ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Istituto Maestre Pie di Bologna (BO) - 2C - 2A

Fare lezione in inglese: «Yes, we can!»

In questo istituto si usa il sistema Clil: settimanalmente, alcune materie selezionate vengono trasmesse in lingua straniera

Affrontare in inglese lo studio di un argomento di letteratura, musica, scienze, matematica, arte o tecnologia? Yes, we can, grazie al progetto Clil, avviato con successo alle Scuole Maestre Pie dallo scorso mese di settembre. Con lo scopo dichiarato di favorire sia l’acquisizione di contenuti disciplinari, sia il miglioramento delle competenze in inglese, il Clil – acronimo che sta per Content and language integrated learning – è una pratica che si sta affermando diffusamente in ambito scolastico, come mostra anche il fatto che i nostri libri di testo delle varie materie hanno apposite sezioni dedicate alla trattazione di determinate tematiche in una lingua straniera – l’inglese, appunto – che è ormai indispensabile saper padroneggiare in tutti i contesti. Secondo un calendario predisposto dai nostri docenti, nel corso di tre ore distribuite in altrettante settimane, si studiano in inglese precisi argomenti riguardanti diverse discipline. I «moduli» Clil prevedono la compresenza in aula del docente di materia e di un insegnante d’inglese, che interagiscono tra loro e con noi prevalentemente in lingua straniera. Dopo un momento di brainstorming, utile per mettere a fuoco gli aspetti principali del tema da trattare e apprendere il lessico specifico dell’argomento in inglese, la classe si divide solitamente in piccoli gruppi che lavorano su domande-stimolo: il confronto tra le risposte fornite è il punto di partenza per una discussione alla quale tutti partecipiamo attivamente, incoraggiati dai nostri insegnanti a metterci in gioco senza timidezza o scrupoli eccessivi legati magari a una pronuncia non ancora perfetta. Il momento più divertente è in genere quello del laboratorio che conclude ciascun modulo Clil, perché abbiamo l’opportunità di rielaborare in modo creativo e originale ciò che abbiamo imparato, per esempio scrivendo a più mani un sonetto in inglese o girando in lingua uno spot pubblicitario sulle energie alternative. Il bilancio dell’esperienza Clil è senz’altro positivo perché grazie ad essa stiamo davvero imparando ad intendere l’inglese non solo come una disciplina da studiare, ma sempre più come strumento di comunicazione nel nostro quotidiano.

IIA: L.Baroni, B.Bondi, A.Castellari, A.della Malva, D.Giacomini, M.Gualandi, G.Hassane, D.Lambertini, M.Longo, A.Musiani, E.Pierro, A.Rapparini, G.Sacchetti, R.M.Turchitto, F.Uncini Manganelli

Il Clil è un metodo di insegnamento che si è sviluppato in diversi Paesi europei a partire dal 1990 e oggi è obbligatorio nell’ultimo anno dei licei e degli istituti tecnici. L’obiettivo è duplice: aumentare la padronanza della materia e portare la competenza linguistica a un livello più alto. Il successo di questa metodologia è dato dal saper creare un equilibrio tra contenuti didattici e strumenti linguistici. Nel nostro istituto mettiamo in pratica questa metodologia didattica fin dalla prima media. I nostri insegnanti di Inglese affiancano settimanalmente uno dei professori di Matematica, Arte, Tecnologia e Letteratura, trattando i contenuti della materia esclusivamente in lingua inglese: questo ci permette fin da subito un approccio multiculturale e multidisciplinare. La lingua è infatti uno strumento di comunicazione, acquisizione e trasmissione del sapere e non una serie astratta di regole grammaticali ed elenchi di parole senza fare un’esperienza linguistica concreta. In questo senso la metodologia Clil si ha permesso di andare incontro a questa esigenza, ha stimolato i docenti che hanno lavorato insieme e scelto gli argomenti delle lezioni, così da fornirci le competenze linguistiche che non solo il futuro mondo del lavoro, ma ormai ogni aspetto della vita quotidiana, richiede.

IIC

Tra i protagonisti di questo progetto abbiamo intervistato Mr Andrew T. Morris, insegnante madrelingua che ha affiancato i nostri docenti affrontando in lingua inglese vari argomenti. Per fare in modo che i docenti possano lavorare al meglio è necessario, sostiene Morris, ridurre il divario tra conoscenza della lingua straniera, da parte del docente disciplinare, e conoscenza della materia da insegnare, da parte del docente di lingua inglese. Importante la possibilità di sperimentare, durante il triennio, lo studio di una materia in lingua inglese, giungendo alla scelta delle scuole superiori. Il successo di questa esperienza nella nostra scuola è dovuto, oltre che alla competenza dei docenti, anche al clima positivo in classe: il Clil favorisce la realizzazione di lezioni dinamiche, simili a workshop, e favorisce la partecipazione di tutti perché particolare risalto viene dato alla comunicazione, attraverso cui si perfeziona la grammatica.

IIC: S. Anatra, A. Barbi, G. Barlozzari, M. Beuri, G. Cacciari, C. Caprioli, V. Carella, M. Emili, J. A. Fanti, C. Frascella, G. Horozian Dini, M. Gherardi, V. Lisi, L. Ricci Picciloni, D. Salicetti, D. Santi

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