ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Manzoni di Reggio Emilia (RE) - 1E - 3D

In discoteca divertimento sì, sballo no

La scuola Manzoni passa una giornata con la polizia all’Italghisa, per il progetto ’Party in sicurezza’. «Abbiamo capito i rischi»

Divertimento sì, sballo no. Parlando da figlia, credo che i genitori siano convinti che la discoteca sia un luogo pericoloso, dove non ci si possa divertire senza correre dei rischi. Ma nella vita il pericolo ci sarà sempre, annidato dietro l’angolo, siamo noi a dover imparare come evitarlo e lasciare che una bella serata rimanga una bella serata.

Io, insieme alla mia classe e a molti altri studenti, l’ho appreso ieri, al progetto «Party in Sicurezza». Siamo stati all’Italghisa.

Ed è stato proprio in questo luogo che abbiamo capito veramente quanto sia importante la sicurezza e che ci si può divertire rispettandola.

Abbiamo trascorso il tempo ballando, perché è questo che si fa in discoteca, no? Ma abbiamo anche imparato – grazie ai video della polizia – che può esporre a rischi. Dunque, anche se pensiamo che la sfortuna non capiterà certo a noi, vale la pena prendere una precauzione in più, perché non sapremo mai cos’ha in serbo per noi la vita. Spesso potremmo trovarci ad aver paura di chiamare i nostri genitori, per chiedere loro di venirci a prendere, perché abbiamo bevuto troppo. Ma in questi momenti dovremmo chiederci: i nostri genitori preferirebbero essere svegliati durante la notte perché siamo ubriachi o perché abbiamo fatto un incidente per strada e non torneremo più a casa? Per cercare l’approvazione dei coetanei, succede che alcuni ragazzi, per non sentirsi esclusi, bevono. Ma dovrebbero fermarsi a riflettere: c’è forse bisogno di bere per passare una bella serata? Io non credo, non bisogna certo sentirsi emarginati se non si fa esattamente quello che fanno gli altri, perché è proprio staccandosi dalla massa che emergono le personalità di ciascuno e si può essere se stessi.

Verso la fine abbiamo anche avuto l’opportunità di ascoltare la toccante testimonianza di Elisa, una ragazza che, quando era poco più grande di noi, ha fatto un incidente stradale ed è rimasta paralizzata alle gambe.

Ci ha raccontato cosa ha provato, com’è cambiata la sua vita, come hanno reagito e come l’hanno aiutata i suoi genitori e soprattutto, ci ha parlato dei suoi sogni, che non l’hanno abbandonata.

Certo, forse sono cambiati, e questo dev’esserci d’esempio per il nostro futuro: qual è il nostro sogno? Perché la discoteca non dev’essere il terrore e l’ansia di tutti genitori: nei limiti della sicurezza nostra e delle altre persone, è un luogo in cui svagarsi e divertirsi, per trovare ispirazione per vivere una vita al meglio, accompagnata dalla gioia del ballo. Se mi venisse chiesto come vorrei che fosse la mia vita, direi che sarebbe una grande discoteca. Un’unica festa. Sarebbe una vita piena, allegra, spensierata, in sicurezza certo, ma felice. E voi? Non volete una «vita discoteca»?

Laura Gualdi III D

Leggere è un diritto anche dei bambini? E si dovrebbe leggere soprattutto a scuola? Per la Alessandro Manzoni sì. Proprio per questo ha aderito al progetto «Biblioteca diffusa». Un giovedì abbiamo iniziato questo lavoro insieme alle educatrici di Cooperativa Accento: abbiamo raccolto idee sugli arredamenti possibili per alcuni spazi della scuola. La nostra scuola ha due piani, è abbastanza grande e spaziosa. Noi di IE siamo al primo piano, ma abbiamo lavorato anche sugli spazi del secondo piano. Tra gli arredi abbiamo pensato a lampade per favorire la vista, pouf per rilassarsi me-glio durante la lettura, librerie capienti per riporre i libri iniziati che non si vogliono portare a casa, ovviamente sedie e i tavoli che abbiamo scelto rotondi perché ci danno più aria di compagnia e condivisione. Dopo aver raccolto tantissime idee ci hanno divisi in gruppi e a ognuno è stato assegnato uno spazio della scuola da arredare e organizzare in angolo biblioteca. Insieme abbiamo lavorato divertendoci e capendo l’importanza di leggere. Alcuni gruppi sono andati a vedere lo spazio a loro assegnato per capire meglio come riempirlo e soprattutto abbellirlo. Questo lavoro è molto importante e serve per stimola-re, invogliare i ragazzi a leggere, non perché si è obbligati ma soltanto per il piacere di farlo, cioè amando il tempo dedicato alla lettura. Dopo aver lavorato sugli spazi abbiamo passato il lavoro alla classe II C, che dovrà rendere realistici i nostri pensieri, le nostre idee e il modo in cui ci siamo immaginati gli spazi. Alla fine siamo davvero riusciti a portare a termine il progetto? E si riuscirà a leggere di più a scuola e ad amare la lettura anche e soprattutto in compagnia? Nel prossimo articolo la vostra curiosità sarà colmata con un nuovo aggiornamento sul nostro progetto.

Giulia Murri IE

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