Pagelle, che storia: le vendeva il tabaccaio
Dal Regno d’Italia alla Repubblica: all’origine non c’erano voti, ma valutazioni e le famiglie dovevano comprarsele. I commenti dei ragazzi
La pagella scolastica fa parte della vita di ogni studente e dice molto sulla scuola: le materie, il comportamento, i voti e i giudizi, il risultato finale, ecc.
Deriva dal latino pagellam, un diminutivo di pagina. Il primo attestato di promozione risale al 1783, quando l’Imperatore Giuseppe II d’Asburgo rende obbligatorio un certificato scolastico con un breve giudizio sull’alunno: nel 1783 firmò una legge che obbligò tutto l’impero a stampare un certificato che imponeva agli insegnanti di mettere nero su bianco le capacità di lettura e scrittura degli alunni.
Le prime pagelle del Regno d’Italia avevano impresso lo stemma sabaudo, i giudizi erano espressi in valutazioni e non in voti numerici, ma furono introdotte ufficialmente in tutte le scuole italiane solo in epoca fascista, con regio decreto del 1926. Non erano però gratuite, le famiglie dovevano acquistarle dal tabaccaio per 5 lire (circa 3 euro di oggi) e moltissime famiglie erano troppo povere per comprarle: solo nel 1929 il pagamento fu abolito.
Realizzata in cartoncino, conteneva l’indicazione della classe e le caselle delle materie (come storia e cultura fascista, lettura, far di conto, recitazione e lavori donneschi e manuali). In quanto ai giudizi, si andava da ottimo a sufficiente, fino al temutissimo e raro inclassificabile.
Nel 1946 la pagella divenne uguale dalle elementari alle superiori: da colorata e illustrata com’era stata nel Ventennio, divenne azzurra o verde e i voti (dal 10 in giù) sostituirono i giudizi. In Italia i voti si sono sempre alternati ai giudizi. Oggi la pagella, come il registro che riporta assenze, note e interrogazioni, arriva alle famiglie tramite registro elettronico. Ma cosa ne pensa la 2ªA della pagella appena ricevuta? D.: Sono contento di quello che ho visto tranne per alcune materie ed è sempre bello ricevere la pagella perché sai che i prof l’hanno già fatta, ma non sai mai quando ti arriverà: ti dicono sempre “Esce tra qualche giorno!!!”. B.: Sono soddisfatta dei miei e voti, anche se avrei potuto fare di meglio, nel secondo quadrimestre cercherò di dare il massimo. F.: Felice di ricevere la pagella e sono contento dei voti ottenuti. C.: Non sono felice della mia pagella perché potevo impegnarmi di più in questo primo quadrimestre, ma nel secondo mi impegnerò, il miglioramento sta già iniziando, l’hanno detto i prof!