Shoah, ecco le nostre pietre d’inciampo
Gli studenti della 2ª A hanno inciso i nomi dei giovani morti nei lager nazisti. Sono state messe nell’atrio della scuola e davanti alle classi
Nella giornata del 27 gennaio, abbiamo riportato alla memoria i fatti legati alla Shoah, un periodo della nostra storia incredibilmente violento e difficile da capire. Noi delle classi 2ªA e 2ªC, in particolare, ci siamo soffermati a riflettere sull’etimologia del termine «Ricordo», parola latina composta da «re» cioè indietro e «cor» cioè cuore. Ricordare pertanto significa «richiamare nel cuore». Abbiamo così provato a «richiamare nel cuore» il dolore e la sofferenza di tante persone discriminate per la loro origine ebraica. Abbiamo sentito nel cuore la compassione, anche questo un bellissimo termine latino composto da «cum» cioè insieme e «patior» cioè soffrire. Pieni di compassione, nel tentativo di riportare nel cuore il ricordo delle tante vittime dell’Olocausto, abbiamo realizzato in 2ªA delle pietre d’inciampo e in 2ªC il muro del dolore. Noi della 2ªA abbiamo deciso che il 27 gennaio nella nostra scuola tutti avremmo dovuto fa-re attenzione a non «inciampare» sulle pietre che portano i nomi di ragazzi e bambini morti nei lager ideati dai nazisti. Con questo intento abbiamo collocato le pietre d’inciampo nell’atrio della scuola e davanti alla porta di ogni classe in modo che anche tutti i compagni potessero fermarsi per non inciampare. Noi della 2ªC abbiamo invece cercato «le parole dell’odio», quelle che hanno discriminato, offeso, umiliato, denigrato e ucciso milioni di persone senza alcun motivo. Ne abbiamo trovate tantissime, quelle più rappresentative le abbiamo affisse ad un muro simbolico, il muro dell’odio appunto, che teniamo in classe per ricordarci sempre che le parole possono uccidere.
La nostra iniziativa è stata il tentativo di restituire un po’ di dignità a tutte quelle persone che ne sono state depredate e abbiamo fatto nostre le parole di Anna Frank «spero nel sole anche quando piove». Le classi IIA e IIB