nicolò Cataldo, Lorenzo Cerretani, Matteo De Angelis, Anna Diletti, Riccardo Donzelli, Rebecca Ercoli, Said Gheriani, Marco Leone, Martina Lobello, Viola Luciani, Lorenzo Memè, Sofia Monti, Diana Nanu, Leonardo Piergentili, Adam Polini, Dijar Qerkini, Rocco Settimi, Regina Xhumri. I cronisti hanno dedicato la pagina al racconto di esperienze significative vissute nell’anno scolastico. 

Votazioni CHIUSE
Voti: 0

Pagina in concorso