«La nostra bottega aperta dal 1633»
L’intervista a Alfonso Marchi, titolare della storia attività artigianale di stampe romagnole a Santarcangelo

Santarcangelo di Romagna conserva ancora antiche tradizioni artigianali. Alfonso Marchi è artigiano delle tipiche stampe romagnole su stoffa, e oggi ci spiega questa antica arte.
Ci vuole raccontare la sua professione? «Sono un artigiano stampato di tessuti. Utilizzo il sistema tradizionale romagnolo, il mangano e gli antichi stampi di legno, che servono per decorare la tela attraverso colori antichi».
Come funziona il mangano? «E’ una macchina costruita nella bottega Marchi nel 1633 e serve per stirare i tessuti. Vengono messi sotto una roccia, avvolti attorno a un subbio di legno, una sorta di grosso mattarello, e poi posti sotto la pietra del mangano, che pesa 5 tonnellate e mezzo e che si muove avanti e indietro con la forza di una ruota. Questa ruota è mossa da un uomo che cammina all’interno del mangano. Praticamente questo macchinario sfrutta il peso dell’uomo come energia. La tela stirata in questo modo è perfettamente liscia e pronta per essere stampata con gli antichi stampi».
Quanti stampi ci sono e come si realizzano? «In tutta la sua lunga storia la bottega Marchi ha raccolto piùdi 2000 stampi con disegni di ogni epoca. Gli stampi sono incisi su blocchi di legno di pero e sono la collezione più completa dell’arte romagnola di questo genere».
Da cosa sono composti i colori? «Tutti i colori che realizziamo sono fatti con ricetta segreta, ma un pigmento che caratterizza lastampa romagnola è il ruggine».
Nella sua vita ha ricevuto dei premi? «Tanti premi ricevuti dalle varie associazioni artigiane ma il riconoscimento più importante è stato dato alla mia famiglia dalla città di Santarcangelo, che ci ha premiati con l’Arcangelo d’Oro e con una grande manifestazione pubblica presieduta dal sindaco».
Come le è venuta questa passione? «Sono cresciuto in una bottega dove c’era tutta una famiglia che lavorava: dai nonni ai genitori, quindi crescendo e assistendo al lavoro quotidiano di tutti, qualcosa cresce in te. Poi la passione di un lavoro che è creativo e artistico diventa parte di te e inspiegabilmente ti accorgi di aver imparato il tuo mestiere. Ancora oggi vedo questa passione nei miei figli che hanno percorso la stessa strada e non è finita».
Questa è la prova che alcune cose possono rimanere uguali, nonostante il trascorrere del tempo.
Amalia Birocci, Elisa Benedettini, Perla Guglielmi, Beatrice Marchi II A
In classe a Santarcangelo, dai ragazzi della Franchini, è stata ospite la scrittrice e disegnatrice di manga riminese, Giada Romano. L’autrice è arrivata a pubblicare una saga chiamata «Riflessi di luce» e ormai è conosciuta anche fuori Italia. Giada ha frequentato diverse scuole, ma per il disegno ha studiato da autodidatta. Nel 2009 ha aperto un negozio online, Milkshop, in cui tutt’ora crea, stampa e disegna t-shirts e accessori in stile kawaii. Nel 2012 tramite il suo canale YouTube “TheLostJade” comincia a realizzare video tutorial sui manga. Sostiene che questo lavoro non è sufficiente per vivere, ma le dà tante soddisfazioni. Il tema trattato nella sua saga “Riflessi di Luce” è quello di andare oltre alle apparenze, «distruggere le nostre maschere quotidiane per provare a raggiungere i riflessi più nascosti di ognuno di noi» dice l’autrice. Durante la sua vita, i professori le avevano detto che non sarebbe riuscita a realizzare il suo sogno in Italia. Per sette anni ha ascoltato le loro opinioni, poi però ha deciso di seguireil suo cuore ed è stata la scelta giusta. Nonostante i momenti difficili, non ha mai pensato di mollare ed è un grande esempio di coraggio e tenacia.
Layla Laterza, Beatrice Biscari, Natalie Curzi III C
Il 7 marzo scorso alla Franchini c’è stato l’incontro con Giuseppe e Lino, e attraverso un gioco abbiamo cercato di capire meglio come funziona una banca.
Questo incontro rientra in un progetto che ha come obiettivo quello di educare gli alunni a un consumo sostenibile e responsabile. Giuseppe e Lino ci hanno divisi in due gruppi: sei persone facevano le banche e tutti gli altri erano famiglie. Queste avevano a disposizione mille euro, da investire nel modo più giusto, secondo i loro interessi.
Quei soldi la banca li spendeva in modo differente: in modo svantaggioso per i cittadini e per l’ambiente, come ad esempio per la costruzione di armi, o in modo sostenibile per valorizzare le energie rinnovabili. Inizialmente la famiglia non sapeva come la banca utilizzava i suoi soldi, ma aveva la possibilità di scoprirlo in seguito, facendo domande. Abbiamo imparato a conoscere il mondo delle banche, a usare il ragionamento e a discutere insieme in classe.
Questo progetto ci ha fatto capire anche che le persone, volendo guadagnare di più, spesso perdono di vista valori umani più grandi.
Sofia Ceccarini, Emma Ravegnini III I
Cara Costituzione, ti scriviamo come tuoi nipoti, per augurarti un buon 75° anniversario. I tuoi articoli dal 1° gennaio 1948 accompagnano le vite di tutti gli italiani, garantendoci giustizia e pace.
Grazie perché i diritti che difendi permettono di esprimerci liberamente, di perseguire i nostri ideali, la speranza in un futuro migliore e realizzare i nostri sogni che sono i valori più preziosi e affatto scontati.
Grazie per averci reso un popolo libero e fiero, orgoglioso di essere italiano.
Eleonora Porzio, Maria Laura Ricci III F