ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Strocchi di Reda (RA) - 1A - 3A

Le insidie del bullismo? Anche on line

Prove estreme da superare per ottenere qualche follower in più, con la minaccia di punizioni terribili se non vengono passate

Nonostante tutti sappiano cosa significhino le parole “bullismo” e “cyberbullismo”, è sempre importante non darlo per scontato; tanto più che, ancora oggi, molti ragazzi e ragazze vengono colpiti da questo fenomeno e non ne parlano per paura delle conseguenze.

Fino a qualche anno fa, quando frequentavamo ancora la scuola primaria, non avevamo ancora capito bene cosa significasse davvero; perciò, a fine febbraio la scuola ha organizzato un incontro con esperti per renderci consapevoli dei rischi che possiamo correre.

In più, abbiamo scoperto che il presidente dell’associazione “Bullismo no grazie” che abbiamo ospitato, è Fabio De Nunzio, un inviato di “Striscia la Notizia”! Come primo argomento abbiamo riflettuto sui “ruoli” coinvolti nella scena: dagli aiutanti del bullo, agli spettatori, fino alla vittima.

A questo proposito, qualcuno di voi si è mai trovato in una situazione del genere? Se la risposta è sì, come avete reagito? Quando a noi è stata fatta la stessa domanda, alcuni di noi hanno alzato la mano per intervenire e raccontare la propria esperienza.

Ci siamo così resi conto che, anche in una realtà tanto piccola come quella in cui viviamo, possono accadere eventi spiacevoli.

Spesso alcuni di questi eventi riguardano l’uso che noi facciamo della rete; il cyberbullismo alla nostra età si sta infatti diffondendo sempre di più. Per questo motivo gli esperti ci hanno chiesto se qualcuno di noi avesse un profilo social che usava abitualmente.

La domanda ha permesso loro di introdurre l’argomento delle “challenge”, vere e proprie sfide lanciate sulle piattaforme più usate come Tik Tok, Instagram o Snapchat, che, se sottovalutate, possono essere molto pericolose.

La “blue whale”, “la cicatrice francese” o la “patatina piccante” sono solo alcuni degli esempi di questo fenomeno che coinvolge soprattutto ragazzi della nostra età o anche più piccoli: per chi non sapesse di cosa si tratta, ve lo spieghiamo noi: sono prove estreme da superare per ottenere qualche follower in più, con la minaccia di punizioni terribili se non vengono superate.

Molte volte, dietro queste prove, si nascondono malintenzionati che cercano di inserirsi nelle nostre vite con le scuse più ridicole, come nel caso di Jonathan Galindo, diventato purtroppo famoso per le sue pessime azioni su internet.

Per questo motivo, l’incontro con gli esperti che abbiamo avuto ci ha fatto capire quanti e quali rischi possiamo correre alla nostra età, se non stiamo attenti e non chiediamo aiuto agli adulti che ci circondano.

Il problema più serio che ci è stato presentato dall’inviato di Striscia riguarda tutti quegli adulti che fingono di avere la nostra età per poter avvicinare ragazzi come noi. Purtroppo in Italia questi fatti capitano molto spesso, più di quanto non si creda, e questo è uno dei motivi per cui gli approfondimenti a scuola su argomenti come questo devono essere organizzati il più possibile! Ringraziamo quindi l’associazione “Bullismo, no grazie” che ci ha permesso di riflettere ancora una volta sui pericoli di un mondo così vasto e misterioso come internet!

Classe 1^A Scuola media ‘Strocchi’ di Reda di Faenza Professor Marco Dalmonte

 

Nel vocabolario della lingua italiana, alla voce “tolleranza”, viene attribuita la seguente definizione: “l’accettare idee e atteggiamenti diversi dai propri; il dimostrare comprensione per gli errori e i difetti altrui”. Secondo voi, una frase come questa può corrispondere a quello che capita nella realtà quotidiana? Per noi ragazzi della terza media di Reda la risposta è no.

Durante le ore di letteratura, ci siamo trovati a considerare, discutendo sul concetto illuminista di tolleranza, che la nostra società, così com’è, non ci piace. Siamo arrivati a questa conclusione anche durante l’ora di laboratorio di italiano settimanale, in cui commentiamo alcune notizie scelte tra le più recenti. Per esempio, una di queste riguardava le manifestazioni di protesta in Iran dopo il disumano omicidio della studentessa Masha Amini.

Sono mesi che la situazione in quel paese peggiora di giorno in giorno e sembra che nessuna delle fazioni, il Governo o i dimostranti, prevalga sull’altra. Un’ulteriore notizia ancora più recente ci riguarda personalmente, perché è avvenuta al largo delle nostre coste: il naufragio di Cutro. Purtroppo anche in questo caso ci sentiamo di aggiungere che, a nostro avviso, non c’è stato il dovuto rispetto per una tragedia di questo tipo.

Insomma, ancora oggi viviamo in una società in cui si predica tanto la tolleranza, ma si mette poco in pratica. Ci siamo sentiti in dovere di riflettere sulla nostra quotidianità e abbiamo capito che contano anche le piccole azioni e le parole a cui spesso non prestiamo attenzione. Sarà capitato anche a voi di sentir dire: “Non mi importa della tua opinione, tanto tu sei piccolo o piccola e non capisci”, oppure “Tu non sai fare nulla, è inutile che ci provi”; questi atteggiamenti non rientrano nella definizione che abbiamo estratto dal vocabolario, e dovrebbero insegnarci a prestare più attenzione a quello che diciamo e facciamo. Spesso siamo così superficialmente egoisti da confondere il termine “diversità” con “inferiorità”, perché siamo convinti che il nostro pensiero sia “più” giusto di quello degli altri.

Provate a immaginare di vivere in un mondo in cui non esistano differenze di razza, genere o credo religioso: tutti i cittadini sono uguali non nei diritti, ma nel modo di pensare, di vestire, di parlare ed esprimere la propria opinione.

Siete così sicuri che sarebbe davvero un bel mondo? Noi ci abbiamo riflettuto e affermiamo semplicemente: no.

Classe 3^A Scuola media ‘Strocchi’ di Reda di Faenza Prof. Marco Dalmonte 

Votazioni CHIUSE
Voti: 0

Pagina in concorso