ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Carlo Levi di Campegine (RE) - 2B

La scuola non serve solo a trovare lavoro

Una frase illuminante dello scrittore Gramellini ci ha dato lo spunto per riflettere sul diritto all’istruzione, negato in tanti Paesi

«Qualcuno ti dirà che la scuola serve solo a trovarti un lavoro. Non credergli. La scuola serve se riesce a fornirti gli strumenti per gestire un sentimento, smascherare un ciarlatano e ammirare un tramonto, non solo una vetrina». Questa frase dello scrittore Massimo Gramellini ci ha colpito molto. Una persona che non ha conoscenze, né voglia di imparare, è una persona sola e vuota. Molti bambini per andare a scuola devono percorrere più di 10 chilometri, a volte anche 20, ogni giorno ma ci vanno lo stesso, nonostante la strada lunga e pericolosa, la povertà della famiglia e a volte anche i problemi di salute. In classe abbiamo visto il film «Vado a scuola», che parla di quattro ragazzini con i loro fratelli che percorrono tantissimi chilometri tutti i giorni. Alcuni camminavano rischiando di essere attaccati dagli elefanti, altri percorrevano la strada a ca-vallo e altri ancora camminavano per ore ed ore ogni settimana per raggiungere la scuola, sperando che qualcuno desse loro un passaggio. Invece, in altri Paesi come il nostro, i ragazzi frequentano la scuola obbligatoriamente, con tutti i mezzi necessari. In questo film si parla di storie vere, di bambini che hanno la nostra età e fanno immensi sacrifici per andare a scuola ogni giorno. Noi pensiamo che andare a scuola non sia solo un diritto ma anche un dovere, perché ognuno deve avere conoscenza del mondo che lo circonda per riuscire a viverci. Nel 2000, erano più di 400 milioni di bambini nel mondo che non avevano accesso all’istruzione, ma i dati dell’Unesco affermano che i progressi hanno subito un notevole rallentamento negli ultimi anni. Negare ai bambini la possibilità di una buona educazione scolastica significa obbligarli ad un futuro molto difficile, fatto di povertà, di mancata consapevolezza dei propri diritti, condannandoli ad una vita incompleta. Inoltre, in tanti Paesi le donne sono escluse dal ricevere un’istruzione perché in molti credono che le donne non ne abbiano diritto. Ci sembra assurdo, perché sappiamo che ogni essere umano, uomo o donna che sia, deve avere gli stessi diritti. Purtroppo invece nel mondo molte donne sono obbligate a restare a casa invece che andare a scuola, cosa che le rende addirittura incapaci di leggere e scrivere. Questa cosa è ingiusta. «Sedermi a scuola leggere libri insieme a tutte le mie amiche è un mio diritto. Vedere ogni essere umano sorridere di felicità è il mio desiderio. Io sono Malala. Il mio mondo è cambiato, ma io no»: dice Malala Yousafzai. Infatti nel suo Paese le donne che frequentano la scuola vengono perfino uccise. Questa cosa causa l’ignoranza, non solo delle donne ma del mondo intero. Combattiamo affinché tutto il mondo possa avere la giusta istruzione.

Giada, Chiara, Alessandro, Eklavya, Andi, Roberto, Angela, Amanat, Mohammed IIB

Nel mondo ci sono circa due miliardi di persone che si cibano di insetti. Questa abitudine, per noi insolita, è una pratica consolidata da tempo: vermi, cavallette, cimici d’acqua e alcuni ragni sono veri cibi in alcune parti del mondo. Nel 2022 nell’Unione Europea è stata messa in commercio una farina prodotta con larve del verme giallo, ma già da qualche mese anche grilli e cavallette sono stati approvati come cibo. E altri sono in lista d’attesa. Noi ci siamo confrontati su questo tema, chiedendoci se davvero anche per noi il consumo di insetti potrebbe diventare una abitudine e quali vantaggi potrebbe avere. Crediamo che sia un bene: innanzitutto perché allevare gli insetti dimezzerebbe le emissioni di CO2, poiché gli allevamenti intensivi producono grandi quantità di anidride carbonica, danneggiando il già delicato equilibrio ambientale. Un’alimentazione a base di insetti sembrerebbe essere la soluzione a tanti problemi che affliggono l’umanità e il pianeta in cui viviamo: porrebbe un freno alla fame nel mondo, ridurrebbe le emissioni di gas a effetto serra e il consumo di acqua e suolo. E allo stesso tempo darebbe al nostro organismo la quantità di proteine di alta qualità, acidi grassi e micronutrienti fondamentali di cui ha bisogno. Questi rappresentano dei grandi vantaggi, ma ci sono anche dei rischi: se ad esempio degli insetti provenienti dall’estero si diffondessero in Italia senza controllo, le specie autoctone potrebbero addirittura arrivare all’estinzione. La catena alimentare cadrebbe e tutte le specie morirebbero. Quindi sì all’allevamento di insetti, ma con la massima attenzione. Non solo gli insetti ma anche le alghe vengono usate nella preparazione di alcuni piatti. Abbiamo chiesto a diversi compagni della scuola cosa ne pensano dell’idea di cibarsi di insetti. La maggior parte ha risposto che se é per una buona causa va bene, ma non si adatterebbero mai alla situazione. Un bel piatto di spaghetti al pomodoro rimane il cibo preferito per tutti noi; potrà essere il tempo a farci cambiare idea? Chi lo sa, per adesso restiamo osservatori.

Orlando, Elia, Clara, Alberto, Alessia, Sabrine, Luna, Shabjit, Ian IIB

Il disegno è di Ian Sing, Elia Pivetto, Alberto Araldi

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