ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria I grado Gherardi di Lugo (RA) - 2C - 3D

Le nuove generazioni, per non dimenticare

La storia del lughese Simone Castaldo, cacciatore di cimeli della guerra mondiale, che scova con il suo metal-detector

Simone Castaldo, 16enne lughese appassionato di metal-detector e di cimeli – soprattutto bellici – risalenti alla seconda guerra mondiale, dal 27 gennaio al 5 febbraio ha allestito, nella Ghiacciaia della Rocca di Lugo, la propria mostra, dove, oltre a mettere a disposizione del pubblico quattro anni di ritrovamenti e collezione, ha reso omaggio al suo bisnonno Cristofaro Salvato. Questi, dopo l’Armistizio d’Italia (8 settembre 1943), essendo un soldato italiano, venne rastrellato e deportato dalle truppe tedesche nei campi di concentramento in Germania; lì, gli venne fatto scegliere se avesse voluto arruolarsi fra le camicie nere di Salò e quindi conquistare la ’libertà’, ma lui rispose di no, dicendo che non voleva sparare a nessuno dei suoi fratelli italiani. Questo, purtroppo, gli costò sapere cosa si prova davanti ad un plotone di esecuzione nazista; miracolosa mente ne uscì vivo.
Quando sono andato a visitare l’esposizione, ho avuto l’occasione di intervistare Simone, che ha risposto così alle mie domande.
Simone Castaldo, in questa mostra sono esposti molti reperti bellici della seconda guerra mondiale, come li ha raccolti?
«Alcuni li ho recuperati andando in certe zone indicatemi dagli abitanti del posto, munito di metal detector e di molta pazienza. Altri invece, mi sono sta-ti regalati da ammiratori, amici e a volte abitanti stessi».
Perché ha voluto allestire questa esposizione?
«L’ho fatto in parte per trasmettere agli altri la mia passione, ma soprattutto per non far dimenticare quello che molti dei nostri bisnonni hanno fatto per portare questa pace e questa libertà nel nostro paese. Purtroppo, al giorno d’oggi, per noi ragazzi è molto difficile portare avanti i ricordi e le gesta degli antenati».
In futuro, le piacerebbe raccontare e divulgare quello che sa e che ha imparato?
«Sì, mi piacerebbe molto poter trasmettere il bello del metal detecting e quello che ho imparato sulla Seconda guerra mondiale ai ragazzini, che vorrebbero magari capire di più su come si è svolta la guerra in queste zone. In futuro poi, mi piacerebbe aprire un museo dove raccogliere reperti e storie di persone coraggiose».
In questa mostra, oltre a esporre anni di collezione, lei narra anche la storia del suo bisnonno. Cosa ricorda di lui?
«Beh, mi ricordo soprattutto dei suoi racconti mozzafiato, in particolare di quella volta che mi raccontò quando, sull’argine del fiume Trebbia, stava scappando dai tedeschi in sidecar.
Allora loro, non conoscendo bene la zona (a differenza del mio bisnonno) andarono ad impantanarsi dentro al fiume, lasciando il tempo a Cristofaro di nascondersi. Mentre stava scappando, vide un cane dentro ad un canile semidistrutto e lo trasse in salvo».
Cosa consiglierebbe ai ragazzini che vorrebbero iniziare a cercare reperti bellici come lei?
«Se inizieranno ad appassionarsi come me, potranno trovare una soddisfazione immensa ogni volta che porteranno alla luce qualsiasi reperto, dal proiettile di 3 centimetri al carro armato da 9 metri, perché sapranno che se lo sono guadagnato con fatica e determinazione. Comunque – per esperienza personale – bisogna stare attenti per via degli ordigni inesplosi presenti un po’ in tutto il territorio».

Nicola Piccolo, classe 3^D
Scuola media ‘Gherardi’ di Lugo
prof.ssa Savioli Cecilia

Votazioni CHIUSE
Voti: 0

Pagina in concorso