ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria I grado Panizzi di Brescello (RE) - 3A - 3C

Risiera di San Sabba, il valore della memoria

I ragazzi della scuola media Antonio Panizzi di Brescello hanno visitato il luogo in cui a Trieste gli ebrei vennero deportati, uccisi o imprigionati

Martedì 28 febbraio scorso, gli alunni dell’Istituto comprensivo di Poviglio e Brescello sono andati a visitare un monumento che è anche un simbolo della memoria italiana: la Risiera di San Sabba, a Trieste, un edificio storico costruito nel 1898 con lo scopo iniziale di lavorare il riso grezzo coltivato nelle campagne, per poi essiccarlo e tostarlo. Successivamente venne occupato dai Tedeschi dopo l’8 settembre 1943, trasformato in un campo di prigionia nazista e successivamente dotato di un forno crematorio con il nome di ’Polizeihaftlagerì (campo di detenzione di polizia). In questo luogo gli ebrei vennero deportati, in parte uccisi o imprigionati. Moltissime di queste persone persero la vita, ridotte in condizioni terribili. Per sbarazzarsi di loro le SS usarono metodi molto crudeli, come camion dentro ai quali gli ebrei venivano caricati in massa per farli morire asfissiati con il gas. Ai detenuti razziali considerati più pericolosi, che dovevano essere uccisi e cremati entro poche ore, era riservato uno stanzone che prese il nome di «cella della morte». Una volta arrivati gli alleati, i prigionieri vennero uccisi e, per non lasciare prove, i soldati del-le SS fecero saltare in aria il forno crematorio. La superficie che subì l’esplosione divenne un monumento commemorativo della Shoah. Alcuni studenti del nostro Istituto hanno onorato la memoria delle vittime deponendo dei fiori vicino alla lapide che ricorda i loro nomi, in un luogo che prima trasformava le colture in riso e poi iniziò a trasformare gli uomini in cenere. Tutti gli studenti sono rimasti fortemente scossi ed impressionati dalle terribili condizioni di vita alle quali vennero sottoposti coloro che erano imprigionati nella risiera di San Sabba e che venivano considerati veri e propri rifiuti. Molti sono rimasti sconcertati per come venivano considerate queste persone, dei semplici numeri, uno meno importante dell’altro. Si riteneva che per ucciderli fosse troppo dispendioso usare persino un normale proiettile, che secondo la concezione hitleriana valeva molto più della vita di un singolo prigioniero. Alla fine della visita, gli alunni si sono offerti di commentare la loro esperienza alla risiera: «Non credevo che si potesse morire in un modo così crudele. Mi ritengo fortunato a non essere nato nel 1945. Io sono scioccato dall’idea di aver camminato su un mucchio di cadaveri per deporre i fiori in onore delle vittime» La visita a Trieste, tra risate e pianti, ha fatto riflettere tutte le classi che ne hanno preso parte, permettendo agli alunni di diventare consapevoli di ciò che è successo in passato, con la speranza che niente del genere possa verificarsi in futuro.

Elena Bondavalli Gabriele Mori Nicole Perna III C

Che cosa sono i social? Come tutti sappiamo, la nostra vita negli ultimi anni è stata completamente rivoluzionata dai social, strumenti che permettono di creare delle reti sociali tramite web. Questa nuova realtà è vista da alcuni adulti come una perdita di tempo, mentre è solo una nuova opportunità per socializzare e lavorare in modo diverso dal solito. Come già detto, alcuni adulti guardano a questo nuovo mondo con sospetto, quando non addirittura con aperta ostilità, perché secondo loro noi giovani utilizziamo i social in modo sbagliato o semplicemente perché loro non capiscono il potenziale che questi possono darci. Al di là degli aspetti negativi e delle preoccupazioni di questi adulti, i social possono costituire un nuovo strumento lavorativo e aiutare anche quelle persone che cercano di intraprendere un percorso nell’ambito digitale. Molte persone riescono a diventare degli imprenditori o consulenti pubblicitari grazie anche a piccole collaborazioni con alcuni brand. Anche se finora abbiamo elencato molti degli aspetti dei social che riteniamo positivi, tuttavia ce ne sono altrettanti negativi, come ad esempio l’eccessiva influenza che hanno sui giovani di oggi e sui bambini, ai quali alcuni genitori danno in mano il cellulare quando piangono, per tranquillizzarli e non essere disturbati. Un altro problema relativo ai social è la dipendenza che possono provocare soprattutto nell’età giovanile. Infatti capita spesso che i ragazzi diventino ‘schiavi’ dei social, che poi possono influire negativamente sulla loro normale vita quotidiana peggiorandone la qualità. Inoltre i dispositivi elettronici che usiamo per i social emanano onde elettromagnetiche che possono provocare danni al corpo umano, soprattutto nei bambini e proprio per questo i genitori devono educarli affinché capiscano come utilizzarli nel migliore dei modi e non abusarne. Dunque i social possono avere sia aspetti positivi che negativi: tutto dipende da come e da chi vengono utilizzati.

Matias Benelli Anna Bondavalli Linda Conforti Chiara De Falco Salvatore Guaragna Gaia Perna Leonardo Sanzone III A

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