Il professore dell’infinito che amava il popolo
Politico, astronomo e matematico originario del paese, Filopanti ha ideato i fusi orari e faceva lezioni all’aperto: una personalità unica
Quirico Filopanti, il professore dell’Infinito, come lo definì Garibaldi, è stato l’inventore dei fusi orari e ha dedicato la sua vita allo studio e all’istruzione delle persone, facendo lezioni all’aria aperta a cui tutti potevano partecipare.
Filopanti non è stato solo un fine uomo di scienza, ma i suoi interessi spaziavano in vari campi dello scibile umano: dall’ingegneria, all’astronomia, alla letteratura e infine alla musica.
Lo scorso 20 aprile, nella piazza di Budrio a lui dedicata, abbiamo festeggiato i 211 anni dalla sua nascita con una grande festa che ha coinvolto non solo studenti e insegnanti, ma tutta la cittadinanza e con una torta dei fusi orari offerta dal «Caffè Filopanti». In questa occasione, abbiamo voluto ricordare, proprio attraverso le parole, la musica e l’arte, la sua personalità eclettica e soprattutto l’amore per il suo paese, Budrio, che lo ha sempre sostenuto, offrendogli la possibilità di frequentare dapprima le scuole budriese, poi l’Università.
Il progetto a cui abbiamo dato vita «Buon compleanno Filopanti» è il risultato dello studio e della rielaborazione di contenuti, ma anche di collaborazioni tra docenti di varie discipline. Abbiamo avuto la preziosa opportunità di conoscere approfonditamente la figura di Giuseppe Barilli (il vero nome di Filopanti), grazie alla professoressa Giovanna Mengoli e alla professoressa e storica Lorenza Servetti, che ci ha raccontato le tappe principali della sua vita, soffermandosi sulla figura dell’uomo, prima brillante studente budriese e successivamente professore appassionato, convinto che il suo compito fosse quello di «spezzare il pane della scienza al popolo».
Da tutte queste riflessioni è nata l’idea di organizzare anche una mostra di caricature di personaggi famosi vissuti tra l’Ottocento e il Novecento, in ricordo di Augusto Majani che realizzò per il Resto del Carlino una celebre caricatura di Filopanti. Questa mostra ha lo scopo di divertire e intrattenere tutti i visitatori, rendendo omaggio ai grandi che hanno segnato la storia, attraverso l’arte della caricatura.
3E: Shadey, Alessia, Leonardo, Jasmine, Alessandro, Martina, Tania, Enea, Luca, Jherald, Omar, Maria Chiara, Yana, Oliver, Eleonora, Fatima, Martina, Matteo, Sandy, Luigi, Giovanni, Matteo, Elisa, Nicole; 3I: Francesco, Zoe, Giovanni, Josè Luis, Mattia, Anas, Zineb, Nicola, Margherita, Viola, Greta, Youssef, Elisa, Alessio, Giovanni, Aurora, Sara, Alessandro, Clara, Giulia, Elena, Josè Eduardo, Emanuele Raul, Ilaria, Michael. Professoresse: Bottazzi, Gironi, Valentini.
Professor Giuseppe Barilli, perché ha preferito farsi chiamare Quirico Filopanti? «Quirico ricorda il mio amore per Roma, Filopanti in greco significa ’colui che ama tutti’. Nella mia vita ho cercato di essere al servizio dell’umanità».
Ci parli della sua infanzia…
«Sono nato nel 1812 alla Riccardina di Budrio da una famiglia modesta, mio padre era falegname e mia madre Clementina si occupava della casa. A Budrio dal 1556 c’era la scuola di latinità e il Comune mi ha dato l’opportunità di frequentare gli studi fino alla laurea in Matematica e Ingegneria Meccanica».
Perché ha deciso di laurearsi in Ingegneria Meccanica? «Per aiutare le persone, infatti ho progettato un acquedotto che potesse portare acqua potabile nelle case, un aratro che funzionasse a vapore, e un dirigibile che potesse contenere più di 200 persone, ma mancavano i fondi per renderli reali.
Durante il mio esilio a Londra ipotizzai la divisione della Terra in fusi orari».
Lei conosceva ed apprezzava il dialetto bolognese, vero? «Certo! Spesso facevo lezione in dialetto ed ebbi l’onore di tradurre una novella di Boccaccio in dialetto budriese».
Lei era anche un fervente patriota, vero? «Partecipai alla battaglia di Piazza 8 Agosto a Bologna nel 1848 e, nello stesso anno, creai e difesi con altri la Repubblica Romana. Incitai i giovani del Battaglione Idice che partiva proprio da Budrio per partecipare alla Prima guerra di indipendenza. A Roma fui eletto più volte deputato alla Camera, definendomi ’uomo del Paese, non dei partiti’.
Nel 1846 scrissi un inno per l’Italia e lo feci cantare a Budrio».
A Filopanti, il professore dell’infinito, oltre ad essere intitolata la nostra scuola, sono stati dedicati: una statua nell’omonima piazza a Budrio, un busto al Gianicolo a Roma, un grande viale a Bologna e anche un’app che fornisce l’orario di mille luoghi diversi. Abbiamo saputo che in prossimità del quindicesimo meridiano, quello dell’Etna, c’è una grande scultura piramidale dove viene ricordato Filopanti. Qualche giorno fa abbiamo incontrato on-line gli studenti della scuola media di Nicolosi, il paese dove passa il meridiano raccontandoci l’un l’altro le nostre città. Un elemento che ci ha colpito è stato il legame che hanno nei confronti dell’Etna, il quale è considerato quasi come una madre per tutta la popolazione, perché, con le sue colate, rilascia sostanze chimiche ottimali per la produzione agricola. Ci hanno parlato dei loro uliveti, vigneti e agrumi. Anche noi abbiamo parlato loro del nostro territorio, raccontando di Budrio e la storia del nostro più illustre concittadino: i portici, la campagna che ci circonda, le acque che Filopanti ha studiato, l’ocarina (lo strumento che ci ha resi celebri nel mondo), il teatro, i musei, le piazze, il cibo e infine la nostra scuola.