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IC Folignano di Maltignano (AP) - 2B

Clima, la grande sfida dell’umanità

I cambiamenti sono sotto gli occhi di tutti: negli ultimi 150 anni la temperatura media è aumentata di 0,8° C

La più grande sfida che l’umanità oggi si trovi ad affrontare è invisibile: si gioca innanzitutto nelle temperature dell’atmosfera e nelle emissioni di anidride carbonica, i cui innalzamenti ad opera dell’uomo negli ultimi 150 anni hanno provocato un surriscaldamento globale dai potenziali effetti catastrofici.

Ora il tempo per evitare il peggio stringe e i Paesi di tutto il mondo stanno pianificando strategie per ridurre drasticamente la produzione di gas attraverso obiettivi vincolanti che evitino un aumento fino a 4 gradi entro il 2100. Ecco lo stato dell’arte di questa complessa partita, che coinvolge non solo le persone, ma anche aziende, nazioni, grandi organizzazioni, territori, animali e oceani: in una parola, il futuro dell’ecosistema terrestre. A causa del «climate change», senza un’azione globale intensa e coordinata ma, soprattutto, immediata, il mondo non potrà più evitare il verificarsi di cambiamenti irreversibili.

Nel corso degli ultimi 150 anni la temperatura media è aumentata di quasi 0,8°C a livello globale e di circa 1°C in Europa. Ciascuno degli ultimi tre decenni è stato successivamente il più caldo mai registrato. Almeno dal1970 circa, sul pianeta Terra la quantità di energia proveniente dal Sole e che entra dall’atmosfera è superiore a quella che ne fuoriesce. Gli impatti del cambiamento climatico sono già osservabili e si prevede che diverranno ancora più evidenti.

Inoltre, come dimostrato nelle rilevazioni degli ultimi quarant’an-ni, gli oceani hanno subito una profonda trasformazione delle loro proprietà. La fusione dei ghiacciai, nel frattempo, sta provocando un innalzamento del livello del mare, mentre eventi estremi sulle aree costiere stanno diventando più intensi. In Europa, nel dettaglio, gli aumenti di temperatura più significativi si registrano nella zona meridionale e nella regione artica. L’effetto serra, un fenomeno naturale, è essenziale per lo sviluppo della vita sulla Terra; al contrario, l’aumento dell’effetto serra, è causato dall’intervento dell’uomo sulla natura, alterando il normale equilibrio termico del pianeta, portando nel corso degli anni a mutamenti importanti dal punto di vista climatico e ambientale.

Gli scienziati affermano che, per fermare il cambiamento climatico, occorre ridurre in misura significativa le emissioni globali di gas a effetto serra. Questo è il motivo per cui i paesi (non tutti purtroppo) hanno concordato di limitare al di sotto dei 2 gradi l’aumento della temperatura superficiale media globale rispetto al periodo preindustriale.

 

Via libera definitivo dell’Eurocamera all’ accordo, raggiunto dall’UE lo scorso novembre, sullo stop di veicoli inquinanti di nuova immatricolazione a partire dal 2035. L’ok definitivo è avvenuto con 340 voti favorevoli, 279 contrari e 21 sostenuti. La nuova legislazione è parte del pacchetto TIT FOR65 e stabilisce il percorso verso l’azzeramento delle emissioni di CO2 per le nuove autovetture e i vei-coli commerciali leggeri nel 2035. Gli obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per il 2030 sono fissati al 65% per le automobili e al 50% per i furgoni. La commissione presenterà una metodologia per valutare e comunicare i dati sulle emissioni di CO2 durante l’intero ciclo di vita delle autovetture e dei furgoni venduti nell’UE. Entro dicembre 2026, la commissione monitorerà il divario tra i valori limite dell’emissione e i dati reali sul consumo di carburante e di energia, presenterà una metodologia per adeguare le emissioni specifiche di CO2 dei costruttori e proporrà adeguate misure di follow-up, cioè di attuazioni. Secondo la nuova legislazione i costruttori responsabili di piccoli volumi di produzione in un anno solare (da 1000 a 10000 nuove autovetture o da 1000 e 22 nuovi furgoni) possono ottenere una deroga fino alla fine del 2035.

 

Il Po è il fiume più lungo d’ Italia, tuttavia in questo periodo si riscontra una preoccupante diminuzione di acqua. Le regioni del Nord stanno elaborando diverse soluzioni e importanti interventi per risolvere questo problema.

Malgrado le precipitazioni piovose in pianura e nonostante la neve sulle Alpi, il Po ad oggi tocca i minimi storici. Infatti, la portata del fiume è scesa a toccare i 338,38 mc/s, cioè oltre i 100 metri cubi al secondo, e manca oltre il 58% dell’acqua.

Oltre al Po, come era prevedibile, anche molti laghi sono in crisi: il maggiore è il Lago di Garda, penalizzato dall’abnorme differenziale tra afflussi quasi azzerati e i deflussi necessari per l’equilibrio dei territori. Infatti, rispetto allo scorso il grande lago italiano è sceso di oltre mezzo metro di acqua. Le amministrazioni locali si stanno adoperando per trovare strategie idonee a preservare l’ecosistema fluviale e lacustre, al fine di evitare rischi idrogeologici.

La pagina di oggi è stata realizzata dagli studenti e dalle studentesse dell’ Ic Folignano-Maltignano.

L’articolo sulle sfide del cambiamento climatico è stato scritto dalle alunne Francesca Specchi, Megi Hoxha, Susanna Tarli e Camilla Gargano della classe 2B della scuola media di Villa Pigna, seguite da Manuela Di Micco e Giovanna Angelini. Il pezzo sullo stop alla vendita di auto a benzina e diesel è opera degli alunni Christian Monti e Samuele Vittori, mentre l’articolo sulla siccità è di Alessandro Di Filippo.

Quest’ultimi tre alunni sono della classe 2B di Maltignano e sono stati seguiti da Laura Gabrielli.

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