ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Betti di Fermo (FM) - 3A - 3B

Servigliano-Auschwitz: la storia di Grete Shattner

Per non dimenticare, visita al campo e incontro con la testimone Giuliana Vannini da cui è tratto il libro di Paolo Giunta La Spada

Quando una persona nomina i campi di concentramento nazifascisti, subito la mente corre ad Auschwitz o a Bergen-Belsen, due dei campi più famosi.

Ma, oltre ai campi di sterminio, c’erano anche quelli di prigionia, più vicini di quanto si immagini. Uno di questi è a Servigliano: costruito per i prigionieri nemici durante la Grande Guerra, venne utilizzato durante il secondo conflitto mondiale per la reclusione, tra gli altri, degli ebrei della provincia. Noi alunni delle classi terze della scuola ‘Ugo Betti’ di Fermo ci siamo recati qui il 25 gennaio, per la visita alla Casa della Memoria e al Parco della Pace, esperienza che ha lasciato nei nostri cuori un brivido, con il pensiero che è corso alle violenze perpetrate al tempo su persone innocenti. Nel 2001 è nata l’Associazione Casa della Memoria con l’obiettivo di recuperare il ricordo delle vicende che riguardano il campo, attraverso la raccolta di materiale documentario e lo svolgimento di attività didattiche. Tra queste, nella cornice del Teatro comunale, abbiamo avuto l’occasione unica di un emozionante incontro con Giuliana Vannini, figlia di Grete Schattner, donna ebrea, dalla sua casa di Fermo, una notte venne portata prima a Servigliano, per sette mesi, poi tradotta a Fossoli e infine deportata e uccisa ad Auschwitz nel 1944.

Paolo Giunta La Spada, direttore scientifico dell’Associazione e moderatore dell’evento, ha in-contrato la Vannini tre anni fa e grazie al suo racconto, ha scritto il libro dal titolo ‘Servigliano Auschwitz. La storia di Grete Schattner’, da far conoscere anche nelle scuole, per riflettere sui valori irrinunciabili della libertà e dell’uguaglianza. Siamo rimasti molto colpiti dalla testimonianza: nel momento dell’arresto e dell’addio, la piccola Giuliana e la mamma stavano dormendo nel letto una vicina all’altra. Rimase senza madre, senza più notizie di lei, senza sapere se fosse viva o morta. All’epoca era una bambina di soli quattro anni che non riusciva a comprendere e sentiva il peso di una colpa che non sapeva spiegare. Giuliana Vannini ha raccontato anche che sua madre fuggì, quando il campo venne bombardato: Grete bussò alle case del paese, ma non venne accolta e fu catturata. Ciò, secondo Giuliana, perché l’uomo tende ad ignorare e discriminare chi è diverso. A noi il compito di riflettere sulle cause di un doloroso passato e consolidarne il ricordo, per non ripetere gli stessi errori.

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