ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Manzoni di Reggio Emilia (RE) - 2C - 3A

Il barone Franchetti ospite nell’antica dimora

Gli studenti della scuola media Manzoni lo hanno accompagnato nella sede dell’istituto. «Mi sento commosso per voi»

Un evento speciale: la scuola Manzoni apre le porte alla sua storia. Gli alunni delle classi terze A e C della Manzoni ricevono il barone Alberto Franchetti, in una tipica giornata di sole di un freddo febbraio. All’evento di sabato scorso erano presenti, oltre al barone Franchetti, Mariacarla Sidoli Terrachini, proprietaria della residenza del Cavazzone, Cordelia Von Den Steinen discendente di Alice Hallgarten, il responsabile degli archivi della Panizzi Alberto Ferraboschi e lo storico Massimo Storchi che ci stanno aiutando a conoscere la storia locale.

Inoltre i coniugi Girardi, autori di una donazione che arricchisce il fondo Franchetti, l’Associazione per il Musicista Alberto Franchetti Asp, rappresentata dal presidente Stefano Maccarini Foscolo e dal consigliere Marco Masini. Gli ospiti sono stati accolti da una presentazione digitale che abbiamo realizzato sulla famiglia Franchetti e sul palazzo di via Emilia Santo Stefano. Ed è stato emozionante parlare ad Alberto Franchetti della storia della sua famiglia, che lui ci ha consentito di approfondire e rendere più autentica con i suoi interventi durante l’incontro. Abbiamo fatto da guida alla visita delle stanze e degli ambienti del palazzo Franchetti, oggi sede della nostra scuola. Durante il tour il barone è stato molto attento anche ai particolari dell’edificio che non aveva mai visto. Nell’aula più maestosa del palazzo, sotto gli affreschi d’epoca e davanti alla vetrata in ghisa con lo sguardo al cortile d’ingresso, abbiamo approfittato per porgli alcune domande.

Come si sente a portare un cognome così importante e a far parte di una delle famiglie più importanti d’Italia?

«In Italia ci sono molte famiglie importanti e alcune ci sono sempre state. I Franchetti sono una famiglia recente e questo spiega il loro attivismo nella società, cioè il loro volere fare sempre cose nuove, sempre cose importanti. Raimondo Senior era un grande imprenditore, ma aveva tre figli che non hanno seguito l’esempio del padre. Neanche i nipoti ripresero le attività del nonno, uno passò la vita in Africa (Raimondo Jr), l’altro costruì la funivia, i sentieri da sci di Cortina d’Ampezzo (Carlo Franchetti). Nessuno come lui ha saputo creare ricchezza, ma poi è finito tutto. Tutto questo per dirvi che le famiglie possono avere anche cicli molto brevi».

Come si sente ad essere in questo palazzo oggi?

«Mi sento commosso per voi. Il pensiero che voi ragazzi abbiate avuto una volta nella vita un messaggio forte sul fatto che dove siete seduti tutta la mattina ha una storia dietro è una cosa che vi accompagnerà sempre. Avete appreso i vostri insegnamenti in un posto che ha anch’esso una sua storia, questo è ciò che mi commuove oggi».

Davvero è stato gratificante essere stati noi a far conoscere agli ospiti i dettagli del palazzo e della famiglia Franchetti, perché ci siamo sentiti parte della Storia.

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