ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Boiardo di Ferrara (FE) - 2B - 3G

Quattro chiacchiere col presidente della Spal

Tacopina intervistato dai cronisti della 2B. «Qualunque cosa vogliate fare, fatela con cuore e amore», la frase rivolta agli alunni di 2B e 3G

LO SPORT e la passione per il calcio entrano a scuola con questa bella intervista realizzata dagli alunni della 2B della scuola Boiardo. I giovani reporter sono stati seguiti dalla professoressa Isabella Dallapiccola.

Quattro chiacchiere con il presidente della Spal «Qualunque cosa vogliate fare, fatela con cuore e amore». Questa è la frase che Joe Tacopina, presidente della Spal e grande avvocato, ha dedicato alle classi 2B e 3G della scuola media M.

M. Boiardo, che hanno fatto interessanti domande alle quali lui ha risposto in maniera cortese e disponibile, creando così un vero clima di intervista.

In questo momento, preferisce vivere in Italia o in America? «In Italia sono sicuramente più rilassato, è una vita che scorre più lentamente rispetto a come vivo in America, lì sono sempre di corsa e la notte faccio fatica a dormire» Perché è entrato nel calcio proprio in Italia? «Visto quanto per l’Italia il calcio sia importante, mi ha scaldato il cuore vedere come i tifosi incitano le squadre, è una parte fondamentale del gioco, è lo stesso motivo per cui ho scelto la Spal» Cosa pensa delle persone violente? «Questa è una questione di rispetto, una partita non è questione di vita o di morte. Non si dovrebbe prendere mai qualcosa di bello come il calcio e renderlo violento» Cosa pensa del calcio femminile? «Trovo che sia estremamente importante supportarle. Quanto cuore hanno, quanto impegno ci mettono, tutto questo mi fa felice. Penso che se ami il calcio devi avere opportunità di praticarlo, non importa il sesso. In realtà, in America, il calcio femminile è molto importante, più di quello maschile, che è molto meno seguito” Lei sa giocare a calcio? «Purtroppo no, ma è per questo che sono il direttore e non l’attaccante. Ma sono bravo ad hockey, sport che pratico sin da bambino» Qual è la parte più difficile del suo lavoro? «Sicuramente tenere sempre tutti concentrati sulla stessa impresa; è fondamentale che in una squadra abbiano tutti la stessa visione e non ogni persona su un obbiettivo diverso» Cosa pensa del doping? «Penso che sia solo una forma per barare, è inutile, tanto alla fine verrai preso. Si stanno creando idee sbagliate, il doping non è il gioco» Qual era il suo sogno da bambino? «Come ogni ragazzo, i miei sogni cambiavano mentre crescevo. Da piccolo volevo essere un giocatore di hockey professionista, poi volevo avere una grossa e bella macchina, ed infine essere un bravo avvocato» Lei pensa che ci siano sogni irrealizzabili? «Mi ricordo che quando ero bambino, i miei genitori non erano benestanti, ma avevamo una pasticceria. Se io avessi detto loro che sarei arrivato dove sono ora, mi avrebbero detto che era impossibile, ma ora guardatemi. Quindi no, non penso che ci siano sogni irrealizzabili, ogni cosa può accadere, non dimenticatelo mai».

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