ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Pertini2 di Reggio Emilia (RE) - 1A - 1C

Dobbiamo difendere i mari e gli oceani

Il traffico marittimo è una minaccia, le navi da crociera una fonte d’inquinamento che distrugge gli ecosistemi

Un tuffo dove l’acqua è più blu ce lo auguriamo davvero tutti. E non solo in estate. Ma sarà sempre così? E per quanto tempo ancora? Tutti noi abbiamo sentito parlare dell’inquinamento dei mari e oceani: chi ha appreso informazioni in tv, chi sui social, a scuola o semplicemente leggendo e consultando i giornali. Eppure molti non si sono ancora resi conto della catastrofica situazione cui stiamo andando incontro noi e le generazioni future.

Avete mai sentito parlare dell’imponente problema legato al traffico marittimo? Imbarcazioni cariche di sostanze inquinanti, come il petrolio, ogni giorno solcano i nostri mari col rischio di riversarvi sostanze altamente pericolose che compromettono la vita della flora e fauna, e non solo.

Immagino che tutti, almeno una volta, abbiamo desiderato fare un viaggio su una nave da crociera, ma pochi si saranno chiesti quanto possa essere inquinante una nave di questo tipo. Con un solo viaggio, queste imbarcazioni producono più emissioni di CO2 di un viaggio aereo. Le gigantesche e magnifiche navi che regalano sogni ai passeggeri, però, non solo rendono le acque sporche, ma distruggono le barriere coralline piene di specie di pesci, molluschi e cetacei. Oltre alle sostanze chimiche, che vengono riversate nel mare e che pian piano stanno uccidendo molti ecosistemi, c’è anche un altro grande problema: la plastica buttata negli oceani.

È un tema sul quale non si è ancora intervenuti, a mio avviso, in modo veramente efficace.

Così i prodotti tossici o non biodegradabili stanno inquinando le nostre acque sotto gli occhi di tutti. Al largo degli oceani vi sono dei grandi e piccoli ‘isolotti di plastica’. Queste discariche galleggianti si creano nelle aree dove le correnti marine formano giganteschi vortici di acque.

La plastica, in particolare, è il peggior nemico degli animali marini: il suo impatto minaccia infatti oltre 800 specie. Secondo uno studio, dagli anni Cinquanta ad oggi sono stati prodotti più di 9 miliardi di tonnellate di plastica e la maggior parte è nei nostri mari. Si stima che siano oltre 100 mila gli animali a morire ogni anno a causa della plastica. Alcune specie muoiono soffocate perché ne ingoiano piccoli pezzi scambiati per cibo. L’inquinamento dei mari e degli oceani merita molta attenzione: migliaia di esseri viventi a causa nostra soffrono, stanno male e muoiono. Per evitare che questi eventi continuino ad accadere, mettendo a rischio la vita stessa dell’uomo, dobbiamo impegnarci a salvaguardare il pianeta, partendo da piccoli gesti che possono fare la differenza: la raccolta  differenziata, evitare di acquistare prodotti in plastica usa e getta o semplicemente rispettare di più le spiagge. È un atto cui tutti siamo chiamati per salvaguardare i nostri mari, il nostro Pianeta e le future generazioni.

Ludovica Mari I A disegno di Flavia Costantini I A

 

L’obiettivo 16 dell’agenda 2030 mira ad ottenere società pacifiche e inclusive. A questo proposito abbiamo visto il film ‘‘Anne Frank e il diario segreto’’.

Questo film tratta del diario di Anne Frank, dando corpo a Kitty, l’amica immaginaria di Anna, che arriva nella nostra epoca, accompagnandoci in un viaggio sospeso tra passato e presente. Il film tratta di due argomenti: quello della storia di An-ne Frank e quello dei rifugiati di oggi, che ci ha colpito particolarmente. Questo film ci ha fatto ripensare alle migliaia di persone che purtroppo sono dovute scappare dall’Ucraina a causa della guerra e noi le abbiamo accolte, anche nelle nostre case e scuole. Non solo in Ucraina c’è la guerra, ma anche in tanti altri Paesi si combatte per difendere territori e libertà.

Per esempio in Siria la guerra civile continua da circa 12 anni, più di 6,9 milioni di persone sono fuggite dalle loro case, quando vorrebbero semplicemente vivere in pace.

Anche in Venezuela ci sono molti rifugiati: circa 4,6 milioni. Nel2013 sono iniziati ad arrivare rifugiati siriani in Italia, dal mare.

Hanno affrontato le pericolose onde del mediterraneo con imbarcazioni scadenti, rischiando la loro vita e quella dei loro bambini. Sfortunatamente non sempre i rifugiati riescono ad arrivare a destinazione: le statistiche dell’Unhcr mostrano numeri preoccupanti e in continua crescita.

Se si ha la possibilità è importante provare ad aiutare i rifugiati. Ma come? Attraverso, per esempio, il volontariato facendo riferimento a organizzazioni che operano nelle proprie città.

Poi si possono aiutare i rifugiati a integrarsi e a trovare lavoro. Oppure diventare un loro sostenitore e difensore facendo una donazione.

Inoltre, come ha fatto il nostro Istituto Comprensivo lo scorso anno, si possono donare cibo, sapone, vestiti e le cose di prima necessità. Tutti questi picco-li gesti possono fare la differenza e avvicinarci all’obiettivo di una società più pacifica e inclusiva.

Eleonora Burza e Simone Finocchio IC Disegno di Simone Finocchio IC

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