ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado A. Manzoni di Pesaro (PU) - 2F

«Cari bulli, ragionate con la vostra testa»

Non bisogna seguire il branco, ma confrontarsi con la famiglia e la scuola, cercando aggregazioni sane nello sport e negli oratori

Con il termine baby gang o banda giovanile, si intende un fenomeno di microcriminalità organizzata generalmente diffuso nei contesti urbani, per il quale minorenni, molte volte guidati da maggiorenni, assumono comportamenti aggressivi ai danni di cose o persone. In questo periodo si legge purtroppo spesso sui quotidiani di atti criminali di questo genere. Anche nella nostra città si sono verificati diversi episodi e ne riportiamo solo alcuni, quelli che ci hanno particolarmente colpito.

La banda di piazza Redi che ha effettuato furti e aggressioni, una rapina ai danni di una signora nel sottopasso della ferrovia, l ’esplosione di due bombe artigianali costruite da minorenni davanti alla scuola Lubich. Lo stesso questore Michele Todisco ha dichiarato: «E’ stato un biennio complicato e quello che registriamo è un maggior coinvolgimento dei minorenni, sempre più protagonisti di vicende delittuose anche gravi o pericolose» e aggiunge: «E’ auspicabile una revisione dell’età di imputabilità perché a volte accompagniamo i giovanissimi in comunità, ma da qui scappano e li ritroviamo a commettere reati. C’è una pericolosità crescente anche in una età così precoce».

Questo fenomeno infatti vede protagonisti bambini e ragazzi tra i 7 e i 14 anni. I minori si riuniscono in gruppi più o meno organizzati, con il preciso scopo di commettere reati. Tra questi figurano frequentemente atti di vandalismo, bullismo, aggressioni, furti e spaccio. Purtroppo spesso sono i più deboli a diventare bersaglio di pestaggi e azioni di bullismo. Il malcapitato può anche essere un semplice passante, colpevole solo di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. Le baby gang agiscono in branco, facendosi forza l’uno con l’altro e coprendosi le spalle a vicenda. Lo scopo delle loro azioni è dimostrare in modo chiaro quanto siano forti e coraggiosi di fronte al gruppo. Ogni azione quindi prevede che ci sia una visione e un’appartenenza al gruppo.

Confrontandoci in classe abbiamo cercato di capire quale potrebbero essere delle soluzioni per risolvere la situazione. Secondo noi gli adolescenti che compiono queste azioni dovrebbero essere più portati a condividere le loro emozioni e la loro vita con i genitori, in modo da essere guidati verso una retta via. I genitori dovrebbero essere più partecipi e presenti nella vita dei giovani e capire se c’è qualcosa che non va. Inoltre i ragazzi andrebbero aiutati e stimolati anche dalla scuola, dalla società per capire che bisogna ragionare con la propria testa e non seguire il “branco”. E’ importante frequentare luoghi sani dove si fa sport, oratori, campi da calcio. Luoghi che cooperano per lo sviluppo di una propria autostima. Dove il gruppo diventa un punto di forza.

Sophia Cardinali, Diletta Tarini, Cristina Giancarli, Giulia Carnaroli, Martina Di Bello, Giulia Cortese, Diego Divi, Chiara Amendolara, Emanuela Manganaro, Gaia Cenciarini, Diego Bannini, Mattia Zandri

 

In classe abbiamo letto e discusso sull’arresto di Matteo Messina Denaro avvenuto in una clinica privata a Palermo il 16 gennaio 2023 grazie all’inchiesta del procuratore antimafia di Palermo Maurizio de Lucia. Partendo da questa notizia di attualità abbiamo deciso di approfondire il tema della mafia. Ci ha colpito molto come ancora oggi molte persone siano costrette a sottostare a queste potenze criminali. Molto potrebbero fare le persone se decidessero di denunciare piuttosto che far finta di niente. Infatti il boss Matteo Messina Denaro è stato aiutato da molte persone a nascondere la propria identità; persone che avrebbero potuto farlo arrestare molto prima se lo avessero denunciato alle autorità. Spesso si scopre che anche uomini e donne che fanno parte dello Stato sono immischiati con la criminalità organizzata, ed è anche per questo che risulta difficile sconfiggerla perché non è facile identificarla perché spesso si mescola con il mondo della gente comune e con il mondo della politica, è quindi un bersaglio ancora poco definito.

Speriamo di leggere sempre più spesso dell’arresto di boss latitanti proprio come quello di Matteo Messina Denaro e che sempre di più, partendo da noi giovani, si capisca che è un dovere di ciascuno di noi quello di avere un senso civico tale da proteggere la nostra comunità sia facendo buone azioni sia denunciando tutti gli atti illegali.

Matteo Amadori, Andrea Arduini, Luca Marescalchi Luca, Luca Milella, Samuele Guglielmi

 

Per i giovani lo sport, oggi come oggi, è molto importante. E’ spesso argomento di discussione e di confronto. Per questo motivo noi, ragazzi della 2 F della scuola “A. Manzoni”, abbiamo voluto approfondire la storia e la carriera di due sportivi in particolare: Victor Osimhen e Austin Daye. Due personaggi presenti nelle cronache sportive di questo ultimo periodo. I due hanno una storia alle spalle molto differente. Austin ha avuto un’infanzia molto agiata data la ricchezza del padre Darren, campione NBA, quindi è stato più facilitato ma proprio per questo avrebbe anche potuto non impegnarsi. Osimhen, invece, è nato in Nigeria, in uno dei paesi più poveri al mondo. Gli è venuta a mancare la madre quando era piccolo e qualche mese dopo il padre rimase disoccupato. Il giovane per portare a casa dei soldi per i sette fratelli vendeva bottigliette d’acqua ai semafori. La sua passione per il calcio iniziò grazie a delle scarpette trovate nei rifiuti.

Quindi lui ha avuto un’infanzia più difficile rispetto a quella di Daye. Osimhen inizia la sua vera carriera al Napoli con un grande futuro davanti a sé, data la sua giovane età, al contrario dello statunitense che ha ben 35 anni e ha già avuto una sua carriera.

Il giocatore pesarese infatti ha giocato per ben sei anni di fila in Nba, poi si è trasferito alla Vl e l’ha salvata dalla retrocessione per ben due anni. I due, nonostante le loro storie diverse, hanno dimostrato un’incredibile grinta e voglia di lottare, cercando di guidare la propria squadra per portarla alla vittoria. Riflettendo sulle loro vite abbiamo capito che il loro punto in comune è stato quello di credere in loro stessi ed essere determinati a raggiungere i loro obiettivi. Entrambi, quindi, sono un esempio.

Mehdi Meneghello, Christian Ovani, Giacomo Pezzi, Alex Agostini, Giacomo Travenzoli

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