ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Istituto Santa Filomena di San Giovanni in Marignano (RN) - 1B - 2A - 3

L’intervista impossibile ad Achille

L’eroe della mitologia greca nella guerra di Troia e il parallelismo con il conflitto in corso tra Russia e Ucraina

In epica abbiamo studiato l’Iliade e abbiamo conosciuto Achille. Al più grande degli eroi greci abbiamo rivolto alcune domande in un’intervista impossibile.

Cantaci, Pelide Achille, perché sei così ricordato e famoso nella storia?

«Sono così celebre, poiché ho combattuto la leggendaria guerra di Ilio e mi sono battuto contro Ettore, valoroso principe di Troia, sconfiggendolo clamorosamente».

Ma di questo scontro vai fiero o ne sei dispiaciuto?

«Se lo devo confessare, nel profondo del mio cuore ho un senso di colpa infinito che spesso mi turba e mi addolora avere ucciso un uomo con i miei stessi ideali, un fratello».

Ci potresti parlare di questa guerra?

«Siamo arrivati a Troia con le nostre navi senza sapere che la guerra sarebbe durata così tanto. Nel primo attacco la vittoria sembrava che fosse già nelle nostre mani, però ci sbagliavamo: gli arcieri nemici hanno decimato il nostro esercito e abbiamo dovuto ritirarci nei nostri accampamenti senza nessun risultato positivo. In seguito ad altri assalti, Ettore tolse la vita al mio amato amico Patroclo, per questo, mosso dall’ira e dalla vendetta, decisi di combattere contro di lui. Da questo scontro uscii vincitore, pur rimanendone desolato. Dopo questo avvenimento, la mia morte per mano di Paride non fu molto lontana».

Che storia appassionante e commovente! Ma è vero che sei stato ucciso da una freccia conficcata nel tallone?

«Sì, è stato davvero così. Paride con il suo arco da lontano mi colpì proprio nell’unico mio punto mortale, il famoso tallone d’Achille».

Ma come è possibile che un uomo come te, invincibile e immortale, possa morire in questo modo alquanto insignificante e poco coraggioso?

«Mia madre Teti mi raccontò, come narra la leggenda, che, da piccolo, mi aveva immerso nelle acque dello Stige per rendermi immortale e invincibile, ma il mio tallone non fu bagnato e pertanto restò vulnerabile. Per questo morii nell’unico modo possibile così ingiusto e bizzarro».

Ultima domanda. Cosa pensi della guerra tra Ucraina e Russia? È più crudele di quella che hai combattuto?

«Questa è una guerra sciocca e insensata, che uccide vite umane preziose come fosse un giochetto tra due bambini: Putin e Zelensky. È molto più crudele e feroce a causa delle nuove invenzioni militari come bombe, fucili, mine e testate nucleari che da un momento all’altro possono esplodere e non conosce tregua: neppure nelle festività ci sono pause per la pace! Sono stato spietato in battaglia, sì, ma non ho mai colpito i civili e rimpiango di esser morto per sete di gloria, per affermare me stesso. Vorrei essere ricordato non solo per la mia ira ma anche per aver amato».

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