ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado P.V. Marone di Predappio (FC) - 2C

Il Colombre di Buzzati naviga ancora oggi

A 50 anni dalla scomparsa del grande scrittore, i ragazzi si confrontano con un suo testo e con la sua eredità sempre attuale

A cinquant’anni dalla scomparsa di Buzzati leggere il Colombre è sempre un’emozione. Il testo ’spacca’ sempre, tocca i tasti più dolenti delle nostre fragilità. Buzzati lo abbiamo letto e scoperto insieme, come una canzone, nella nostra fantastica 2ªC e non lo dimenticheremo mai.Si può scrivere un articolo sul Colombre per tanti e diversi motivi: per suggerire un testo che ci ha colpito e appassionato e augurare una buona lettura; per ringraziare Buzzati di averci lasciato un racconto che insegna che le paure vanno affrontate rincorrendo sogni e traguardi ogni giorno; per far felice la nostra professoressa che con questo scrittore, pittore e altro è un po’ fissata; per lavorare tutti insieme come fossimo una piccola redazione.

Il Colombre è la storia di un giovane ragazzo, Stefano Roi, appassionato di navigazione, che al suo dodicesimo compleanno,navigando su un veliero insieme al padre, si accorge di un puntino nero che avvicinandosi affiora in superficie, una pinna a duecento-trecento metri che lo seguiva. Il padre, interrogato dal figlio, scruta la sagoma con il canocchiale, sbianca all’avvistamento dell’animale e risponde a Stefano che si tratta di una creatura terribile, il Colombre, uno squalo misterioso che tutti i marinai temono, una bestia chesceglie la propria vittima e la perseguita tutta la vita, fino alla morte. Sempre il padre fa invertire la rotta riportando il figlio a terra, per proteggerlo, implorandolo di tenersi lontano per sempre dal mare.

Stefano è ubbidiente e tenta altre professioni, a terra, ma ama il mare e divenuto adulto torna alla vita di mare, come il padre.

Naviga nella bonaccia e nella tempesta per quasi cinquant’anni, ossessionato da quel mostro marino che tiene lontano ma che allo stesso tempo lo affascina. Solo sentendosi vecchissimo, vicino alla morte, deciderà di incontrarlo e allora scoprirà l’imprevedibile verità: il Colombre non voleva perseguitarlo, desiderava anzi raggiungerlo ad ogni costo per donargli una perla carica di amore, pace, saggezza e fortuna, una perla che lo avrebbe reso immensamente felice esaudendo i suoi desideri. Ma per Stefano morente era ormai troppo tardi. Anzi era tardi per tutti e due, anche per il Colombre che aveva cercato instancabilmente di portare a termine la sua missione. Una fortuna immensa andata sprecata per una leggenda, un’esistenza rovinata da una diceria diffusa.

L’atmosfera del racconto è fatta di attesa e mistero.

Il Colombre diventa il simbolo di un destino non realizzato, di una felicità sempre desideratama mai raggiunta. Questo ci ha fatto riflettere. Spesso noi ragazzi abbiamo paura, anche solo di fare brutta figura, e restiamo in silenzio, ma dobbiamo superare questi timori perché sbagliare serve a crescere. Le paure spesso sono irrazionali e quando schiacciano una persona, magari uno di noi, ne segnano il destino. Rischiare può essere un’occasione per mettersi in gioco, per non rinunciare a una nuovaesperienza. Bisogna trasformare la paura in coraggio, andarle incontro per non esserne più ossessionati e cercare di fare ciò che non si è capaci di fare: solo così si impara a farlo. E’ importante nella vita affrontare le proprie paure e i propri limiti, senza arrendersi, anche quando sembrano muri altissimi o avversari difficili da vincere. Occorre cercare una soluzione e fare in modo che la paura non diventi un incubo, dando il meglio di noi, per poi essere felici per quello che siamo e che abbiamo. Stefano muore solo su una barchetta. Buzzati racconta di un barchino che approda sulla scogliera spinto dalla risacca, di due pescatori che vi trovano uno scheletro che stringe un sasso bianco, la perla del mare. La sua solitudine e il suo vuoto interiore dipendono, però, dalle scelte fatte durante la sua vita. Come Stefano, spesso anche noi restiamo intrappolati a lungo nelle nostre paure, ma questa storia ci ha insegnato che occorre affrontarle anche quando è difficile. Vogliamo sentirci pieni di tutte le sfumature possibili di emozioni e di aneddoti da raccontare, storie tristi e storie felici. Perché queste, qualsiasi esse siano, saranno la storia della nostra vita.Classe 2ªC

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