ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

IC Spinetoli - Monsampolo - Acquaviva di Monsampolo del Tronto (AP) - 2B - 3A

Cambiamenti climatici, le colpe dell’uomo

Quelli a cui stiamo assistendo negli ultimi 150 anni non sono normali perché sono innescati da noi, a partire dalla rivoluzione industriale

Il cambiamento climatico è un insieme di alterazioni ambientali riconducibili alle attività umane, come ad esempio le emissioni di gas serra a cui consegue l’innalzamento della temperatura globale. Questi cambiamenti ci sono sempre stati, ma quelli a cui stiamo assistendo negli ultimi 150 anni non sono normali perché sono innescati dall’uomo e dalle sue attività. Si chiama effetto serra antropico e si aggiunge a quello naturale. Con la rivoluzione industriale l’uomo ha rovesciato in atmosfera tonnellate di anidride carbonica e altri gas serra portando la quantità di CO2 al doppio rispetto agli ultimi anni. A differenza dei livelli preindustriali la temperatura media del pianeta è aumentata e con la mancanza di interventi potrebbe peggiorare. L’impatto del riscaldamento globale è già evidente, ad esempio, il ghiaccio marino artico è diminuito di molto e il livello del mare si è innalzato, mentre le specie vegetali e animali si spostano in modo imprevedibile da un ecosistema all’altro, creando danni alla biodiversità in tutte le parti del pianeta. A provocare più danni, però, è il consumo di carbone, petrolio e gas che rappresentano la maggior parte delle emissioni di gas serra. Per risolvere questo problema sarebbe ideale utilizzare mezzi di trasporto sostenibili come auto ecologiche, mezzi pubblici, biciclette e car sharing, preferendo quanto possibile il treno all’aereo; ridurre i propri rifiuti, eliminando il più possibile gli imballaggi, riutilizzandoli e riciclando nel modo più corretto i materiali utilizzati. Tra le principali e negative conseguenze di tutto questo c’è il fenomeno della migrazione di molte persone, che non riescono più a vivere in certe condizioni – per la siccità o per continue alluvioni – e, quindi, sono costrette ad allontanarsi per trovare condizioni migliori. Mancanza di risorse e di sistemi di protezione sociale caratterizzano le migrazioni climatiche di persone che restano colpite da un vuoto di politiche a livello nazionale e internazionale. Eppure, esse sono già in atto: l’alterazione delle precipitazioni, l’aumento delle temperature e altri eventi ambientali estremi rendono le condizioni di vita delle popolazioni sempre più precarie, costringendole a spostarsi. Dall’Africa sub-sahariana, dalle zone aride del Sud America o del sud est asiatico il numero di cittadini partiti per sfuggire alle conseguenze dei cambiamenti climatici è aumentato di anno in anno e questo fenomeno appare sempre più minaccioso e inarrestabile.

Ci sarà davvero la scomparsa delle Maldive? Questa domanda sta preoccupando molti esperti e appassionati di viaggi, ma la risposta non è così semplice. L’arcipelago è noto per le sue spiagge da sogno, il mare cristallino e la fauna marina unica al mondo. Tuttavia, la minaccia dell’innalzamento del livello del mare causato dal cambiamento climatico sta mettendo a rischio la sua esistenza. Secondo alcuni esperti, le Maldive potrebbero scomparire sotto le acque entro la fine del secolo. La maggior parte delle isole si trova a meno di un metro sopra il livello del mare, rendendole particolarmente vulnerabili. Tuttavia, il governo delle Maldive sta cercando di affrontare il problema attraverso politiche di riduzione delle emissioni di gas serra e la realizzazione di progetti di difesa delle coste; misure che però potrebbero non essere sufficienti a salvare l’arcipelago. L’aumento delle temperature globali e il conseguente innalzamento del livello del mare stanno mettendo a rischio molte altre aree costiere del mondo. In definitiva, non sappiamo con certezza se le Maldive scompariranno o meno, ma ciò che è certo è che il cambiamento climatico rappresenta una minaccia concreta per la sopravvivenza. È importante che tutti i paesi si impegnino a ridurre le emissioni di gas serra e proteggere le aree costiere vulnerabili, al fine di preservare il nostro pianeta e la sua bellezza naturale.

Noi come ragazzi appartenenti alla generazione green possiamo compiere gesti piccoli ma concreti che possono salvare gran parte del pianeta. Queste sono solo alcune azioni che noi possiamo intraprendere per aiutare il nostro pianeta che da anni è compromesso dall’attività umana: ridurre il consumo di acqua, chiudendo il rubinettoquando ci laviamo il viso o i denti; muoverci a piedi, in bici o con i mezzi anziché utilizzare la macchina che inquina molto; spegnere gli stand by degli elettrodomestici; pulire casa con prodotti ecologici; non sprecare energia elettrica, quindi spegnere la luce di una stanza quando non siamo al suo interno; utilizzare borracce per non utilizzare plastica e lattine in alluminio; ridurre il consumo di oggetti monouso. In inverno vestirsi con abiti più pesanti per non accendere il riscaldamento. Riciclare di più per produrre meno, differenziando i rifiuti e consentendo ai materiali di scarto di essere convertiti in altri prodotti. Utilizzare meno carta, non stampando fogli non strettamente necessari; scegliere prodotti biologici, che significa proteggere la terra coltivata e diminuire l’impatto ambientale, premiando una produzione naturale.

La pagina dei campionati di giornalismo di oggi è stata realizzata dagli studenti e dalle studentesse del plesso di Spinetoli dell’IC Spinetoli – Monsampolo – Acquaviva. L’articolo sui cambiamenti climatici e le migrazioni è a firma di Nicole Patacca, Edoardo Celani, Cristina Lupi e Rodrigo Elezi (classe 3A).

Il pezzo sul rischio scomparsa delle Maldive è stato scritto da Adriano Oxaha (classe 2B). L’articolo sul rapporto tra cambiamento climatico e nuove generazioni è opera di Giorgia Tesse, Beatrice Valerii, Sara Del Toro e Raysibell Alvarez (classe 3A). I ragazzi nel loro lavoro sono stati coordinati dai docenti Ivana Palma e Alessio Alessandrini.

Votazioni CHIUSE
Voti: 0

Pagina in concorso