IA, le tappe della sua evoluzione
Si parte già nel 1943, quando McCulloch e Pitts pubblicarono un articolo su un modello matematico
L’intelligenza artificiale (sigla IA) è la capacità di un sistema artificiale di simulare l’intelligenza umana, grazie all’uso di funzioni matematiche. La storia dell’intelligenza artificiale ha inizio nel 1943, quando McCulloch e Pitts pubblicarono un articolo che proponeva un modello matematico per i neuroni, ispirato alla struttura e al funzionamento del cervello umano, progettato per riconoscere schemi e prenderedecisioni.Giànel1950, Turing aveva scritto un articolo intitolato ’Computing Machinery and Intelligence’, basato su quello che sarebbe divenuto noto come Test di Turing; secondo il test, una macchina può essere considerata intelligente, se il suo comportamento è indistinguibile da quello di una persona. Grazie al suo lavoro, il tema dell’intelligenza artificiale ricevette una forte attenzione da parte della comunità scientifica e nacquero diversi approcci, tra cui la logica matematica. Nel 1956, la conferenza di Dartmouth è stata l’atto di nascita dell’IA come campo di studio e nel 1958 McCarthy ha sviluppato il linguaggio di programmazione LISP, che diventa fondamentale per la ricerca nell’IA. Nel 1970 si verifica lo sviluppo dei primi sistemi esperti, software progettati per imitare le decisioni umane in campi specifici, come MYCIN, utilizzato per scopi medici.
Nel 1986 Hinton, Rumelhart e Williams presentano l’algoritmo di retropropagazione, che migliora significativamente le reti neurali. Nel 1999 l’IA comincia a essere integrata in applicazioni quotidiane, come i motori di ricerca e gli assistenti virtuali. Nel 2000 migliorano gli algoritmi di machine learning e negli anni successivi, come nel 2011, Watson di IBM vince il quiz show Jeopardy, dimostrando avanzate capacità di elaborazione del linguaggio naturale. Successivamente nel 2012 il deep learning, una tecnica avanzata di reti neurali, ottiene risultati straordinari in riconoscimento delle immagini, grazie al lavoro di ricercatori come Hinton, LeCun e Bengio, che vincono il Nobel per la tecnologia.
Nel 2016 il software AlphaGo di DeepMind sconfigge il campione mondiale Lee Sedol, un risultato considerato una pietra miliare per l’IA. Durante il 2020, l’azienda OpenAI promuove una IA «amichevole» e presenta GPT-3, un modello di linguaggio naturale capace di generare un testo indistinguibile da quello umano. Nel 2023 continuano i progressi in vari campi, come la guida autonoma, la medicina personalizzata e la robotica avanzata. Come abbiamo visto, la tecnologia nel tempo si è evoluta significativamente e si evolverà ancora; con i suoi vantaggi, come generare testi o accelerare calcoli, ha però anche svantaggi: nel futuro potrebbe sostituire l’intelligenza umana e dobbiamo quindi fare in modo che venga usata «con intelligenza».
Internet è un’ampia rete di connessioni a livello globale e consente uno scambio di informazioni tra milioni di persone in tutto il mondo. Sta a noi, però, utilizzarlo in modo consapevole, coscienti dei rischi. La minaccia più grande oggi sono proprio i social, dove è facile imbattersi in bufale, le fake news, notizie fasulle che cercano di attirare l’attenzione e i click delle persone. È anche molto facile diventare vittime della tecnologia e non più padroni: è il caso dei Hikikomori, ragazzi che dimenticano il mondo reale, «mangiati» da videogiochi e social. In Italia ce ne sono circa 67.000. Nei social, è facile anche diventare vittime di cyberbullismo, caratterizzato da minacce e intimidazioni virtuali. I «leoni da tastiera» sono coloro che si proteggono dietro ad uno schermo e scrivono le più crudeli cose verso un individuo che considerano debole, ma non sono consapevoli che quando navighiamo in rete lasciamo impronte, anche con un nickname o un avatar. Ma che cosa fare se si è vittima di cyberbullismo? Bisogna parlare con una persona autorevole, che sia in grado di gestire la situazione. Nel 2017 è stata emanata la legge 71 contro il cyberbullismo: essa prevede che il gestore del social media oscuri i contenuti diffusi in rete, se illeciti. Utilizziamo i social come un di «più» e non come pane quotidiano e iniziamo a relazionarsi con gli altri, costruendo rapporti reali e non tramite uno schermo, così da iniziare ad assaporare il vero senso della vita.
Nell’era digitale i casi di cyberbullismo sono diventati preoccupanti; questo rappresenta un pericolo per la sicurezza e le emozioni dei giovani. L’inconsapevolezza dell’uso inappropriato di internet provoca danni a volte irreparabili, come il suicidio, sfruttando la vulnerabilità delle vittime, causando loro umiliazioni e danni psicologici, mentre i responsabili si nascondono dietro ad avatar virtuali. Uno dei casi di cyberbullismo più recenti è il caso di Massimo: «Ero al primo anno di liceo e mi sono seduto in classe in un posto in cui non avrei dovuto. Il mio compagno mi si avvicinò e mi disse che quel posto era suo e dovevo smammare. Da quel momento lui e altri quattro del suo gruppo mi hanno perseguitato. Inizialmente sulla chat della classe hanno iniziato a chiamarmi cane, a insultarmi e a darmi ordini.
Questa cosa andò avanti per un mese, poi mi sono confidato con i miei genitori e siamo andati a denunciarli alla polizia postale. Il rispetto parla più delle parole cattive!». Tra il 2020 e il 2024 il 15% degli adolescenti ha dichiarato di essere stato vittima, almeno una volta, di bullismo e cyberbullismo, più frequenti nelle ragazze e tra i più giovani con proporzioni del 20% negli 11enni e 35% dai 12 ai 15 anni.
La pagina di oggi dei Campionati di giornalismo – ultimo appuntamento dell’anno – è stata realizzata dagli alunni della 2F dell’Isc Sud – Scuola secondaria 1° grado ’Cappella’.
L’articolo di apertura sull’IA è a firma di Cristian Bolzan, Emanuele Camaioni, Sofia Capparè, Christian Santoro, Alessandro Toccaceli e Sofia Vianello. Il pezzo sui social è stato scritto da Christian Bianconi, Michelle Carlini, Giulia Falà, Sofia Pierantozzi, Alessio Pignotti e Viola Tenore. L’articolo sul cyberbullismo è opera di Alice Benvenuto, Nina Calcinaro, Daniele De Angelis, Elena Ferrazzo, Mattia Mancini, Daniele Narcisi e Bianca Perrone.
Gli studenti sono stati coordinati dalla professoressa Mara Cittadini.