ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado di Roncofreddo di Roncofreddo (FC) - 3E

Troppa violenza? Educare e non censurare

Secondo alcuni i contenuti aggressivi di film e videogiochi urtano la sensibilità dei più giovani e possono avere un effetto negativo

La rappresentazione della violenza nei film e nei videogiochi è un argomento che fa molto discutere nella nostra società. Secondo alcuni, i contenuti violenti urtano la sensibilità dei più giovani e possono avere un effetto negativo sulle menti deboli e influenzabili, che finiscono per abituarsi alla violenza o trovarla divertente. Sono noti, infatti, episodi di cronaca i cui autori sono stati ispirati da film o videogiochi. Ma non è troppo comodo attribuire loro questa responsabilità? «La violenza – afferma Bianca – è sempre esistita. Rispetto al passato la sua rappresentazione è più evidente, ma questo non significa che le persone siano diventate più violente». Del resto tanti, anche tra noi, conoscono film o videogiochi che contengono violenza, ma non per questo sono diventati violenti. «Credo che le persone non diventino violente per colpa della visione di un film – sostiene Erika – ma siano influenzate di più dalle parole e dal trattamento che ricevono ogni giorno nella vita reale». «Secondo me le persone che sostengono che i videogiochi siano promotori di violenza non si prendono le proprie responsabilità e non capiscono che siamo in una società in cui tutti siamo responsabili dell’educazione degli altri – aggiunge Noah -. Sono i genitori ad essere responsabili di quello che fanno vedere ai loro figli ed è colpa loro se vedono qualcosa di inappropriato che li traumatizza, dato che i limiti di età per film e videogiochi ci sono e sono ben visibili». «La colpa di questi mezzi di comunicazione per la diffusione della violenza nella vita reale secondo me è minima, dipende dalle scelte di una persona o dalla sua educazione: i giovani sono in grado di distinguere tra realtà e finzione se sono stati educati bene – continua Leonardo -. Una conseguenza del mancato controllo da parte dei genitori consiste nel fatto che, dato che i bambini ormai hanno accesso quasi a tutto, sempre più persone chiedono la censura dei contenuti violenti. Questa non ci sembra una risposta adeguata». «Il realismo di alcune scene può avere una finalità educativa perché la violenza, che piaccia o no, fa parte della vita e della storia ed è bene esserne consapevoli – sostiene Samuele -, a nessuno verrebbe in mente di criticare un documentario o un film sulla Shoah perché mostra delle immagini forti». «Censurare non è mai educativo, e censurare la violenza significherebbe censurare talmente tanti film, videogiochi e anche libri che resterebbe ben poco di interessante – sostiene Leonardo -. Per questo sono contrario anche all’ossessione del politicamente corretto». «Non si dovrebbe mai censurare: piuttosto, non bisognerebbe permettere la visione di certi contenuti a tutte le età – dice Eleonora – ma l’integrità delle opere d’arte va conservata». Pensiamo che, se è importante non perdere la percezione della realtà, la censura non serve. La classe III E della scuola media di Roncofreddo

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