ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Primaria Bartolotti di Savarna (RA) - 5A

«La staffetta Maria: nome in codice ‘Piera’»

La nipote Tania Eviani racconta ai ragazzi della scuola primaria di Savarna la storia della celebre prozia, in prima fila con i partigiani

In occasione del centenario dalla scomparsa di Maria Bartolotti, alla quale è intitolata la nostra scuola, abbiamo deciso di condividere con la collettività un’intervista che abbiamo fatto a sua nipote, Tania Eviani.

Tania Eviani, che ricordi ha di Maria Bartolotti? «In realtà i miei ricordi sono frutto di quanto mi hanno raccontato la mia nonna, la sua sorella Rosa e mia madre, perché la prozia Maria è morta tre anni prima che io nascessi; lei era nata il 25 marzo del 1923».

Cosa le hanno raccontato di lei? «Maria proveniva da una famiglia numerosa, composta da sei sorelle e due fratelli, ma la madre ebbe ben tredici gravidanze. Abitava, prima di sposarsi, in via del Quadrato in una casa chiamata ‘la Cavrena’: la capretta. Il suo papà era un mezzadro.

Dopo sposata andò a vivere a Marina di Ravenna, dove le è stata dedicata una via. Purtroppo è morta a soli 49 anni a seguito delle complicazioni di un intervento chirurgico. La cosa che la caratterizzò fin dai vent’anni, fu essere una staffetta partigiana con il nome in codice di Piera».

Come staffetta le successero episodi particolari? «Inizialmente lei era una staffetta che consegnava cibo ed armi ai partigiani rischiando la vita, ma un episodio la rese ancor più combattiva e fece sì che imbracciasse direttamente le armi: fu a seguito dell’uccisione del suo fidanzato Terzo Lori che combatteva sulle nostre colline.

Sicuramente in tante occasioni Maria ha dovuto affrontare con coraggio il pericolo. Nella sua famiglia d’origine tutti cercavano di difendere la libertà e più sorelle sono state staffette. Ad esempio sono a conoscenza di un episodio che ha interessato le sue sorelle Lucia e Livia che partirono da Comacchio con due valigie piene di armi da consegnare ai partigiani. Quando si trovarono sul traghetto di S. Alberto incontrarono due fascisti, che si riconoscevano bene per via del loro abbigliamento e che chiesero loro se potevano aiutarle nel sollevare le valigie. Naturalmente le sorelle erano spaventatissime, ma per non suscitare sospetti accettarono l’aiuto ed alla battuta di uno dei due che chiese come mai le valigie fossero tanto pesanti, risposero con ironia che certamente erano pesanti, perché erano piene di armi. Pensando ad una battuta i due scoppiarono a ridere e tutto finì lì, anche se poi Lucia e Livia non riuscivano a riprendersi dalla paura».

Era così rischioso essere una staffetta? «Certamente era molto rischioso. Un altro episodio ha riguardato la mia nonna Pina, un’altra sorella di Maria, che con il suo asino ed il carretto stava raggiungendo le valli nascondendo le armi sotto a delle casse di mele. Incontrò due tedeschi e fingendosi dalla loro parte li fece salire sul carretto. Per strada fu vista da due partigiani nascosti nei fossi che, notata con i nemici, pensarono fosse una traditrice e volevano intervenire, ma per fortuna uno di loro propose di aspettare per vedere cosa succedeva e fu così che Pina si salvò la vita».

Non c’era il rischio che alcune staffette facessero la spia se catturate dai tedeschi? «Per evitare questi pericoli le staffette avevano tutte un nome di battaglia e quando dovevano recapitare dei messaggi anche questi erano in codice. Non si deve pensare che le staffette o i partigiani impegnati nella battaglia non avessero paura: è un’emozione umana e ci aiuta a sopravvivere».

Classe 5^A Scuola primaria ‘Bartolotti’ di Savarna Prof.ssa Donatella Tempioni

 

A Maria Bartolotti è intitolata la nostra scuola. Il nome porta con sé l’immagine di una donna che ha dedicato la vita alla difesa dei diritti, della libertà e si è schierata a sostegno dell’istruzione. È un nome che rende il passato una risorsa preziosa per parlare di democrazia e dare forma al presente e al futuro.

Su questo riflettiamo con la nipote, Tania Eviani.

Tania Eviani, cosa significa per lei avere come prozia Maria Bartolotti? «Spesso dico di essere cresciuta a pane e partigiano, perché tutta la famiglia di Maria è stata attiva nella lotta per la libertà.

Ho scoperto di essere sua nipote fin da piccola, quando la nonna mi raccontava la sua storia; naturalmente sono orgogliosa di ciò che sono state Maria e le sue sorelle, ma è anche impegnativo tener viva una memoria così importante anche per la società odierna».

Come mai la nostra scuola porta il nome Maria Bartolotti? «Quando si sceglie di destinare il nome di una scuola ad una persona significativa, solitamente si tratta di chi ha agito, durante la sua vita, per il bene dei bambini e della collettività. Maria incarna tutti questi requisiti. Una volta sposata, andò a vivere a Marina di Ravenna, dove si rese promotrice dell’apertura delle colonie estive per i bambini, in modo che anche quelli appartenenti a famiglie povere potessero godere di un periodo di vacanza. Lei fu sempre sostenitrice dei diritti dei bambini e li amava molto, anche se ebbe una sola figlia: Angela. Naturalmente la vita in colonia era un po’ diversa da come forse potete immaginarla oggi: i bambini restavano lontani da casa per un periodo abbastanza lungo e certo non c’era il telefonino col quale comunicare con le famiglie. Maria da sempre sostenne l’importanza di un’istruzione diffusa e proprio qui, nel suo Paese natale, insieme con altre donne e con l’amica Sintina, si operò affinché venisse aperta la scuola elementare che un tempo non era situata dove si trova ora. Il nome “ Maria Bartolotti”, è stato scelto e destinato negli anni novanta e la targa che porta il suo nome venne scoperta da mio fratello e da mia cugina che a quel tempo frequentavano la scuola. Chi si era dedicato alla lotta partigiana riceveva dallo Stato dei fondi per promuovere la cultura e diverse persone unirono i loro contributi anche per costruire il cinema teatro Garibaldi, che a lungo è stato per Savarna luogo di aggregazione e di proiezione di film di qualità».

Classe 5^A Scuola primaria ‘Bartolotti’ di Savarna Prof.ssa Donatella Tempioni

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