ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di primo grado Borsellino di Jesi (AN) - Redazione

Jesi chiede più spazi per i giovani

È la sintesi delle dichiarazioni raccolte tra i ragazzi che vorrebbero più spazi e aree verdi per giocare

«Jesi dovrebbe promuovere più iniziative per i giovani». È questa la sintesi delle dichiarazioni raccolte fra gli jesini, soprattutto ragazzi e ragazze, che vorrebbero più spazi e aree verdi per giocare e stare insieme. A fine gennaio gli studenti del laboratorio di giornalismo sono andati, divisi in gruppi, a fare delle interviste. Uno degli argomenti su cui è stata sondata l’opinione dei cittadini era cosa pensavano si dovesse fare per i giovani.

Una 25enne ha detto che «sarebbe meglio chiedere proprio ai giovani cosa vogliono fare, quali attività educative e divertenti sia giusto realizzare e che servono. Vogliamo essere ascoltati e avere la possibilità di fare proposte». Conferma Maria Silvia Cardinali: «Servirebbero spazi come luoghi di aggregazione, impianti sportivi e strutture che hanno come priorità iniziative di gruppo, giardini sicuri per i giovani e per dove ritrovarsi senza preoccupazioni». Per Emanuele Fantini servirebbero «ingressi gratuiti per ai cinema e per attività culturali, che servono per crescere». Alessia Gambuzzi afferma che l’importante sarebbe «creare associazioni fatte per i giovani e addirittura fondate da loro». La pensa diversamente Denis Fabri, il quale sostiene che a Jesi «ci sono molte opportunità per i giovani rispetto al passato. In particolare riguardo alle opportunità nel settore dello sport e delle attività laboratoriali e creative». Una signora, Daniela, dice che «i giovani non devono essere lasciati allo sbando e molto spesso la colpa è di noi adulti. Le iniziative possono partire dalle cose culturali fino ad arrivare a delle discoteche però più sicure, senza nessuna violazione come l’uso di sostanze o altro. I gestori devono garantire che siano luoghi di divertimento senza però oltrepassare il limite. Quando era giovane c’erano più attività sociali ed educative rispetto ad oggi, dove si pensa più a stare sui social». Angela Contes e Simone, due ragazzi che lavorano in una delle tabaccherie di corso Matteotti, ci dicono che «mancano eventi o più in generale attrazioni per i giovani».

Un’altra ventenne osserva come «mancano del tutto degli spazi ampi all’aperto per noi ragazzi, e ovviamente sicuri, dove non avere preoccupazioni». Aggiunge anche che «ci sono molti posti abbandonati dove potrebbero nascere delle nuove iniziative per i giovani della nostra età. Penso ad esempio all’area dell’ex ospedale di viale della Vittoria: invece di fare abitazioni o parcheggi per le auto si potrebbero creare degli spazi di aggregazione».

Anita Grattini, Emma Paris, Sofia David, Michele Petrolini, Alessio Radicioni

In questi tempi vengono utilizzate molto le piattaforme online, come ad esempio Youtube, Instagram o TikTok.

I ragazzi passano troppo tempo davanti a queste App, quindi non si dovrebbe comprare un telefono a un bambino di dieci o dodici anni di età, perché in questi siti si trova di tutto, anche contenuti sicuramente non adatti ai più piccoli. A controllare di più i ragazzi dovrebbero essere naturalmente i loro genitori. Senza contare che stare troppo tempo al telefono non è positivo, anzi porta a stare sempre più tempo in casa, mentre è più giusto che i giovani si vedano e stiamo insieme, e non davanti a uno schermo. Uno dei problemi è l’utilizzo improprio del telefono, come quello che si fa a scuola, dove i cellulari non dovrebbero essere mai accesi. Questo ci fa capire che ci sono delle persone che non riescono a stare cinque ore senza telefono. Inoltre i genitori potrebbero scaricare delle applicazioni che consentono loro di vedere quanto tempo i propri figli stanno sul telefono. C’è chi addirittura resta sveglio tutta la notte con lo smartphone in mano, e il giorno dopo si addormenta a scuola, o addirittura in giro. Se si sta troppo incollati al telefono, infatti, si tende a dimenticare tutto il resto. Se c’è un controllo da parte dei genitori, si può evitare anche che i bambini scarichino video non adatti alla loro età. Nell’uscita con il Laboratorio di giornalismo abbiamo intervistato una nonna su questo argomento. La signora Loretta Fabrizi ci ha detto che «nella mia famiglia il telefono è proibito fino al compimento dei dodici anni».

Un altro signore, di nome Dino, ha confermato che «anche i miei figli, che ormai sono adolescenti, in effetti stanno molto tempo sui social network. E’ un problema, perché così hanno meno tempo per stare con i loro coetanei all’aria aperta, come succedeva alla mia e alle passate generazioni». Non sempre però succede questo, nel senso che l’utilizzo del cellulare anche fra i bambini delle scuole elementari è sempre più diffuso.

Dalle interviste emerge come siano i nonni quelli più consapevoli dei rischi che questo comportamento comporta, e quelli più propensi a dare regole che limitano l’uso dei cellulari stessi.

Valentino Quercetti II A

LA PREOCCUPAZIONE

L’inchiesta che abbiamo svolto a Jesi, sentendo le persone sul tema delle iniziative per i giovani, ci ha fatto riflettere. Da quello che dicono gli intervistati emerge che non ci sono molte attività per i giovani. Una conseguenza negativa è che ci sono ragazzini si danno al divertimento con alcool o sostanze stupefacenti, perché cercano un modo con cui svagare la mente, ovviamente in modo molto negativo. Esistono modi più salutari di divertirsi con gli amici, senza finire nel baratro totale. In particolare Jesi ha più ampi luoghi verdi: purtroppo molte di queste aree sono frequentate da spacciatori o gente non raccomandabile. Quindi dobbiamo iniziare noi giovani a immaginare e creare delle proposte e delle iniziative con cose che ci piacciano e che possono essere anche educative. In effetti ci sono degli strumenti come la Consulta dei giovani, che interessa però gli studenti delle scuole superiori. È importante poter far sentire la nostra voce.

Però ovviamente ci serve un aiuto degli adulti, non possiamo fare tutto da soli: serve un sostegno maggiore. Un messaggio per il sindaco da tutti i ragazzi del corso di giornalismo della «Borsellino» è questo: bisogna creare iniziative per noi giovani e aiutarci a stare uniti, soprattutto ora che ci stiamo rialzando dalla pandemia e dobbiamo ritornare alla normalità di prima.

Anita Grattini, Emma Paris, Sofia David, Michele Petrolini, Alessio Radicioni

Votazioni CHIUSE
Voti: 0

Pagina in concorso