ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria I grado Silvio Pellico di Voltana (RA) - 3F

Un viaggio senza l’aeroplano Alla scoperta di nuove culture

Intervista a Paola Bianchi, che ha vissuto per alcuni mesi tra Pechino e Shanghai, e Moussa N’Diaye, nato e cresciuto nella periferia di Dakar

Vi siete mai chiesti come sarebbe vivere al di là dell’Europa? Sicuramente vi sarà capitato. ‘Vite ad altre latitudini’: ecco come abbiamo visitato la Cina e il Senegal senza aver bisogno di viaggiare in aereo. Grazie a questo progetto, abbiamo avuto la fortuna di scoprire culture e tradizioni di altri Paesi, attraverso la testimonianza di due ragazzi che abbiamo incontrato: Paola Bianchi, che ha vissuto per alcuni mesi tra Pechino e Shanghai e Moussa N’Diaye, nato e cresciuto nella periferia di Dakar in Senegal, e che, in seguito, si è trasferito per alcuni anni qui in Italia, nella provincia di Ravenna. Attraverso le loro parole, i loro racconti e gli oggetti che ci hanno portato in classe, abbiamo capito la bellezza di questi mondi così lontani da noi.

Paola ci ha raccontato che è stata attratta, fin da piccola, dall’Oriente ed è andata in Cina per la prima volta durante i suoi studi, per circa 3 mesi, per poi tornare e rimanere lì per altri 6 mesi. La cosa che le manca di più quando è qui in Italia è la varietà della cucina, l’alto tasso di popolazione, la convivialità, le città molto moderne, la cultura e, in generale, il modo di vivere.

Moussa, poi, ci ha letteralmente catapultato in Africa parlandoci delle tradizioni del Senegal, ma quello che ci ha colpito di più è stato come ha vissuto l’adolescenza qui in Italia. Ci ha rivelato che non ha mai avuto molte difficoltà a imparare l’italiano perché quando è arrivato aveva solamente sette anni e a quell’età era molto curioso e iperattivo, quindi ha trovato divertente imparare una nuova lingua ed è stato facile per lui, anche grazie ai suoi compagni di classe.

Oltre a questi due incontri, ne abbiamo in programma un altro a maggio con Marisol Medina, originaria di Maracaibo, che ci parlerà del Venezuela.

In conclusione, questo progetto ci ha arricchito, ci ha letteralmente fatto atterrare in altri Paesi e ci ha aperto la mente facendoci capire la diversità e la straordinarietà di ogni tipo di cultura e tradizione che abbiamo conosciuto. Infine, ci ha permesso di incontrare delle persone in carne e ossa che, attraverso i loro racconti, ci hanno mostrato uno stile di vita diverso dal nostro e ci hanno fatto assaporare le vite ad altre latitudini geografiche.

Danya Atti, Nicole Martelli, Margherita Massarenti, Chiara Monti, Alessia Sbarbati, Giulia Loredana Tabac, Nicole Giulia Tugurlan con la partecipazione di Sofian Saadouni, Stefano Vastano e Filippo Venieri Scuola media ‘Pellico’ di Voltana Professoressa Silvia Di Pietro

 

Paola Bianchi, ci racconti come sono le case in Cina? «Le case non sono molto diverse dalle nostre, soprattutto nelle grandi città dove i grattacieli moderni non differiscono dalle nostre abitazioni, se non per gli arredi interni. Gli appartamenti storici, invece, sono messi a corte, ovvero le abitazioni sono distribuite intorno ad uno spazio aperto centrale sul quale si affacciano le varie stanze».

Quali elementi della cultura cinese ti piacciono di più? «Gli elementi che mi piacciono di più della Cina sono la cucina, gli abiti chiamati qipao con un’apertura laterale, fatti di seta. La seta è un prodotto molto importante, che proviene da un insetto. Questo materiale è sempre stato un tessuto invidiato, ricercato dagli occidentali per la lucentezza e per le sue pregiate decorazioni. All’inizio era una moneta di scambio con altri prodotti lungo la via della seta, percorsa anche da Marco Polo. In seguito, poi, è arrivata in Occidente tramite i monaci dell’imperatore Giustiniano che contrabbandavano le uova del baco da seta a Costantinopoli, inserendole in canne di bambù».

C’è qualcos’altro che ti piace? «Sì, molte cose. Per esempio mi piace molto il tè: in Cina ne esistono di vari tipi come quello bianco, giallo, verde, nero, oolong e quello chiamato pu’er.

Mi piace molto anche la giada, che è una pietra verde molto importante: si dice che porti via i mali. E, poi, mi piace anche scrivere gli ideogrammi: per farlo si usa la carta di riso e dei pennelli che vengono imbevuti di china nel calamaio».

Per finire, quali sono i piatti tipici? «Uno dei piatti tipici sono i ravioli al vapore, che si cucinano soprattutto per Capodanno. Il raviolo richiama la forma del lingotto d’oro che è un segno di ricchezza e fortuna. Uno dei piatti sempre presenti in tavola, poi, è il riso, che accompagna tutti i cibi, specialmente carne e verdure: è un po’ come il pane per noi».

Moussa N’Diaje, come è il clima in Senegal? «Il Senegal è un territorio tropicale caratterizzato da 2 stagioni: la stagione delle piogge, che dura principalmente 3 mesi (solitamente luglio, agosto e settembre) e la stagione secca che copre gli altri 9 mesi».

Quali sono i piatti tipici? «I piatti tipici sono principalmente tre. Il Ceebu jen è un piatto composto da pesce, riso e una vasta scelta di verdure. Va mangiato in un unico piatto grande, decorato e tradizionalmente si trova al centro della tavola e si mangia con le mani. Il Ceebu jen è diventato addirittura Patrimonio dell’Unesco. Altri cibi tipici sono Yassa Poulet e Mafe. Quest’ultimo è uno spezzatino di carne, con verdure, cipolle e burro d’arachidi».

Ultima curiosità: come si celebrano i matrimoni o qualsiasi altro tipo di festa in Senegal? «In Senegal per celebrare cerimonie o, appunto, i matrimoni, si fanno dei riti religiosi in cerchio e subito dopo ci sono dei balli e dei canti. Il ballo tipico senegalese che viene praticato è il Sabar che, oltre a essere un ballo, è anche uno strumento a percussione usato dai griot, i cantastorie. In questo ballo le donne si mostrano con abiti lunghi, colorati e molto decorati e si liberano mostrandosi per come sono. Il Sabar è un modo diverso per comunicare, non con le parole, ma attraverso i movimenti del ballo».

Danya Atti, Nicole Martelli, Margherita Massarenti, Chiara Monti, Alessia Sbarbati, Giulia Loredana Tabac, Nicole Giulia Tugurlan con la partecipazione di Sofian Saadouni, Stefano Vastano e Filippo Venieri Classe 3^ F Scuola media ‘Pellico’ di Voltana Prof Silvia Di Pietro

Votazioni CHIUSE
Voti: 0

Pagina in concorso