ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria I grado Silvio Pellico di Voltana (RA) - 2F - 3F

La grande macchia di immondizia nel Pacifico

I ragazzi della scuola media ‘Pellico’ di Voltana parlano del Great Pacific garbage patch e riflettono su come inquinare di meno

Abbiamo scelto di parlare dell’isola Great Pacific Garbage Patch perché l’inquinamento sta rovinando il pianeta e aumentando il numero di vittime: 1,5 milioni di animali muoiono a causa di essa.

Il Great Pacific Garbage Patch significa, letteralmente, grande chiazza di immondizia del Pacifico. Non si tratta di un’isola ma di una regione dove i rifiuti si accumulano; conosciuto come Isola di Plastica, sta crescendo così in fretta da diventare visibile dallo spazio; la sua estensione ormai è molto simile a quella della Francia.

Potrebbe diventare una delle gigantesche discariche a cielo aperto creatasi dalla convergenza di rifiuti (per lo più plastici) provenienti da tutto il mondo.

L’accumulo si è formato a partire dagli anni ‘80, a causa del continuo inquinamento da parte dell’uomo e dell’azione della corrente oceanica.

Oltretutto, i rifiuti hanno tempi di smaltimento molto lunghi come ad esempio: un sacchetto di plastica in cui il processo di smaltimento dura fino ai 20 anni; una cannuccia di plastica dura 200 anni e una bottiglia di plastica invece può durare fino ai 450 anni.

La fauna marina e migliaia di animali – che siano pesci, tartarughe, delfini, balene o uccelli marini – rimangono uccisi ogni anno per aver ingerito oggetti di plastica, per sbaglio o perché li hanno scambiati per fonti di nutrimento; altrettanti animali rimangono impigliati nei detriti di plastica più grandi, o in resti di reti.

Nel nostro corpo sono presenti piccole particelle di plastica a causa dell’ingerimento del pesce che a sua volta ingerisce plastica, pensando che sia fonte di nutrimento, come ad esempio il plancton.

Per evitare tutto ciò tutte le persone potrebbero quotidiana-mente cercare di impegnarsi a non inquinare. Perché non partire dalle nuove generazioni? Nella nostra scuola, la ‘Silvio Pellico’ di Voltana, già dalla prima media abbiamo affrontato questo argomento e svolto molti laboratori.

Vi riportiamo un’intervista fatta alla nostra professoressa di tecnologia, da sempre molto attiva per sensibilizzarci.

Come si potrebbe ridurre lo spreco nelle isole di plastica? «Si può usare meno plastica in modo da ridurre lo smarrimento della plastica».

Cosa succede se inquiniamo ancora per tanto tempo? e che cosa comporta? «Se continuiamo così non potremmo più eliminare plastica dall’ambiente e così muterebbe».

Cosa ne pensa della raccolta differenziata? «La raccolta differenziata è molto utile e importante».

Quanti danni provocano queste isole? «Queste isole provocano tantissimi danni come ad esempio gli animali che muoiono a causa dell’ingerimento di plastica perché credono che sia una fonte alimentare, come il plancton».

Come migliorerebbe l’impatto ambientale se eliminassimo queste isole? «Se eliminassimo queste isole miglioreremmo molto l’impatto ambientale. “Possiamo fare la differenza” questa è una frase di incoraggiamento per tutte quelle persone che stanno facendo la raccolta differenziata».

Perché non proviamo a “fare tutti la differenza”?

Danya Atti, Amira El Khadra, Chiara Monti, Dariana Nistor, Giulia Tabac Classe 2^F Scuola media ‘Pellico’ di Voltana

 

Da anni ormai sentiamo parlare di cambiamenti climatici, ma cosa sono veramente? Perché ci riguardano? Cosa possiamo fare in merito? I cambiamenti climatici sono sempre esistiti nella storia del nostro pianeta, ma il riscaldamento a cui assistiamo da circa 150 anni è anomalo per via della velocità con cui avviene e perché innescato dalle attività umane. Secondo il Wwf 1,5°C è il limite massimo al riscaldamento del Pianeta per contenere i danni più devastanti provocati da un innalzamento delle temperature.

Questo forte incremento ha avuto origine a partire dalla seconda rivoluzione industriale quando l’uomo ha improvvisamente cominciato a diffondere in atmosfera tonnellate di anidride carbonica (che è raddoppiata rispetto agli ultimi 700.000 anni) e altri gas serra.

I cambiamenti climatici avvengono così rapidamente a causa del forte inquinamento atmosferico dovuto soprattutto alla forte industrializzazione. Oggi quasi l’intera popolazione mondiale, il 99%, respira aria inquinata, che supera i limiti di qualità stabiliti dall’Oms e minaccia la loro salute.

Ognuno di noi si deve sentire coinvolto nella lotta al cambiamento climatico e seppur nel nostro piccolo, possiamo fare qualcosa per migliorare la situazione o almeno tentare di non peggiorarla.

Ci sono piccoli gesti quotidiani che possiamo fare come per esempio utilizzare mezzi di trasporto sostenibili come auto ecologiche, mezzi pubblici, biciclette e car sharing; preferire quando possibile il treno all’aereo; ridurre i propri rifiuti, eliminando il più possibile gli imballaggi, riutilizzando e riciclando nel modo più corretto i materiali utilizzati.

Inoltre ci sono buone abitudini che è bene mettere in pratica quotidianamente come ad esempio non lasciare scorrere l’acqua mentre ci si lava i denti, spegnere sempre la luce e la tv, preferire una bella doccia al bagno, andare a scuola con i mezzi pubblici, a piedi o in bicicletta; fare un’accurata raccolta differenziata; non utilizzare oggetti usa e getta di plastica; cercare di utilizzare il più possibile energie rinnovabili e lampadine led.

Ovvio che questi gesti devono essere necessariamente accompagnati da politiche governative che si adoperino per contrastare i cambiamenti del clima attraverso piani di riduzione delle emissioni di gas serra; solo in questo modo si può sperare di aiutare il paese in cui viviamo a mantenersi “sano” il più a lungo possibile.

Anna De Novellis, Jessica Licsman, Samia Mangone, Elvita Naci, Federico Servidei Classe 3^F Scuola media ‘Pellico’ di Voltana Prof.ssa Silvia Gianstefani, Cynthia Carolina Mura

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