ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

IC Spinetoli - Monsampolo - Acquaviva di Monsampolo del Tronto (AP)

Quando i migranti sono ’di famiglia’

Il sondaggio tra gli studenti: dati in linea con le statistiche nazionali, in tanti sono andati all’estero

Da alcuni anni si sente spesso parlare del fenomeno migratorio e del problema degli immigrati, che sempre più numerosi raggiungono il nostro Paese spinti dalla povertà o dalla guerra. Non dobbiamo dimenticare, però, che l’Italia è stata ed è tuttora un paese di migranti, infatti, nella storia dell’emigrazione italiana dei secoli scorsi ci sono state ben quattro grandi ondate: dopo l’Unità d’Italia (1870) circa 5 milioni di italiani; Grande Emigrazione (1900-1914) oltre 9 milioni di italiani; durante il ventennio fascista (1918-1939) emigrarono 3,2 milioni di persone; nel Dopoguerra (1945-1970) gli emigrati italiani furono circa 7 milioni.

Ma la cosa a cui non si pensa mai è che in Italia il flusso migratorio in uscita non si è mai fermato. Secondo il rapporto «Italiani nel Mondo 2022» in Italial’8,8% degli italiani regolarmente residenti sono stranieri (circa 5,2 milioni), mentre il 9,8% dei cittadini italiani risiede all’estero.

Ogni anno tutte le regioni perdono un numero notevole di residenti, aumentando la loro presenza fuori dall’Italia. Inoltre, l’attuale comunità all’estero è costituitaprincipalmentedapersone dai 18 ai 34 anni, questo perché sono proprio i giovani, spesso laureati, che tendono ad emigrare in cerca di lavoro.

Ultimamente in classe abbiamo voluto realizzare un sondaggio,che abbiamo chiamato «Migranti di famiglia», per capire quanti dei nostri familiari sono o sono stati emigrati o immigrati e abbiamo notato che, tra di essi, gli emigrati sono più numerosi rispetto agli immigrati e ai migranti nazionali. Abbiamo avuto perciò la conferma dei dati emersi dalle statistiche nazionali.

Dalle interviste abbiamo raccolto informazioni sulla loro esperienza: alcuni si sono spostati all’interno del nostro Paese, dalle regioni meridionali (Campania, Sicilia, Puglia) versoil nord, altri nei paesi europei come la Germania, la Francia, l’Olanda, la Svizzera, l’Irlanda; altri fuori d’Europa, in Nuova Zelanda, in Venezuela, Argentina, Australia. Una piccola percentuale, invece, proviene da Paesi stranieri, come l’Ucraina, l’Albania, il Senegal, il Brasile. Abbiamo chiesto loro per quale motivo sono stati costretti a migrare e come sono stati accolti: quasi tutti gli intervistati hanno lasciato il proprio Paese d’origine per trovare un lavoro migliore e tutti ci hanno riferito di essere stati ben accolti.

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