ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Gessi di San Pietro in Vincoli (RA) - 3B

La seconda guerra mondiale vista dai bambini

Dalle conversazioni con i novantenni del paese gli studenti della scuola media di San Pietro in Vincoli hanno ricostruito vari episodi

Tutti i ragazzi e le persone di oggi non riescono a immaginarsi la vita ai tempi della guerra per capirlo abbiamo intervistato chi a quei tempi era bambino o ragazzino. Solo a fare il confronto tra la vita di oggi e la vita del passato si può notare la differenza di educazione e di comportamento dei bambini e degli adolescenti dovuta sia agli insegnamenti dei genitori che alle scarse possibilità economiche dovute ai tempi e alla guerra.

I bambini inconsapevoli del pericolo della guerra erano spesso spensierati rispetto agli adulti, che dovevano stare attenti a qualsiasi cosa facessero. I bambini badavano ai maiali, facevano i compiti, giocavano con le biglie e si divertivano con poco.

Si vestivano con le poche cose che possedevano anche senza mutande, solo con pantaloni.

Dato il grande bisogno di aiuto di ogni famiglia contadina tante volte i ragazzi non arrivavano a finire nemmeno le scuole elementari. I tedeschi erano una presenza inquietante: tante volte entravano nelle case in cambio di qualcosa senza fare violenze gratuite. Per i bambini i te-deschi erano buoni perché li facevano divertire, fare nuove esperienze e lavorare, dando lo-ro in compenso merendine, al-tre volte li portavano in giro con camionette o jeep all’insaputa dei genitori. Per quanto potesse-ro sembrare buoni ai bambini, la storia del nostro territorio ci dice ben altro. La guerra consisteva spesso in azioni di guerriglia dei partigiani a cui i tedeschi rispondevano con rappresaglie (fra le tante la più tragica fu la strage dei 56 martiri a Madonna dell’Albero il 27 novembre 1944).

Le famiglie per sfuggire ai bombardamenti alleati o ad azioni di guerra si nascondevano in posti disgustosi, in mezzo ai canneti, in postazioni di fortuna, fra scarafaggi e topi, spesso lontani da casa. I bambini venivano messi dai genitori anche dentro le botti per proteggersi dai bombardamenti improvvisi. Eppure i bambini ridevano e non si facevano sopraffare dalla paura o dallo sconforto che pure esistevano.

Al ritorno a casa non trovavano più niente: case distrutte, bruciate, senza più il luogo dei ricordi il presente diventava più duro. La guerra era la guerra e si stava combattendo una guerra di Liberazione. Una volta un gruppo di partigiani uccise due tedeschi. Dopo questo ci fu un rastrellamento. Portarono via delle persone e la sera le torturarono uccidendole. Poi c’erano i bombardamenti che lasciavano nei terreni dei buchi dal diametro anche di 40 metri. La paura era tanta perché i tedeschi avevano dei cannoni che arrivavano a grandi distanze tipo 40-50 chilometri. Quando bombardavano tremava la terra per questo si rifugiavano in cantina e a volte ci dormivamo anche.

Le persone dovevano stare sempre attente perché appena facevano un movimento troppo visibile dal cielo, potevano arrivare giù delle bombe. Per questo quando si sentiva il rumore dei bombardieri si spegnevano più luci possibili per non attirare l’attenzione dei piloti. In quel periodo si viveva nell’ansia di ricevere brutte notizie: morte di amici e parenti, arresti, deportazioni, distruzioni. Eppure quelli che furono bambini in quei giorni hanno anche buoni ricordi.

Classe 3^ B Scuola media ‘Romolo Gessi’ di San Pietro in Vincoli Prof Sabrina Briganti

 

Sauro Babini, Teo Foschi e io sin da piccoli ci siamo sempre conosciuti vista la poca differenza di età. Sauro Babini (1925 1944) e Teo Foschi (1927 – 1944) furono due partigiani miei compaesani.

Teo Foschi era il mio vicino di casa, più cresceva, più la sua tendenza antifascista cresceva, la stessa cosa capitò a Sauro.

Sauro viveva con la sua mamma e sua sorella Anna le quali avevano una rivendita di granaglie e mangimi per animali e mi ricordo che io ci andavo spesso.

I fascisti scoprirono che aveva amici partigiani perciò cominciò a temere che lo potessero arrestare e portare in Germania, allora decise di raggiungere i partigiani che si trovavano a San Martino in Gattara.

Partì da casa a piedi per raggiungere la montagna ma una volta arrivato fu sorpreso da una pattuglia tedesca. Lui in mano aveva un fucile per tenere a bada i tedeschi e per salvare i suoi compagni, ma nello scontro venne ucciso.

Arrivò la notizia che era morto un partigiano, dopo svariate ricerche capirono che era proprio lui, Sauro, così lo andarono a prendere e il funerale si tenne a Pilastro ma il cippo rimase lassù dov’era morto. Teo Foschi aveva 17 anni ed anche lui scelse di entrare fra i partigiani. Una sera si recò a casa della sua ragazza che abitava vicino alla Lama, un canale del posto.

Una volta arrivato vide due tedeschi che gli si avvicinavano, decise di affrontarli, ma i due tedeschi, che avevano armi migliori, ebbero la meglio e venne ucciso.

Il suo corpo fu custodito da me e suo fratello Tiberio nella chiesa di Roncalceci per una notte per paura che i tedeschi se lo portassero via.

Irene Pappi, classe 3^ B Scuola media ‘Romolo Gessi’ di San Pietro in Vincoli Prof Sabrina Briganti

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