ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Istituto Santa Filomena di San Giovanni in Marignano (RN)

Roald Dahl e le sue parole di troppo

Gli eredi del famoso autore di libri per ragazzi vogliono sostituire alcune definizioni: «Sono offensive»

Roald Dahl è un autore amato da molte generazioni per i suoi romanzi per ragazzi come «La fabbrica di cioccolato», «Matilde», «Le streghe» e «Il GGG». Tuttavia, negli ultimi anni, gli eredi di Dahl hanno deciso di intraprendere un’iniziativa alquanto insolita per modificare il linguaggio utilizzato nei suoi libri. In particolare, i suoi discendenti stanno pensando di sostituire le parole che possono essere considerate offensive o denigratorie, come «grasso, brutto e pazzo» in altre meno offensive. Questo ha sollevato molte discussioni sulla necessità di modificare il linguaggio usato da un autore. Alcune persone ritengono che sia giusto modificare le parole offensive nei libri per bambini, poiché possono influenzare la loro percezione e comprensione del mondo. Altri, invece, sostengono che l’eliminazione di queste parole sia un atto di censura che altera il lavoro dell’autore e la sua intenzione originale. Gli eredi di Dahl sostengono che la modifica del testo sia giustificata, «poiché il linguaggio utilizzato in passato potrebbe non essere appropriato per i lettori di oggi». Ritengono che la modifica del testo non alteri l’intenzione dell’autore, piuttosto lo renda più accessibile auna generazione più moderna. Ad esempio, la parola «grasso» potrebbe essere sostituita con «rotondo» o «pieno di vita», la parola «brutto» con «diverso» o «non convenzionale» e la parola «pazzo» con «eccentrico», la parola «strega» con «donna dai particolari poteri», la parola «gigante» con «essere di straordinaria statura» e la parola «fantasma» con «immagine soprannaturale». È importante ricordare comunque che la lingua e la cultura sono in continua evoluzione e questa iniziativa potrebbe avere un impatto positivo sulla vita di molti bambini che possono essere stati bullizzati o isolati a causa del loro aspetto o della loro personalità. Insomma un tema molto controverso che richiede un’attenta considerazione e una coscienziosa valutazione. Secondo noi giovani lettori roaldiani convinti, tutto questo clamore è un pochino eccessivo: bisogna rispettare l’epoca in cui lo scrittore ha vissuto e la sua intenzione comunicativa. Per qualche persona contraria non si può certo pubblicare un libro con parole modificate. Se si vuole che il proprio figlio non legga quel libro, è compito preciso del genitore intervenire e non della casa editrice o dell’autore. Viva Roald Dahl e la sua meravigliosa fantasia che ci ha portati a spasso in mondi fantastici dove abbiamo imparato a riconoscere e a scegliere il bene.

Claudio De Mitri, Morgan Bucchi, Giovanni Maria Martini, Tommaso Sartori, Francesco Guerra

La parola blue jeans deriva dalla frase «Blue de Genes» che significa blu di Genova. Intorno all’Ottocento, con le emigrazioni, la tela blu di Genova arrivò fino in America dove venne utilizzata per creare capi di abbigliamento per i minatori. In Russia arrivarono solo nel 1957: a Mosca per il festival della gioventù, così anche il popolo sovietico ne venne a conoscenza. I jeans più famosi nel mondo sono i Levi’s nati nel 1873 da un sarto di nome Jacob Williams Davis e quest’anno compiono centocinquanta anni, ma non dimostrano affatto la loro età. Inizialmente i jeans venivano fabbricati per gli operai perchè comodi e trattenevano anche il calore in modo che il lavoratore ne fosse confortato. I primi jeans nel mondo della moda apparvero negli anni ‘60. Nel tempo si sono evoluti e hanno dato vita a jeans di tipi diversi. Nel 2022 c’è stato un grande ritorno dei jeans low waist, un vero e proprio tuffo negli anni 2000. I jeans hanno segnato la storia dell’abbigliamento casual, una rivoluzione e un’icona nel mondo della moda e non stancano mai, infatti sono indossati da tutti, grandi e piccoli, giovani e anziani.

Riccardo Prioli, Virginia Olmeda, Leonardo Molari, Penelope Mami Classe I

Il 13 marzo il Papa ha festeggiato 10 anni di pontificato. La sua attenzione si è sempre rivolta ai più deboli, agli ultimi, ai poveri e ultimamente alla costruzione della pace. Ciò che colpisce di questo pontefice è la sua apertura, il suo coraggio nell’affrontare le sfide e le provocazioni del mondo. «La Chiesa – ha detto il Papa tante volte – deve uscire dalle sacrestie e scendere in strada, andare nelle periferie del mondo e diventare una casa, una famiglia dove tutti possono sentirsi accolti e abbracciati, una chiesa-ospedale da campo dopo una battaglia, attenta al Signore e attenta a quel Signore che incontriamo nei fratelli più poveri». In questi primi dieci anni di pontificato Papa Francesco ha insegnato a tutti che la cultura del benessere, che ci spinge a pensare solo a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri e ci fa vivere in bolle di sapone illusorie che portano alla globalizzazione dell’indifferenza. Ci ha insegnato ad amare il creato, ad averne cura e agire e operare nel mondo con sentimenti di misericordia. Caro Papa Francesco, ti siamo vicini e non ci dimentichiamo di pregare per te».

Emanuele Cantarini e Gabriele Valdinoci Classe III

Torna dopo due anni di pandemia e stop, la tradizionale festa in maschera per la scuola Santa Filomena. Ogni ultimo venerdì di Carnevale viene organizzata da anni. Ogni classe durante le ore di musica e educazione fisica sceglie come mascherarsi in gruppo e prepara un balletto. Noi di terza abbiamo montato il palco. Il giorno della festa abbiamo ricevuto una grande sorpresa: i nostri prof, vestiti da pirati con a capo il preside Capitan Uncino, si sono esibiti in un balletto strepitoso e hanno spaccato. È stata una super festa con tante maschere e frittelle.

Gabriele Valdinoci III B

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