ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Spallanzani di Sassuolo (MO) - Redazione

Vita virtuale o reale, social come maschera

Per molte persone è fondamentale condividere su internet tutto quello che fanno, alcuni arrivano a scambiare i followers per amici

I social network sono ormai diventati una parte molto importante della nostra vita. Internet è un mezzo di comunicazione potentissimo. Per molte persone è fondamentale condividere sui social ciò che fanno. Ciò è, da un lato, bello, ma può generare in noi l’illusione di avere molte più relazioni di quelle che, in realtà, fanno davvero parte della nostra vita. Dobbiamo infatti sempre ricordarci che condividere esperienze su internet non è la stessa cosa che condividerle nella vita reale, con amici e parenti.

Coloro che guardano le foto che postiamo non proveranno mai le stesse emozioni che noi abbiamo provato in quel momento, perché non erano presenti, non ne sono stati partecipi. Inoltre ciò può portare a dare più importanza ai followers e ai like derivanti dalle foto postate che a vivere a pieno la bellezza del momento immortalato.

Quando si vive un’esperienza non sono tanto importanti le foto che si fanno, ma ciò che si sta vivendo. Le foto sono infatti preziose per ricordare i momenti vissuti. Se però diventano solo un mezzo per essere ammirati, perdono di significato e di valore. Attraverso di esse noi diveniamo solo ’oggetti’ in esposizione, giudicati con superficialità.

Spesso, inoltre, mostriamo una vita che non corrisponde del tutto alla verità, per apparire migliori agli occhi della comunità.

Questo paradosso deriva dal fatto che la società moderna propone dei modelli che bisogna assolutamente seguire poiché, nel momento in cui ci si discosta da essi, si è tagliati fuori. Ciò fa sì che apparire in un certo modo, anche attraverso post falsi o molto studiati e progettati, sia più importante che vivere realmente.

I social possono dunque diventare un mezzo per costruirsi una vita virtuale falsa, in cui mostrare solo ciò che gli altri ritengono positivo, creandosi delle amicizie che in realtà non esistono. I followers, infatti, non corrispondono agli amici veri, che ti conoscono e ti accettano per quello che sei, ma sono solo adulatori di cui noi sentiamo il bisogno per sentirci integrati nella società.

In un mondo in cui abbiamo la sensazione di essere sempre connessi con tutti, è forse importante recuperare la bellezza di una vita vissuta a pieno, con le persone care e con gli amici reali, e spesa per un ideale concreto e sentito, liberandoci dall’ossessione di dover corrispondere a modelli imposti e superficiali e dall’illusione di avere milioni di amici virtuali, che altro non fanno che accrescere la nostra solitudine.

 

Esistono due tipi di bullismo: uno che ferisce fisicamente e uno che ferisce psicologicamente. Il cyberbullismo appartiene a questa seconda categoria e, certamente, questo tipo di prepotenza non ferisce meno della prima.

Oggigiorno il fenomeno del cyberbullismo, nato con l’uso dei social media, si sta diffondendo sempre di più, sicuramente aiutato dal fatto che parlare con una persona guardandola negli occhi è molto diverso che scrivere in modo più freddo e distaccato in rete.

Questo fa spesso dimenticare che, dietro lo schermo di un cellulare e o di un computer, c’è un essere umano che ci ascolta. Il web è divenuto uno strumento per sfogare tutta la propria rabbia, commentando magari con parole violente video o foto postati da altri, scordando quanto la nostra superficialità e arroganza possano ferire profondamente, tanto più che ciò che scriviamo rimane per sempre. Basta la foto sbagliata o un video postato senza il consenso per rovinare la reputazione di qualcuno, per renderlo ridicolo sulla pubblica piazza del web, per togliergli la dignità.

È necessario essere sensibili e acquisire consapevolezza delle responsabilità morali e civili di cui ci facciamo carico nel momento in cui usiamo la rete internet, sia nei confronti degli altri, sia per tutelare noi stessi.

Persone malintenzionate potrebbero utilizzare i dati sensibili che abbiamo condiviso per scopi malvagi. Al contrario noi, se agiamo in modo scorretto, con freddezza e immaturità o cattiveria, possiamo causare danni irreparabili.

L’uso dei social non deve mai farci dimenticare le persone reali a cui giunge il nostro messaggio. Dobbiamo tutti darci da fare affinché la rete del web sia davvero una rete che unisce e non che separa.

Arianna Andreoli Pietro Baroni Andrea Bartolini Anna Lucia Bertolani Jacopo Bortolani Davide Botti Martina Castelli Arianna Comastri Davide Farina Alessia Gallinella Carlotta Gibertini Cristina Marazzi Filippo Massi Emma Montorsi Giacomo Nanni Lorenzo Pagliuca Luca Pietrolati Tommaso Raimondi Riccardo Reggiani Leonardo Sassatelli Schneider Margherita Francesco Zoboli Simone Zoboli

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