ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

IC Della Rovere di Urbania (PU) - 2A - 2C - 2D

I mille volti dello sport durantino

Calcio, basket, volley e tanto altro. I giovani hanno la possibiltà di scegliere tra diverse realtà e discipline

Lo sport, anche in un piccolo centro come Urbania, permette a noi giovani di scegliere fra diverse attività sportive.

Ma quali sono gli sport preferiti dai ragazzi? Certamente il calcio è fra i più popolari.

Attualmente l’Urbania si trova in promozione; il capitano Luca Braccioni vanta ben 124 gol nella sua carriera calcistica. Sebastiano, studente della classe II A che gioca nella squadra giovanile under 13, ama il calcio perché è un gioco attivo e di squadra: è importante però rispettare il fair play, perché senza questo non esisterebbe il gioco stesso.

Un altro sport molto amato è la pallavolo. L’associazione volley è stata fondata proprio da due giovani studenti, che ottennero l’incarico dal preside della loro scuola di creare una squadra di pallavolo. Molto radicato nel territorio di Urbania è anche il basket.

La squadra di basket femminile è uno degli elementi di maggior orgoglio per i circoli sportivi di Urbania: non molte sono le squadre femminili di basket nelle Marche.

Il “Campionato Libellule” darà voce al progetto ’Eticamente in gioco’ (firmato insieme alla VL Pesaro), un impegno che unisce le diverse Società del nostro entroterra e i praticanti del basket con esperienze di squadre co-muni, iniziative e manifestazioni.

Oltre alle “Libellule”, che riunisce ragazzine più grandi, vi è la sezione femminile del Minibasket, composta da bambine tra gli 8 e 10 anni.

In futuro potranno essere selezionate per la squadra “Libellule”, per continuare a divertirsi ma anche per confrontarsi con squadre femminili delle Marche.

Attualmente le “Libellule” sono al primo posto con il massimo di punti nel campionato regionale delle Marche, squadra femminile che dimostra ancora una volta come lo sport è e deve rimanere di tutti.

Se nel nostro Paese sono state create per la maggior parte delle attività sportive categorie maschili e femminili, esistono ancora purtroppo tante ragazze nel mondo che non hanno questo diritto.

Noi studenti sogniamo un futuro in cui lo sport sia sempre di più per tutti.

Classe 2 A

 

Uno sport inclusivo che tira fuori il meglio che c’è in te e permette di valorizzare tutti, soprattutto le persone con disabilità: si tratta del baskin, gioco che da qualche anno si è diffuso in Italia. Nato nel 2003 a Cremona da un’idea dell’ingegnere Antonio Bodini e di Fausto Capellini, ha preso piede perché permette di includere anche ragazzi con difficoltà motorie.

Urbania è stata una delle prime città ad avere una sua squadra che attualmente comprende membri dai 14 anni in su: essa nasce nel 2012 grazie all’iniziativa della professoressa di educazione fisica Maura Mangani su suggerimento della collega Valentina Davide e ad oggi portata avanti, a livello scolastico, an-che dai proff Giovanni Cancellieri, Giovanna Guerra e Ettore Sacchi, a livello nazionale da Giuseppe Curzi. La squadra, che si chiama “Urbania Doubleface”, ha sempre ottenuto ottimi risultati a livello nazionale e ha addirittura vinto il campionato provinciale. La particolarità di questo sport ispirato al basket è che i giocatori sono sia normodotati che disabili: questi ultimi sono spesso decisivi per portare a casa la partita. Molti ragazzi sono entrati nella squadra di baskin di Urbania grazie alla “spinta” data dalle scuole del territorio agli adolescenti al fine di farli stare in movimento.

Inoltre, ad ampliare la rosa della squadra della città ci sono anche giovani promettenti provenienti da altri Comuni. Questo sport è estremamente inclusivo: oltre ad essere gratuito prevede una quota rosa ossia la presenza di una percentuale di membri femminili. In più ha come obiettivo principale quello di unire tutti, a prescindere da qualsiasi differenza. Abbiamo intervistato, su questo argomento, uno dei componenti della squadra locale, Marco Muscinelli, che ci ha raccontato la sua grande passione per il baskin: «E’ uno sport che mi fa divertire e ci sono tanti amici che mi vogliono bene. Un ragazzo secondo me dovrebbe giocare a baskin perché è uno sport inclusivo, in cui ci si diverte tutti insieme anche chi ha difficoltà come me. Un episodio che ricordo con piacere è durante una partita contro l’Urbino, in cui eravamo sotto di un punto: proprio allo scadere del tempo con un lancio lungo al nostro 5 abbiamo vinto e abbiamo esultato».

Classe 2’ C

 

Quante volte abbiamo sentito parlare di inclusione, ma in fondo la nostra società, il mondo del lavoro, la scuola sono realmente inclusivi? In senso stretto il suo significato è includere un elemento all’interno di un gruppo o di un insieme ma per comprenderlo meglio, noi studenti, abbiamo intervistato alcuni dei nostri professori su questo argomento. “Secondo me – afferma la prof.ssa Guerra – l’inclusione è cercare di far intervenire tutti i ragazzi a tutte le lezioni, dargli dei ruoli attivi, trattare tutti allo stesso modo e sfruttare tutte le loro potenzialità.” “Durante la mia ora di educazione fisica – dice il prof. Cancellieri – si cerca di proporre giochi che hanno valore inclusivo. In una classe dove abbiamo un compagno disabile, da un po’ di anni, pratichiamo il baskin e abbiamo visto che è veramente inclusivo e che nessuno si sente a disagio.” Alla domanda se si sentiva incluso nella società, il prof. Sacchi risponde “A volte no, perché comunque siamo tutti diversi e io come tanti altri ho delle ‘particolarità’. A scuola, dove insegno, mi sento incluso, ma nella società a volte ho difficoltà a sentirmi a mio agio.”

Classe 2D

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