Troppi morti sul lavoro: più tutele
Solo lo scorso anno ci sono stati oltre mille vittime. Occorre maggiore attenzione nei vari atteggiamenti
Si sentono molto spesso notizie di persone che muoiono sul lavoro, che partono da casa di mattina per andare a lavorare e non tornano più indietro. Non è accettabile che si muoia per lavorare, perché il lavoro è alla base della Costituzione italiana e dovrebbe essere tutelato oltre che garantito. I numeri degli incidenti sul lavoro sono impressionanti: nel 2022 sono stati più di mille i morti. I decessi si concentrano in alcune categorie di lavoro, come per esempio i muratori che, anche se sono muniti di protezioni, rischiano comunque molto nell’ambiente edile, soprattutto quando fanno lavori in quota. Il problema sta nel fatto che non stiamo più attenti alle cose che facciamo, questo non avviene solamente nel lavoro ma anche nella quotidianità casalinga: anche se un gesto, singolarmente, non ci sembra pericoloso, nell’insieme di tutti questi gesti poco sicuri rischiamo molto. Questo vuol dire che anche nel lavoro l’insieme dei rischi porta a un grande pericolo, spesso un pericolo mortale.
Nella nostra scuola sono venuti a incontrare gli studenti dei maestri del lavoro: Antonio Pierdicca e Antonio Delli Carpini.
Un’iniziativa che ha avuto come scopo quello di diffondere nei giovani la cultura della sicurezza e mettere in guardia dai rischi che si corrono tutti i giorni.
I maestri del lavoro sono in genere ex lavoratori che hanno alle spalle almeno 50 anni di attività e che sono stati premiati per qualità particolari: aver trovato soluzioni ingegnose a problemi, aver messo costanza e passione nel lavoro e aver aiutato le nuove generazioni di lavoratori proiettandole verso il futuro.
Queste persone sono poi state premiate, infatti in ogni regione sono concessi un certo numero di riconoscimenti, e coloro che li ricevono, nel Lazio, sono premiati dal Presidente della Repubblica in persona. Siccome le morti sul lavoro continuano a verificarsi ogni anno, i maestri del lavoro visitano le scuole di tutti gli ordini e gradi, partendo dalle elementari fino all’università, per sensibilizzare i giovani. Nell’incontro alla scuola «Borsellino» si sono presentati e poi hanno parlato di molti aspetti.
La parte più interessante e coinvolgente per noi studenti è stata quando ci hanno fatto «calcolare» un pericolo quotidiano, ossia il rischio si corre ad andare, in una giornata d’estate, in bici con le ciabatte e senza maglietta in una strada non asfaltata, in una discesa ripida. Abbiamo valutato il pericolo con due fattori: danno e probabilità. Un modo per far riflettere sui comportamenti da adottare. L’incontro ha aumentato la consapevolezza e l’attenzione verso i nostri gesti quotidiani e ci ha fatto comprendere il significato di comportamento responsabile.
Marco Cesaretti.
Lo sapete perché è importante la donazione di organi? Al giorno d’oggi molte persone soffrono di gravi malattie che, in molti casi, portano alla morte. Questo avviene perché alcuni organi soggetti alla malattia non riescono più a svolgere le loro regolari funzioni. Per questo quando si dona un organo si dona anche una vita. Il regalo più grande che si può fare a un bambino di 5 anni è, per esempio, la donazione di un polmone da parte del padre.
E’ quello che è successo all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo: il bambino non poteva respirare in maniera autonoma ma è stato salvato dal padre. È stato il primo trapianto di questo genere in Italia ed è riuscito con successo. Il padre sta bene e ha raccontato di aver provato un’emozione impossibile da descrivere a parole. Per salvare delle persone è necessario cambiare l’organo non sano; questa operazione si chiama trapianto. Non tutti i trapianti si svolgono allo stesso modo, ad esempio la donazione del fegato da una persona sana avviene prelevando un pezzetto e donandolo a chi ne ha più bisogno in modo che l’organo si possa rigenerare. Nel caso di cuore, pancreas o stomaco il donatore o non c’è più o ha volontariamente donato il suo organo e quindi la sua vita pur essendo cosciente di non sopravvivere.
La stessa cosa valeva per i polmoni, fino ad ora. Invece «l’autotrapianto» è quando, in uno stesso corpo, vengono spostate delle cellule e dei tessuti nella parte che deve essere curata. La donazione di organi è possibile dopo i 18 anni. In Italia 10 milioni e mezzo di cittadini sono pronti a donare una parte di loro per salvare le vite degli altri. È possibile donare alle aziende sanitarie, in Comune o grazie ad Associazioni italiane per la donazione di organi tra cui l’A.I.D.O.
Nelle Marche è avvenuto un trapianto record, una signora di 97 anni ha donato il proprio fegato ad un uomo di 56 anni. Questo è un esempio da seguire: pur essendo in un’età avanzata ha deciso di rendersi utile e consentire a una vita di andare avanti.
Nel 2022 sono stati regalati 3.887 organi a persone con gravi problemi che grazie a queste donazioni sono riusciti a tornare a una vita normale. È per questo che è importante donare, a qualsiasi età, perché in questo modo si regala un futuro e la possibilità di vivere un’esistenza normale a chi riceve il trapianto.
Giorgia Senuca e Benedetta Montesi.
Perché la lettura fra i ragazzi è sempre meno diffusa? Perché qualcuno legge troppo e qualcuno neanche ci prova? C’è chi legge perché è obbligato dai genitori, ma c’è chi non lo fa perché non è interessato alla lettura o non ha la costanza di terminare un libro.
I ragazzi veramente appassionati di lettura sono pochi, in prevalenza in realtà sono ragazze. Io vorrei provare a chi non legge, chi non ci ha mai provato e si rifiuta di farlo, chi legge mai, chi ride degli altri appena cita un libro e chi si sente superiore perché non ha mai toccato un libro. Ci vorrei proprio provare. Ma non ci riesco.
Mi sforzo ma non capisco come non si possa decidere di provare almeno ad avvicinarsi a un libro e alla lettura. Io ho amici che leggono tutte le ore, tutti i minuti, tutti i secondi. Ecco, secondo me non bisognerebbe essere né un fanatico della lettura, né una persona che la odia, bisognerebbe essere una via di mezzo. Non voglio assolutamente criticare le persone che non leggono, anzi vorrei capire il loro punto di vista, perché non leggono e perché criticano se qualcuno lo fa.
Aspetterò pazientemente la riposta e quando incontrerò qualcuno capace di spiegarmelo non lo criticherò ma proverò a fargli capire che leggere è importate. Se, nonostante i miei sforzi, non ci sarò riuscita, accetterò la sua decisione. Da parte mia posso dire che sono un’amante della lettura e divoro romanzi che, in generale, secondo me sono più interessanti ad esempio di un film perché ti puoi immaginare i luoghi e i personaggi, evidenziare una frase che ti ha colpito, tornare a rifletterci.
Emma Paris