ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado M. Palmezzano di Forlì (FC) - 3B

Una fiamma che lotta per restare accesa

I ragazzi immaginano di seguire un bambino/bambina che rimane vittima del terremoto in Siria. Alla fine un barlume di speranza...

E se la solita monotona fiamma venisse colpita da una scia di vento, restando così in fin di luce, lottando per restare accesa… che cosa accadrebbe? Magnitudo 7.9. Febbraio. Terrore. Migliaia di dispersi. I numeri sono come svuotati sul vetro illuminato del telefono, asciugati dalla scrollata del pollice nel ripetersi della notizia, per poi passare alla successiva. Siamo colpiti, ma ci sentiamo distanti dalle tragedie che non ci riguardano… E se, invece, la solita monotona fiamma venisse colpita da una scia di vento, restando così in fin di luce? Lottando per restare accesa… che cosa accadrebbe? Il tempo non più un problema, la principale preoccupazione sarebbe scappare da macerie che si aggiungono ad altre macerie, correre via dai soliti pensieri, perché la sirena invoca il terremoto, la scossa imprevista quando meno te lo aspetti, come un fulmine a ciel sereno, indipendente dalla volontà dell’essere umano. Sembra un sogno che in breve tempo una giornata essenziale (per una fiamma) si converta in catastrofe. Sembra un sogno che la mattinata di una comune fiamma si trasformi in lotta alla sopravvivenza. Sembra un sogno che la piramide dell’abitudine venga sconvolta, con il canto del mondo più lontano, come i dubbi del mattino camminando verso la scuola, la solita strada, sensazione di felicità: è certo che la fiamma ha coraggio in un paese dove non è poi così comune averne. La Siria delle ore trascorse. I discorsi tra i banchi, la fiamma che si siede al suo posto e aspetta fino a quando non si accende, l’ora più interessante, l’ora di lezione tra le mille altre ore, coinvolgimento completo, ma poi? Sembra un sogno che tutto attorno crolli. Il vuoto, il caos non si trattiene: le persone si spintonano a vicenda per raggiungere il prima possibile un punto di riparo, con la stessa velocità della campanella che ringhia. Le disperazioni di alunni e professori, che annebbiano i pensieri di una fiamma in fuga dal vento. Due ragazzi urlano impauriti, separati in fazioni da un muro di macerie. La natura crudele illumina per loro la via della fine. I pensieri della fiamma arrivano ad abitudini soffocate, in cerca di realtà. Fumo, urla e un peso sulla schiena che stende a terra, quasi impedisce di respirare. Quasi si spegne la fiamma.

I minuti di scossa diventarono ore, sempre più forti e vuote, il cosmo incastrato tra scie senza forma tangibile, nel cadere sopra altre macerie che prima si depositavano tra le unghie delle dita, i graffi sulla schiena. Ma quale prima? La triste fatica di riconoscere che esiste la reale possibilità che possa non esserci un domani tormenta l’animodi una fiamma. Per cercare di distrarsi, allora, la fiamma ripensa alla vita precedente, alla lezione di quel mattino più lontano, aggrappata in modo strano alla voce del ricordo di una stessa paura, nel sacrificio dell’avvinghiarsi alla speranza, per il dovere morale di resistere, cioè la libertà di ciascun individuo, un profumo da non dimenticare: la speranza è il dovere della fiamma dirimanere accesa. Nel buio sommato dei giorni arriva poi un pensiero a forma di conta: quanto manca? Nel vociare sempre più ostile, occorre rimanere coscienti, avendo mille preoccupazioni: dove si trovano? Dove sono finiti tutti? La mia famiglia? Il rumore dei pianti e delle parole di conforto provengono da ogni atomo di sofferenza di bambini e adulti, che si assomigliano ormai, perché identici di fronte al vuoto, ed è proprio questa uguaglianza che sembra aprire una voragine, fessure, e far sì che si rompano certi blocchi tra le luci della polvere, e che si emani la forza per affrontare l’ultimo ostacolo. Così una mano finalmente trova la fiamma. La estrae proprio quando mancava pochissimo. La fiamma può tornare a respirare esattamente nel momento in cui un’altra fiamma più piccola è appena sorta dalle macerie e grida. In quell’incontro la vita si commuove. Solo così riuscirà a restare accesa, a narrare di ciò ad altre fiamme, e a bucare lo schermo del telefono, riducendolo in cocci, per lasciare che il vento corra fino a noi, per svegliarci dalla solita monotona fiamma. Classe 3ªB

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