ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di primo grado Dante Alighieri di Macerata (MC) - 3A - 2G - 2E

«Il valore eterno della lettura»

La studentessa Gualtieri sottolinea «la capacità delle pagine di provocare sensazioni molto concrete»

La lettura, un hobby così antico e mai superato, ma anche uno stile di vita alla portata di tutti, non solo per i saggi o per i pensatori, uno strumento di comunicazione universale, che, fra le altre, porta in sé una missione fragile e delicatissima, custodendola gelosamente sotto chiave: quella di mantenere vivi dei valori vari e astratti, ma che su di noi provocano sensazioni, talvolta molto concrete.

Ciò che si legge, infatti, arriva, sempre e comunque, non ha bisogno di rete wi-fi, viaggia svettando sopra i cieli non come un aereo che si impone e li oscura, ma come un piccolo granulo di polline, che sa germinare all’infinito.

La lettura è anche una porta sempre aperta verso il passato, come dice Umberto Eco «un’immortalità all’indietro», ma che può anche proiettare piccole ombre di passi verso un futuro, o aiutarci a capire meglio l’attualità.

Tutto ciò che si scrive, infatti, non viene mai perduto, ma custodito dentro milioni di capsule del tempo da non dissotterrare, così che rimangano a formare uno strato di terreno sempre più solido, che si mescola con l’humus, cambiano le sue radici come la terra e il modo di intendere le parole, lasciando però il tutto immutato. E siccome, alla fine, sono sempre le stesse cose a smuovere l’uomo, allora, forse, tutte le capsule del tempo si fondono in un grande e unico bagaglio, che, se si è fortunati ad accogliere sin da piccoli la lettura nel proprio cuore, a respirarla, per catturare le parole con tutti i cinque sensi, si fa sempre più ampio e ingombrante, ma, al contempo, leggero poiché in realtà non ci pesa assolutamente, ci accompagna nella crescita e ci sa rendere più maturi. Dopo una vita passata a leggere, non riusciamo poi più a farne a meno: prima abbiamo iniziato, forse su consiglio di un insegnante o perché era d’aiuto per imparare a scandire bene le parole; poi abbiamo continuato anche perché ci stavamo realmente prendendo gusto; per concludere, è diventata parte di noi, integrante e ne chiediamo l’aiuto quando abbiamo bisogno di consigli profondi.

E se non è magia questa, io non so più cosa sia davvero camminare o parlare, cose così ovvie, quindi non chiedeteci, mai, di rinunciare a questa passione, poiché è come chiedere alla Terra di fare a meno del Sole e sappiamo bene che in tal modo non si può vivere.

Agnese Gualtieri III A

 

A scuola abbiamo letto alcuni racconti di vari autori raccolti in un libro intitolato «La fuga «, tra i quali «La cosa giusta» di Fabio Geda.

Parla di un ragazzo che partecipa ad uno spettacolo teatrale organizzato dalla scuola; mentre va in bagno sente il rumore del rompersi di vetri e subito dopo vede dei ragazzi uscire, quindi nota un suo compagno, che veniva chiamato dai compagni Macro con un ritardo mentale per via delle dimensioni sproporzionate della sua testa, vicino all’acquario andato in frantumi con una spranga di ferro in mano.

Il giorno dopo Andrea viene con-vocato in presidenza insieme con i genitori di Macro, ma lui decide di non raccontare nulla di quello che aveva visto.

Questo racconto ci fa riflettere su come avremmo reagito se ci fosse capitata una cosa del genere, è questo infatti uno degli obiettivi che si pone l’autore, che ha definito la lettura «una simulatrice di vita», farci pensare: »Che cosa avrei fatto io? Che cosa sarebbe accaduto se Andrea si fosse assunto le sue responsabilità?».

Molte domande che la lettura del racconto ci ha suscitato siamo riusciti a porle direttamente all’autore, grazie all’incontro organizzato per le scuole primarie e secondarie di primo grado nell’ambito del Festival letterario «Macerata racconta» che ci ha permesso di parlare con Fabio Geda attraverso una diretta Youtube.

L’autore infatti ci ha raccontato di come fa a scrivere i racconti, del tempo che vi dedica, dove riesce a trovare l’ispirazione, ma soprattutto ci ha dato dei preziosi consigli su come scriverne noi sul tema della fuga.

Classe II E

 

Siamo stati in biblioteca.

Finalmente quella bellissima stanza, luminosa e silenziosa, ha ripreso vita: dopo un letargo di quasi tre anni si è risvegliata in tutto il suo splendore. Immersi tra scaffali gremiti di libroni dalle pagine ingiallite e libricini che facevano capolino tra colonne di volumi di storia, geografia, avventura, fantascienza, uno, in particolare, ha attirato la nostra attenzione. Solo quello sarebbe diventato il nostro compagno per un mese. Entrando dalla porta, una nube di lettere e odore di libro ti avvolgono e ti iniziano a cullare.

A destra, un’immensa vetrata che dà sul giardino interno della scuola, separa lo spazio verde da gruppi di banchi. A separare quei banchi trovano posto dei piccoli scaffali, anch’essi forniti di libri di ogni genere, tanti quanti i fili di erba in un prato.

Nella biblioteca c’è una regola fondamentale: quando tutti sono immersi nel loro mondo, chi in un castello, chi su una barca, chi sulle spalle di un drago, è presente un cerchio immaginario che avvolge tutti i lettori. Questo cerchio è chiamato silenzio.

Quando un lettore si distrae, facendo rumore, il cerchio si spezza. In tal modo, il mondo nella mente di ogni lettore scompare.

Scelto il compagno di viaggio per un mese, puoi consigliarlo agli amici. Il cambio del libro è come un cambio di compagno di viaggio. La biblioteca può diventare una navicella verso il regno della fantasia. Speriamo di passare altri momenti emozionanti in quella magica stanza scoperta in quell’uggioso sabato di metà novembre.

Emilia Giampieri, Matteo Migliorelli, Tommaso Morresi, Tobia Monachesi, Giovanni Rossi, Nicolò Cicarè (con la collaborazione di tuttala II G)

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